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Si chiamava Luna, era una ragazza bellissima, occhi chiari, e capelli biondo platino, il suo unico problema, inizialmente era la mancanza di autostima e le mie giornate, le passavo a consolarla, soprattutto quando aveva problemi con suo marito Daniel, uno stregone immortale, psicopatico, con doppia personalità e come bonus, per non farci mancare nulla, un pizzico di licantropia.
Era un tipo strambo, occhi blu come l'oceano di notte, capelli neri e mai in ordine, ma era quel tipo di scompigliato, che lo rendeva incredibilmente affascinante. Il suo passatempo preferito, era fare del male alle persone, non importa chi, insomma, le prime persone che gli capitavano a tiro. In quei momenti, i suoi occhi, dapprima blu, si riversavano in un nero impenetrabile, un po' come quando una petroliera subisce danni allo scafo. Assaporare, osservare il sangue dei malcapitati colare sui loro corpi contorti, per lui era come osservare una staccionata appena ridipinta, così da sembrar nuova, ascoltare le loro urla, era come ascoltare una canzone di Beethoven in un momento di afrodisiaco relax. Nei momenti tranquilli, prendeva l'aspetto di un giovane ragazzo biondo, con gli occhi azzurri, e tremendamente sdolcinato perché era così che piaceva a Luna. Era così che dimostrava il suo buonumore.
Io e Luna, penserete? Ne abbiamo prese parecchie da lui, ma partirò con una confessione: dopo l'inferno, per certe cose, non vedi altro che benessere, quasi fosse un bisogno, che ti divora carne e mente.

Il profumo dei sentimentiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora