"i wouldn't, i couldn't be like that..."

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Non volevo più sentirlo addosso. Mi sentivo impuro, sporco..

***

Non poteva essere accaduto sul serio. Non era possibile che la mia esistenza, fino ad allora abbastanza tranquilla e moderata, fosse cambiata drasticamente solo per la comparsa di Jungkook dal nulla. Il destino non poteva essere così crudele.

I pensieri si incorrevano impazziti nella mia mente, spazzandola come un tornado, imprevedibili e devastanti.

Quando ero arrivato a casa di Yoongs, dopo essere scappato furtivamente dall'appartamento di Jungkook, mi ero convinto che non poteva essere successo veramente. Mi era già capitato di bere in passato fine a ridurmi ad uno stato di amnesia temporanea, ma non ero mai finito a letto con uno più giovane di me. Non mi attraevano quelli più piccoli, punto e basta. Avevo solo bevuto tantissimo, e avevo dormito nel suo letto, in boxer. Già, solo dormito, giusto?

Dopo essere entrato nella cucina, Yoongi si diresse subito alla zona bar, tirò fuori due bicchieri di vetro e versò in ciascuno due dita di un liquore color ambra da una bottiglia di cristallo. Lui sì che mi capiva!

- Un drink? -. Erano le prime parole che mi diceva da quando mi ero presentato a casa sua, in tarda mattinata e senza un minimo di preavviso.

- Ovvio - dissi, interpellando l'alcol come facile soluzione ad un problema causato dal l'alcol stesso. Un idiota ero, punto. Mi sedetti su uno degli sgabelli girevoli della penisola e poi feci scorrere le dita tra il vetro seghettato della decorazione del bicchiere.

Yoongs bevve una sorsata di whiskey ed io osservai rapito come il suo pomo d'Adamo si muovesse seducentemente mentre ingoiava. Era inutile, i miei occhi da artista erano attirati da qualsiasi cosa o persona che considerassi "bello" ed il mio amico era una creatura sublime. Ed era un dato di fatto che ammassi circondarmi da oggetti e persone oggettivamente di bell'aspetto.

Il corvino si protese in avanti con i gomiti sul bancone e con calma mi chiese - cosa ti è successo? -. La tensione che emanava e l'incertezza nello sguardo mi fecero capire che non sapeva quale fosse il modo migliore per iniziare una conversazione, che avrebbe certamente toccato un argomento di cui gli avevo parlato di rado. E la mia reazione costituiva un ottimo indizio su ciò che provavo.

- Non ne sono sicuro -. Mi strinsi nelle spalle, bevendo poi un sorso di whiskey per alleviare un po' il mio nervosismo. - Ieri sono andato a bere con Jungkook -.

Yoongs annuì, riempiendosi di nuovo il bicchiere. - Lo so, c'ero anch'io ieri quando l'hai proposto -.

Incassai la testa tra le spalle ed iniziai ad innervosirmi. - Non avrei dovuto bere, Yoongs. Non avrei mai dovuto rincontrare Jungkook -.

- Perchè non "avresti" dovuto? - chiese Yoongi, facendo il gesto delle virgolette con le mani.

Non potevo negare quello che era successo. La faccenda, in sé, era molto strana, ma mi ero abituato alle stranezze e alle situazioni insolite. Gli ultimi otto anni, in particolare, erano stati costellati da una catena di eventi casuali che mi avevano condotto dove avevano bisogno di me. Fino a quel momento aveva funzionato: ero riuscito a celare il mio segreto e a condurre uno stile di vita apparentemente normale, che non attirasse l'attenzione. Avevo anche conosciuto il migliore amico che avrei voluto al mio fianco fino al mio ultimo respiro. Yoongs, colui che doveva raccogliere i pezzi che restavano di me. E avevo anche aperto una mia attività lavorativa, che adoravo. C'erano stati ostacoli di non poco conto sul percorso, ma alla fine tutto si era risolto a mio vantaggio. Non intendevo farmi troppe domande.

Scivolai giù dallo sgabello, girai intorno al bancone e misi le braccia attorno alla vita di Yoongi. Avevo bisogno di bisogno di lui, un tremendo bisogno di essere rassicurato dal mio migliore amico. - Sono andato a letto con Jungkook. Che tu ci creda o no, mi sembra quasi di aver commesso un incesto. Io non voglio essere come lui -.

Yoongi era assurdamente protettivo nei miei confronti. Quando aveva scoperto cosa quel mostro mi aveva fatto e come mi aveva rovinato l'esistenza, anche se non era a conoscenza di tutti i particolari, la faccenda gli aveva fatto scattare tutti i campanellini d'allarme da maschio alfa.

Yoongi digrignò i denti e mi strinse al petto. - Ti ho già detto mille volte che tu non sei, e mai sarai come lui. Jungkook non è minorenne e sa prendersi le sue responsabilità -.

- Yoongs, ti sbagli. Jungkook è come un fratellino per me ed io ho approfittato di lui - sussurrai, trattenendo un singhiozzo e strofinando il naso sul suo petto. Sentire il profumo del dopobarba e l'odore dell'inverno addosso a lui mi suscitarono un fremito, che mi fece aggrappare a lui con ancora più forza.

- Jiminie, non dire cazzate. Jungkook mi sembra molto più sveglio di quanto tu creda, anzi dovresti fare attenzione a lui. Lui ti vuole; lo leggo dai suoi occhi - mi sussurrò con dolcezza, quasi stesse intonando una nenia. Mi premette le mani sulla schiena, massaggiandomi per alleviare la tensione che avevo accumulato.

Gemetti quando tocco un punto particolarmente indolenzito. - Mmh, non penso. Mi ha sempre visto come un fratello maggiore, nulla di più. Sono io il problema qui, non lui. Ho già causato troppo dolore in passato e non voglio farlo ancora. Le persone non meritano di soffrire per colpa mia -. Sospirai, mentre mi lasciavo cullare dal mio migliore amico.

Le mani di Yoongs risalirono lungo la mia schiena fino alla nuca. Mi fece girare la testa per guardarmi e disse - Jiminie, non lasciare che il tuo passato sia scaraventato nel tuo presente per distruggere il tuo futuro -.

- Yoongs, è difficile - sussurrai, mentre i miei occhi pizzicavano. Eppure non riuscivo a piangere perchè probabilmente avevo già versato troppe lacrime per questo in passato.

Il mio migliore amico si chinò in avanti e posò le labbra sulla mia fronte, un gesto lieve come una piuma. Quando riprese a parlare, fu come se si rivolgesse direttamente al mio cuore. - Non permetterò che ti succeda nulla. Che si tratti di cose di lavoro, della tua famiglia o di fantasmi che spuntano dal nulla. Come sempre, Jiminie, affronteremo tutto insieme -.

Annuii e nascosi il volto nell'incavo del suo collo. Quel semplice contatto fece svanire ogni preoccupazione, qualunque dubbio o timore avessi riguardo al futuro che ci attendeva.

- Non avere più paura, sei al sicuro ora - disse con voce bassa e roca.

Volevo proprio quello. Avevo bisogno di sentirmi protetto.

***

Ecco il nuovo capitolo, scritto un po' in fretta e spero non vi siano errori e sia di vostro gradimento.

Vorrei cogliere l'occasione per ringraziare TUTTI VOI che state leggendo questa storia e farvi sapere quanto sono grata a tutti voi per invogliarmi a continuare a scrivere, giorno dopo giorno. Non so se si nota, ma questa storia per me è molto difficile e, non ve lo nascondo, ho molto spesso la voglia di cancellarla perchè mi sembra di aver creato una storia banale con personaggi poco caratterizzati. Spero sia solo dovuto al fatto che per ora ho scritto pochi capitoli.. GRAZIE ANCORA PER IL VOSTRO SOSTEGNO.

Love all ya, Ellie.

Sunny ☀️ JikookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora