"park Jimin was my shell, but also the key to my sun"

558 24 6
                                    

"La gente è fatta così, seleziona con fiuto infallibile le proprie vittime fra chi avrebbe più bisogno di carezze."

Jungkook mi avvolgeva con il suo corpo flessuoso, mi era letteralmente avvinghiato addosso. Dopo lunghe, ostinate carezze, finalmente parlò con voce roca: - buongiorno hyung -.

- Buongiorno a te, Kookie -. Mi ero messo a cavalcioni su di lui, gli avevo stretto il membro duro con entrambe le mani e con un gesto ormai esperto l'avevo infilato dentro di me. Il suo pene era sparito dentro di me senza opporre alcuna resistenza, come se fosse stato inghiottito dal vuoto. Dopo aver trovato la posizione giusta e regolato il respiro, le reni inarcate, iniziai a muovermi lentamente, come se tracciassi con i fianchi traiettorie sempre più complesse.

- Te l'ho mai detto che sei fottutamente sexy quando mi cavalchi? - sussurrò, con quel suo sorriso soddisfatto sulle labbra livide di baci e morsi.

Tra noi era tutto così naturale. Non ci avevamo pensato su nemmeno un secondo. Nessuno dei due aveva mostrato nessun segno di esitazione. Ci eravamo semplicemente incontrati a metà strada. Le nostre bocche avevano colliso, avide ed esperte, cercandosi e ricorrendosi in una caccia dove non si capiva chi era preda, chi era cacciatore. Se avessi chiesto a Jungkook, sicuramente avrebbe risposto che ero proprio io l'animale cacciato. Ma, infine, tutto ciò non importava. Che io fossi la preda e lui il cacciatore, mi era indifferente. Mi bastava solamente che gli occhi del moccioso inseguissero i miei. Che tra la foresta intricata di baci e morsi, sgusciando silenziosa sulla mia carne, quella bocca, che sapeva di peccato e perdizione, raggiungesse la mia, assetata di corruzione.

Perché questo era il nostro gioco di seduzione.

- Direi almeno ogni volta che lo faccio -.

Jungkook si mise a riflettere, poi alzò il viso e mi guardò negli occhi. - E dimmi, hyung, cos'è che cerchi? -.

Era un inferno perduto quello che stavo cercando. Soltanto rovi colmi di tentazioni, dove addosso indossavo ancora le cicatrici di quel che ne era rimasto delle notti passate al chiaro di luna, dove era solo la luna ad assistere. E le sorelle stelle, discrete confidenti, rammentavano tutti i morsi.

Morsi.

Segni indelebili su pelle lattea, e cute mielata. Piccoli puntini iniettati di sangue, violacei e leggermente in rilievo. Dita esangui e tremanti tracciavano i contorni del suo passaggio, il marchio infernale di un piacere dal retrogusto amaro. Occhi felini, labbra peccaminose e voraci, corpi bollenti. Sospiri languidi, labbra e palpebre socchiuse nell'ebbrezza edenica di una notte achereontea.

La luce lunare, complice demoniaca, aveva illuminato le lenzuola di seta, scivolose come l'incontro dei nostri corpi. Schiene arcuate, muscoli tesi all'inverosimile, arti intrecciate, mani che si rincorrevano tra il tessuto sericeo color cremisi.

Parole sporche ed indecenti. Parole affettuose e tenere. Trai i suoni che si incontravano nell'estasi suprema, dove il suo nome era l'unica cosa che si sentiva.

Gli occhi persi nel vuoto e l'anima accesa, persa nei meandri della concupiscenza. Cosa stavo cercando esattamente... se non solo una mera illusione sbiadita?

Jungkook fece perno sui gomiti e si sollevò, in modo tale che i nostri visi fossero uno di fronte all'altro. Io mi bloccai, troppo desideroso di conoscere le sue intenzioni.

- Jimin-hyung -. Sussurrò il mio nome e mi accarezzò una guancia. La sua bocca si posò sulla mia, leggera come un battito di farfalla. - Sei bellissimo. Volevo solo ricordartelo -.

Gli accarezzai la schiena nuda, arrossendo. - Jungkook, tu sei... la mia debolezza, su cui ho innalzato la mia forza. Il motivo per cui non ho intenzione di arrendermi e questa volta, non coincide sul 'renderti orgoglioso' di me o del fatto di poterti in qualche modo raggiungere, ma al solo scopo di superarti e osservarti in tal modo, da d'avanti e non più da dietro -.

Sunny ☀️ JikookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora