"let's workout.. our relationship!"

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Mi sta sfuggendo qualcosa di importante, sento che non riesco piú a tener salda la mia vita. Vacillo tra realtà e follia.

***

Il giorno dopo, trascorsi gran parte della mattinata all'atelier, oscillando tra le fantasie delle mani di Jungkook di nuovo su di me e i rimproveri a me stesso per avergli permesso di mettercele, tanto per cominciare.

Le sue parole mi avevano colpito profondamente. Senza casa e senza radici, da quando l'avevo lasciato, mi sembrava di fluttuare nella mia vita. Un satellite in orbita senza destinazione né scopo. Il mio terreno più solido era con Jungkook e lo avevo abbandonato. Anche se erano in gioco le nostre vita, non potevo negare la realtà.

Quello che era successo nel mio appartamento era stato fugace, ma avevo oltrepassato un confine pericoloso. E se avesse cominciato di nuovo a cercarmi? Ero riuscito, non so come, a distogliere Hoseok dalle sue tracce ed ecco che di nuovo giocavo con il fuoco.

Il telefono all'improvviso vibrò, segnalando un messaggio di Yoongs.

Da AgustDick:
Puoi parlare?

Aspettai un attimo prima di rispondere, per dargli l'impressione che non avessi tempo da quanto ero impegnato a lavorare.

A AgustDick:
Sommerso di lavoro, come sempre. Ti chiamo dopo Yoongs.

Da AgustDick:
Jimin, ti conosco meglio di quanto conosca me stesso. L'ho già sentita questa. Sei un disco rotto, e pure stonato.

Posai il telefono e feci caso all'ora. Era in pausa pranzo, quindi con il tempo contato. Se avessi tenuto il punto per la successiva mezz'ora, sarei stato in pace fino a quando staccava, quasi sempre abbastanza tardi. Sobbalzai allo squillo del cellulare. Mi stava chiamando, come faceva molto spesso in questo periodo. Abbassai la suoneria e lasciai partire la segreteria telefonica. Non potevo parlargli in quel momento, non dopo tutta la fatica che avevo fatto per tenerlo fuori. Non avevo idea di cosa gli avesse raccontato Taehyung o di cosa avrei potuto dire io. Piuttosto che mentire al mio migliore amico, preferivo non dire niente.

Da AgustDick:
Se non mi richiami, prima o poi ti vengo a stanare. Lo capisci, vero?

Sorrisi. Yoongs e le sue finte minacce. Aprii la cartella con le foto e scorsi gli ultimi scatti. Avevo fatto una serie di selfie con Jungkook nella macchina mentre andavamo al gala. Era splendido in smoking, e in almeno metà delle immagini faceva le boccacce, fingendo di aggredirmi alle spalle, proprio come un coniglio mannaro.

Risi e provai quella fitta ormai fin troppo familiare. Mi strofinai il petto dove sentivo dolore. Il cuore, quel punto vuoto, aveva ricominciato a pulsare di vita. Da quando avevo lasciato l'appartamento il giorno prima, mi ero ricordato di quanto fossi felice con lui, come in quelle foto. L'ultima volta che avevo provato qualcosa di simile era stato in spiaggia con Jun Hui, ma era stato un istante brevissimo. Per qualche miracolo mi aveva fatto ridere e dimenticare la mia situazione. Dovevo dargliene atto.

Misi il telefono in tasca, silenziandolo. Dovevo smetterla di torturarmi e farmi continui castelli mentali. Avevo fatto tanto per tenere il moccioso al sicuro, lontano dalla mia vita. Ero andato più in là di quanto avessi mai ritenuto possibile. Ma in quel momento era come trovarsi su un treno ad alta velocità che viaggiava all'indietro, permettendo a quella forte dipendenza da Jungkook di far presa di nuovo.

Controllai l'orologio e sbadigliai, risentendo dell'ennesima notte passata in bianco. Era ora del mio quotidiano tentativo di pranzare. In realtà ciò che desideravo veramente erano liquidi per soli adulti, ma per quelli avrei dovuto aspettare. Feci un salto da Mocha e mi misi in un tavolo all'angolo a guardare il menu.

Sunny ☀️ JikookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora