𝐈𝐈𝐈

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𝕷𝖆 𝖉𝖔𝖓𝖓𝖆 𝖓𝖔𝖓 𝖊̀ 𝖓𝖎𝖊𝖓𝖙𝖊 𝖕𝖎𝖚̀ 𝖈𝖍𝖊 𝖆𝖑𝖈𝖚𝖓𝖊 𝖕𝖆𝖗𝖔𝖑𝖊 𝖘𝖈𝖗𝖎𝖙𝖙𝖊 𝖉𝖆 𝖚𝖓 𝖗𝖆𝖌𝖆𝖟𝖟𝖎𝖓𝖔 𝖎𝖓 𝖚𝖓 𝖈𝖊𝖘𝖘𝖔 𝖕𝖚𝖇𝖇𝖑𝖎𝖈𝖔

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𝕷𝖆 𝖉𝖔𝖓𝖓𝖆 𝖓𝖔𝖓 𝖊̀ 𝖓𝖎𝖊𝖓𝖙𝖊 𝖕𝖎𝖚̀ 𝖈𝖍𝖊 𝖆𝖑𝖈𝖚𝖓𝖊 𝖕𝖆𝖗𝖔𝖑𝖊 𝖘𝖈𝖗𝖎𝖙𝖙𝖊 𝖉𝖆 𝖚𝖓 𝖗𝖆𝖌𝖆𝖟𝖟𝖎𝖓𝖔 𝖎𝖓 𝖚𝖓 𝖈𝖊𝖘𝖘𝖔 𝖕𝖚𝖇𝖇𝖑𝖎𝖈𝖔.


















C'era una donna - una mamma, se dobbiamo essere minuziose - che diceva sempre: " Sta attento. Sta attento, figliolo mio. Sta attento e non usare le scarpe che si consumano." 

Parlava troppo, con un accento marcato, di una che l'America non l'aveva vista e che la sognava attraverso gli occhi di quel "figliolo".
Questo bambino rispondeva puntualmente: "Sì, ma'. Sto attento, tu però, stai attenta alle lumache."
Quegli animali sì, che fanno male ai capelli, proprio tanto.
Non c'è bisogno di dirlo che quel figliolo è andato in America e che ha sussurrato alle lumache quando si chiamava ancora solo Mark, che poi anche quel Salvatore lo seguì, solo che ancora gli uomini veri non sapevano che divano bruciare per incontrarsi.

Tutto questo per dirvi che alle tre del mattino, il bar con il divano minato e con le nuvole vicine, ha davvero ospiti come Mark ed Eva, che fanno a cazzotti per delle risposte. Ovviamente, l'uomo non vuole parlare e la donna non sopporta che sta in silenzio perciò, con sguardo nervoso e impazientito, lo fissa senza esitare a togliere quelle due pozze d'occhi, chè stanno vedendo delle ferite di donne sfreggianti.

"Quindi, c'è stata una donna, signor Lauren o no?" Chiede spazientita dalle piroette che i suoi occhi hanno fatto in due ore.

"Non pensi che Lauren sia un cognome a dir poco fenomenale?"

"Senti, Mark - ti chiamo così perché mi sono rotta quanto il vetro che c'è lì per terra - non sono qui per elogiare il suo fottuto cognome, quindi ti consiglio di raccontare, se non vuoi pagare le mie conseguenze." Lo minaccia seria, tanto mica sa che quello le donne le mette sotto, letteralmente, proprio su un divano di pelle nera come il giubbotto che copre le sue spalle.

"Se mi fai parlare, brutta cogliona." La sputa quell'offesa, poiché alle donne i complimenti vanno fatti solo durante un orgasmo. "Se ascolti attentamente le mie parole capirai che Lauren è davvero un nome fenomenale." Sputa via il catarro di un'estate sprecata dalla gioventù di una sigaretta accesa. 

"La Donna, giusto? Si chiamava Lauren." Arriva alla conclusione voluta da sottili affermazioni fatte con un impermeabile pieno di terra.

"Era della guerra oppure faceva la guerra, non ricordo. È difficile per un uomo che ha fatto morire tante donne, ricordarsi quel che ha urlato di meno." E le voci si propagano in tutto il bar mentre la  proprietaria, amica intima del ragazzo, apre il bar poiché la malvagità - il suo nome resterà ancora sotto la terra, tanto non vi interessa - ama bere un bel bicchiere di scotch dopo aver comandato a Mark di far fuori - di cacciare via quella vecchia bisbetica - la mamma che urlava alle lumache.



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Ho trovato tantissime frasi maschiliste che, Mio Dio, stavo vomitando la mia stessa anima. Io mi rifiuto immensamente. Comunque, che ve ne pare di quest'altro capitolo?

𝐕𝐢𝐫𝐠𝐢𝐧 𝐋𝐚𝐮𝐫𝐞𝐧Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora