Un giorno in più

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"Quante cose che non so, quante cose che ti chiederei. Spero almeno che mi capirai se non so chiederti come stai. Resterò senza di te un giorno in più!"

- Irama -

Scusa se da qual giorno non riesco più a guardarti in faccia, a pronunciare il tuo nome, a chiedere agli altri se stai bene. Scusa se da quel giorno non riesco neanche più a pensare a noi due, alle tue mani su di me. E scusa se mi viene il vomito al pensiero di noi due, su quel divano, con il cuore a mille. Al pensiero di ogni nostro contatto fisico, ad ogni sensazione provata quel giorno. Quel giorno, su quel divano, con il sole che entrava dalla finestra all'angolo della stanza e di quel caldo estivo di cui nessuno dei due si preoccupava. Quel giorno in cui ho deciso di dare a te quello che non ho mai dato a nessuno. Quel giorno in cui avevo tanta paura quanta voglia di stare con te e di provare tutto quello che ho provato. Quel giorno in cui ho dovuto mentire ai miei genitori per poter passare quella mattinata con te, trascorrere con te quelle ore che mi hanno segnato la vita.

Quante cose che vorrei chiederti, quante cose che vorrei sapere e quante ne lascerò in sospeso per non farmi troppo male. Quante cene di famiglia che duravano fino a tarda serata, quanti incontri casuali con vecchie amiche, quante partite di calcetto improvvisate e quante visite mediche dimenticate. Tutte quelle volte che mi hai detto di avere il telefono scarico, che avevi il silenzioso, che non lo hai minimamente guardato per tutta la sera. Tutte quelle volte che mi hai dato la buonanotte ma sei rimasto sveglio a parlare con lei, tutte quelle volte che ti chiamavo e trovavo occupato, tutte quelle volte che hai frettolosamente chiuso la chiamata per "andare via con i tuoi genitori", tutte quelle volte in cui abbiamo parlato al cellulare e tu hai cercato di nascondere la sua voce di sottofondo.

Quindi, se permetti, dopo tutto questo non puoi pretendere che io ti chieda come stai o, semplicemente, che ti rivolga la parola. Non puoi pretendere che io mi soffermi a sapere come stai tu visto che per tutti questi mesi non ti sei mai chiesto come stavo io, come avrei potuto sentirmi. Io sapevo tutto ma non ho mai parlato, non ti ho mai messo davanti al fatto compiuto. Probabilmente per stupidità o forse perchè ero troppo speranzosa. Credevo di poterti cambiare, di potervi allontanare l'uno dall'altra solo con il tempo. Ho sempre sperato che tu, di lei, ti saresti stancato e saresti tornato da me. Forse avrei anche potuto fare l'errore di perdonarti silenziosamente, senza discutere di tutto quello che avevi fatto. E alla fine sono stata punita solo io. Te ne sei andato con lei, quella con il nome finto in rubrica, quella che ti scriveva solo in determinati orari, ti chiamava e ti cercava quando era più che sicura che tu fossi solo e che non stessi con me. Quella stessa ragazza che, ad oggi, neanche mi guarda in faccia quando la incontro in mezzo alla strada. Quella stessa ragazza che fino a due mesi fa si comportava come un'amica, si confidava con me, uscivamo insieme spesso. Come non ho fatto a non accorgermi che il soggetto delle sue confidenze eri tu?! Come ho fatto a non accorgermi che eri tu la causa della sua felicità? Come ho fatto a raccontarle tutto quello che stava succedendo tra noi? Come ho fatto ad averle raccontato anche di tutte le nostre piccole litigate, le nostre crisi, le cause di tutti i nostri silenzi. Come ha fatto lei a darmi consigli su come sistemare tutte quelle discussioni, a provare a tirarmi su di morale sapendo benissimo che stavamo "condividendo" lo stesso uomo. Come ha fatto lei a non farsi scappare nulla, a non farsi beccare nel torto e a non farsi mai scoprire.

Non voglio nessun tipo di risposta, mi farebbe troppo male. Sono arrivata alla conclusione che ho già sofferto abbastanza, per una persona a cui non è mai interessato di come stessi. Per una persona che non solo è scappato dai suoi problemi, ma non li ha nemmeno condivisi con me, la persona che aveva promesso di stargli affianco sempre. Per una persona che non ha fatto altro che lasciarsi andare in braccia che non erano le mie, su di un corpo che non era il mio. Io che ti ripetevo spesso che ci sarei stata, in ogni caso, che ti avrei ascoltato sempre, avrei trovato una soluzione a tutto. Io che, più di una volta, ti ho ripetuto che non sopporto le bugie, preferisco essere ferita piuttosto che ascoltare bugie su bugie. Io che ti ho sempre difeso davanti ai miei amici, ai miei genitori e a tutte quelle persone che cercavano di dirmi che avrei dovuto sbatterti tutto in faccia e lasciarti lì da solo. Io che ho pianto troppe volte dentro quel cuscino. Io che preferivo passare un pomeriggio sereno con te piuttosto che sederci a un tavolo e discutere di tutto quello che stava succedendo tra noi due.

Quindi scusa se non voglio minimamente sapere come stai, se ancora stai con lei o se stai trattando lei come hai trattato me. Ma di una cosa sono sicura, tu sei e rimarrai sempre parte della mia storia, in negativo e in positivo. Tu rimarrai soprattutto un segno indelebile lì, nel cuore, per ricordarmi di non ricadere più in tutti quegli errori che ho fatto con te.

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