Capitolo 20

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Giulia P.O.V.

Mi svegliai in una stanza completamente bianca con dei riflessi verdi che arrivavano dal colore delle mattonelle. A fianco a me c'era Elvira china e intenta a leggere un libro. Appena provai a parlare un dolore lancinante mi colpi la gola. "Non puoi parlare. Salvatore ti ha fatto una specie di buco nella gola." disse lei "Scrivi" disse porgendomi un block-notes "Dov'è Stefano?" scrissi "È nella stanza accanto" disse lei "Cosa?" dissi io. Una lacrima di dolore rigò il mio viso. "Ti ho detto che non puoi parlare!" disse lei con tono autoritario "Sal gli ha sparato un colpo di pistola nel fianco. Si è svegliato qualche ora fa e non fa altro che chiedere di te" prosegui lei, "Posso vederlo?" scrissi sul foglio giallo "No, non puoi ancora alzarti" disse lei "Ma io DEVO vederlo" scrissi marcando il devo "Non puoi alzarti e nemmeno lui può" disse "Vai a chiedere a qualcuno se posso alzarmi" scrissi io "Ok" e uscii. Tornò dopo qualche minuto "Puoi alzarti ma ti devo accompagnare per evitare che possa succederti qualcosa" disse e mi fece alzare. Appena entrai nella sua stanza lui era li che dormiva come un bambino. "Hey finalmente!" disse Sascha alzandosi dalla sedia "Ciao Sa!" dissi con un filo di voce "Non parlare" disse Elvira. Dopo poco tempo Stefano si svegliò e quando mi vide scoppiò in lacrime. "Hey amore" disse lui. Io scoppiai a mia volta in lacrime "Amore cosa c'è?" mi chiese lui asciugando la lacrima che solcava il mio viso. Volevo dirgli tutto quello che avevo passato, quanto mi era mancato, quanto lo amavo e quanto avevo avuto paura di morire. "Vorrei dirti quanto mi sei mancato ma non posso. Vorrei dirti quanta è stata la paura di non poter più vedere il tuo sorriso e i tuoi occhi e di non poter più sentire la tua risata ma non posso. Almeno posso fare questo" e dopo aver scritto presi il suo viso tra le mani e lo baciai. Quel bacio era un rimescolamento di tutte le emozioni che avevo in corpo. "Tu non hai idea di quanto ti ami" disse lui staccandosi "Invece ce l'ho"dissi io.

L'amore non ha limiti// Stefano LepriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora