Capitolo 19

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Stefano P.O.V.

"Stefano siamo arrivati muoviti!" mi disse Elvira scuotendomi per farmi svegliare. Scendemmo dal treno e chiamammo un taxi e la polizia. Cosi ci avviammo vero la vecchia casa di Salvatore prima che si trasferisse a Milano.Arrivammo davanti  una grande casa gialla, con i muri scoloriti e sperduta nei verdi campi delle vicinanze di Padova. Entrammo senza fare rumore e sentimmo dei rumori provenire dal piano di sopra. Una ragazza urlava e piangeva mentre un'altra persona rideva. "SALVATORE BASTA" urlò lei. Non ce la feci più feci irruzione nella stanza. Salvatore teneva per il collo Giulia la quale piangeva e chiedeva aiuto. Aveva ancora indosso il vestito di quella sera, il trucco era colato tutto sul viso, i capelli non erano più pettinati nella capigliatura che si era fatta ma erano diventati un ammasso informe di capelli ed era piena di lividi su tutto il corpo. "S-Stefano?!" disse lei incredula e con la luce negli occhi. "Vattene coglione!" disse Salvatore "Oppure lei farà una brutta fine" continuò estraendo un coltello dalla tasca e mettendolo sul collo della mia ragazza. "Perché sei diventato cosi Sal?Cosa ti ho fatto?" chiesi io sull'orlo del pianto "Tu mi hai rubato l'unica cosa che mi teneva ancora in vita!"

Giulia P.O.V.

La lama del coltello premeva sul mio colo mentre le gocce di sangue scendevano per il mio corpo. "Vattene oppure lei muore" disse Salvatore "NO!" disse Stefano. Piangevo,piangevo e piangevo ancora perché era l'unica cosa che quella fottutissima lama mi permetteva di fare. Due uomini entrarono di scatto dalla porta puntando le pistole verso il moro "Lasciala!" dissero i poliziotti "Ok"rispose lui. Mi lasciò cadere a terra. Il mio Stefano corse verso di me ma cadde a terra dopo uno sparo. Da li più niente. Buio e silenzio.

L'amore non ha limiti// Stefano LepriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora