Gatto selvatico

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Era tornato a casa verso le quattro del mattino, camminando in punta di piedi. L'ultima cosa che voleva era incontrare Allison dopo quell'incontro scontro di qualche ora prima. Si passò le dita tra i capelli castani mentre saliva le scale verso quella che era la sua camera e si buttò pesantemente sul letto, addormentandosi senza nemmeno rendersene conto. Si svegliò quando sentì delle dita toccargli la guancia. Mugugnò protestando e sbatté lentamente le palpebre, ritrovandosi Lisanna seduta sul bordo del letto.

-Cosa vuoi?-

-Agata ha chiesto se volevi fare colazione-

Drew mugugnò ancora, sentendo il sonno onnipresente tra le palpebre.

-Un caffé volentieri- ma si infilò la testa sotto il cuscino.

-Sei tornato tardi ieri- osservò lei, guardando il ragazzo.

-Direi di sì- lentamente si alzò, sbadigliando. Osservò la ragazza, nascosta dalla penombra.

-E...Allison a che ora è tornata?- chiese.

Lisanna scosse la testa.

-Non è tornata. é andata a dormire da Alessandro-

-Ah, quella mammoletta- borbottò, con la voce impastata dal sonno.

-Perché dici così? Alex è un caro ragazzo...ama da morire Allison, sono belli insieme-

Drew alzò le spalle e si alzò dal letto, stiracchiandosi.

-Non mi è sembrato nulla di che-

-In confronto a te?- Lisanna alzò un sopracciglio.

Drew ghignò quasi.

-Questo era scontato-

La ragazza sospirò e lo guardò leggermente torva.

-Ho già capito come tu sia quel tipo di persona che si crede al centro del mondo-

Drew scosse la testa.

-Quella è tua sorella. Non io. Io mi godo la vita e basta- ed uscì dalla stanza, scendendo le scale verso la cucina.

Passò la maggior parte di quel pomeriggio a tentare di riprendersi dalla serata precedente. Disteso a letto, cominciarono a passare immagini davanti agli occhi. Gli occhi di ghiaccio di Allison che lo guardavano con una rabbia repressa che non riusciva a comprendere. Aveva una fissa assurda verso quella camera e lui tentava di ignorarla, ma capitava spesso che la trovasse lì, a fissare il vuoto. E, ogni volta, finiva che si tirassero dietro qualche insulto. Era in quella casa da una settimana e già era esausto, stanco di quella tensione che si creava ogni volta. Decise che rimanere lì a rimuginare non era nel suo stile e quindi si alzò e scese la scale, senza una meta precisa. Vide Rebecca seduta sul tavolo in cucina con un libro aperto; stava ripetendone il contenuto con gli occhi chiusi mentre agitava la matita. Drew si voltò ed aprì la porta di casa. Il sole splendente lo abbagliò, facendolo socchiudere gli occhi. Si sentì molto un ragazzino nell'andare in cerca di un pallone nel garage, ma aveva notato che c'era un vecchio canestro tra i rami del grande albero vicino al portico e voleva allenarsi. Riuscì a recuperare un pallone e, mentre lo gonfiava, si ricordò dei pomeriggi passati a giocare con suo padre quando era piccolo. Era stato lui a tramandargli l'amore per quello sport e quella passione continuava a bruciare in lui nonostante fossero passati diversi anni. Cominciò a palleggiare durante quella soleggiata giornata, immaginando di avere un avversario che tentava di fermarlo. Nella sua mente immaginava le mosse che poteva fare per bloccarlo e agiva di conseguenza fino a spiccare un salto e fare canestro. Sentì il rumore sordo del pallone che rimbalzava mentre si asciugava il sudore con il polso ma sentì anche dei passi, si voltò e vide Allison, che aveva afferrato il pallone e se lo rigirava tra le mani. I capelli biondi erano legati in una coda scompigliata, trasandata come ogni giorno, a differenza della sera prima, rispetto alla quale sembrava quasi un'altra persona. Vestiva con una felpa nera larga, che le lasciava scoperta una spalla coperta da segni rossi, e dei pantaloni grigi. Si guardarono ma Drew non scorse particolare astio, ma quasi...tristezza. La ragazza fissava il pallone senza dire nulla, ma ciò fece incuriosire Drew. Poi alzò lo sguardo verso il ragazzo.

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