Ironico.
Era una giornata di sole, la primavera era alle porte. L'aria era pervasa dal profumo dei fiori. Le ragazze camminavano per i marciapiedi con i loro vestiti a fiori, indossavano colori come il rosa, il rosso, il giallo. Rappresentavano alla perfezione quella giornata di aprile.
Ma Allison no.
Il mondo si era fermato. Non c'era il sole, non c'erano risate, non c'erano colori. C'era nero. Il nero del suo vestito, il nero del suo umore, il nero della bara di Lisanna.
Era stata Rebecca a trovare il suo cadavere. Aveva cominciato ad urlare il suo nome, ma la mora non rispondeva più. Non poteva più sentire la sua voce.
Allison non aveva la forza di piangere. Era lì, seduta in prima fila in chiesa, due giorni dopo il suicidio della sorella. Nessuno in casa parlava più da due giorni. Nessuno aveva la forza di farlo.
Lanciò un'occhiata a Drew, che era seduto accanto a lei. Il ragazzo le stava stringendo la mano, per tentare di darle sollievo, sapendo benissimo di non poterlo fare.
Lisanna era morta.
La ragazza che lo aveva chiamato ragazzino, la prima persona con cui si era aperto in quella casa, con cui aveva passato spesso sere a parlare, non c'era più. Avevano trovato la ricetta del farmaco che le era stato prescritto e che aveva cominciato ad assumere senza dire nulla a nessuno, andando in overdose, a giudicare dalle diverse confezioni comprate.
Mentre il prete parlava, Drew cercava di capire come fosse davvero stato possibile. Com'era riuscita ad arrivare a quel livello di disperazione da non trovare nemmeno un po' di luce dentro di sé? Quanto dolore c'era ancora dentro di lei e lui non se n'era accorto. Non era riuscito a salvarla.
Drew alzò lo sguardo quando sentì la presa della mano di Allison allentarsi. Si alzò e raggiunse il prete, che le aveva fatto un cenno. Tra le mani, la bionda stringeva dei fogli. Camminò a testa bassa e raggiunse il prete, che le lasciò spazio sull'ambone.
Regolò il pulpito in base alla sua altezza ed appoggiò i fogli davanti a sé.
-Ho provato a preparare un discorso- cominciò, alzando lo sguardo verso i presenti.
-Ma non ci sono riuscita. L'unica che c'è scritto in questi fogli è "demoni". Ognuno di noi ha dei demoni che ci assalgono quando chiudiamo gli occhi dopo una lunga giornata. Ma alcuni li assalgono anche durante il giorno, e si cerca solamente di rimanere a galla. Capite? Rimanere a galla.-
Allison strinse i pugni, arrabbiata.
-La vita non dovrebbe essere un rimanere a galla, lottare per non affondare. La vita dovrebbe essere ballare sotto la pioggia, innamorarsi, cadere e rialzarsi dopo aver pianto. Dovrebbe essere uno smettere di guardare cosa fanno gli altri e concentrarmi su quello che faccio io. E Lisanna ci stava provando e io lo so. Lei voleva guarire. Ma come si guarisce da una malattia mentale? Spesso si impara solo a conviverci, ma nessuno ti dirà mai "sei guarita, andrà tutto bene". La vita di chi soffre di una malattia mentale è un inferno. Noi possiamo piangere per qualcosa e, il giorno dopo, stare più o meno bene. Loro no. C'è un processo chiamato "ruminazione", la ripetizione continua dei pensieri, quasi sempre quelli negativi. Lisanna viveva così, si svegliava. i pensieri non la mollavano e tentava di affrontare i suoi demoni. Il suo dolore era così tanto forte che non è riuscita a trovare del calore dentro di sé.- la voce di Allison cominciò a tremare, ma mandò giù le lacrime, volendo a tutti i costi concludere il suo pensiero.
-Non possiamo giudicare il suo gesto e non voglio farlo. Nessuno di voi deve farlo. Lei era meravigliosa. Aveva bisogno di aiuto e non siamo stati capaci di darglielo. Ora lei è in pace, libera da quei demoni che la perseguitavano da sempre. Perché, da piccola, mi era capitato di sentirla urlare chiusa nella sua camera. Dopo una lunga lotta, può finalmente riposare- concluse, osservando le persone davanti a lei, con gli occhi lucidi. Non era il genere di discorso che avrebbe voluto fare per sua sorella ma andava bene così. Scese i gradini e tornò a sedersi accanto a Drew, cercando di nuovo la sua mano, che non aspettò a stringere.
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Magnolia
Teen Fiction"-Sei la maestra dell'accoglienza, fattelo dire- sbottò Drew, che non riuscì più a trattenersi. Allison lo guardò negli occhi. Due pozze tempestose lo fulminarono. -Nessuno ha chiesto cosa pensi tu-. -Ma io sono l'ospite, un po' di gentilezza non g...