La ragazza che nessuno conosce

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-Sei una frana Drew-

Il ragazzo sbuffò ed alzò gli occhi al cielo.

-Forse sei tu che non sei una brava insegnante- guardò Allison negli occhi e le fece la linguaccia. La bionda si corrucciò.

-Occhio a come parli- borbottò offesa. Il ragazzo le aveva chiesto di insegnargli a suonare la chitarra: il suo più grande sogno era sempre stato quello di diventare una rock star, ma non si era mai dato alla musica, preferendo praticare basket. Erano seduti per terra appoggiati al letto della bionda, che cercava di indicargli le note da suonare e come doveva posizionare le dita.

-Quello è il "mi maggiore" Drew- lo corresse lei e il ragazzo sbuffò.

-Uffa, ci rinuncio. Non diventerò mai il nuovo Kurt Cobain-

Allison roteò gli occhi.

-Non hai il suo fascino Drew, mi dispiace dirtelo- il ragazzo le lanciò un'occhiataccia, offeso.

-Dai, aspetta- Allison si mise in ginocchio e gli passò un braccio dietro la schiena, afferrando la chitarra e anche la mano di Drew.

-Ecco, porta le dita qui- mormorò lei. Lentamente, portò anche la mano destra su quella di lui, muovendogli le dita.

-Primo dito sul "mi", l'anulare sul "sol", questo sulla corda sopra- gli spiegò, e lui suonò lentamente ma in modo corretto.

-Ora, questo è il "la maggiore"- spiegò la ragazza, mostrandoglielo. Sorrise mentre lui riusciva ad eseguire la melodia che stava tentando di insegnargli da ore.

-Ecco, vedi che non sei una frana?-

Il ragazzo si voltò velocemente per ringraziarla, trovandosi vicino alle sue labbra. Non era la prima volta che finiva così vicino a lei, che sentiva quella sensazione pericolosa, il cuore battere più forte. Guardandola negli occhi, si rese conto di come la maschera di odio verso i sentimenti che aveva da qualche anno, si era lentamente sciolta. Lo aveva capito ormai che lei gli piaceva. E pure tanto.

-Grazie- mormorò, voltandosi di nuovo. Perché, sapeva anche, che lei aveva ancora Alex per la testa. Erano passate delle settimane, lei non ne parlava più, cercava di tornare alla normalità, ma lui sapeva quanto fosse difficile, scorgeva nei suoi occhi una profonda tristezza. E l'aveva sentita piangere sotto le coperte, ed aveva dovuto sopprimere quel desiderio di protezione, quella voglia di abbracciarla forte perché lei non voleva mostrarsi debole, voleva farcela da sola.

-Figurati- la ragazza tossicchiò ed accennò un sorriso.

-Scusami ecco, dovrei studiare. è maleducato ma potresti andartene?-

-E da quanto ti importa di apparire educata? Sei acida!- puntualizzò lui. La osservò mentre si corrucciava, le guance si gonfiavano e il viso diventava leggermente rosso. La adorava. Nonostante stesse per lanciargli addosso un libro e fosse uscito appena in tempo, la adorava. Non c'era nulla di lei che non gli piacesse. E, lentamente, si ritrovò ad avere paura di questa sensazione. Aveva paura di sentirsi come si era sentito con Elisa, di rimanere succube di quell'amore che tanto lo aveva tormentato. Guardò l'ora e sobbalzò, in ritardo per gli allenamenti di basket e riempì il borsone in fretta, prima di scappare in palestra. Aveva saltato numerosi allenamenti per svariati motivi, ma si sarebbe tenuta una partita importante e non voleva rischiare di rimanere fuori dalla squadra.

-Potrei invitare Allison- mormorò, mentre apriva la porta della palestra e si dirigeva verso lo spogliatoio. L'idea di vederla seduta negli spalti lo fece sorridere. Sarebbe stata capace di insultarlo se commetteva errori in campo, senza alcuna vergogna.

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