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Per un po' viaggiano in silenzio, con la brezza che entra dai finestrini e il rumore inquietante del motore della macchina a riempire lo spazio tra di loro.

Ermal fa del suo meglio per girarsi il meno possibile verso Fabrizio e di non far notare la propria presenza mentre l'altro è impegnato a litigare con l'autoradio, passando di stazione in stazione alla ricerca di qualche canzone che non sia un fastidioso tormentone estivo.

Ma di tanto in tanto, i suoi occhi cadono inevitabilmente su di lui: si è cambiato e alla camicia che indossava prima ha sostituito una maglietta scolorita che gli conferisce un fascino noncurante e quasi selvaggio, che attira il suo sguardo come un magnete.

Profuma di buono, in un modo confortante e seducente che fa venire voglia ad Ermal di appoggiare il viso contro il suo collo ed inspirare a fondo il suo odore, di premere la propria pelle contro la sua e sentirne il sapore sulla lingua, lasciando Fabrizio libero di stringerlo forte. Non ha ancora smesso di pensare alle sue mani, le osserva reggere il volante e le immagina sul suo corpo.

Chiude gli occhi e respira a fondo un paio di volte per calmare il battito impazzito del suo cuore. Se la musica non fosse a volume così alto, forse anche Fabrizio potrebbe sentirlo.

"Ma che cazzo, passa solo musica di merda oggi. Cristo."

La lotta tra Fabrizio e la radio si conclude con un suo gesto stizzito: spegne l'apparecchio imprecando sottovoce, girandosi per un attimo verso di lui per rivolgergli uno sguardo esasperato, scuotendo la testa con una disapprovazione quasi comica.

Ermal scoppia a ridere prima di potersi fermare, ed è un fiume in piena che li travolge entrambi e scioglie in un attimo tutta la tensione che si era accumulata dentro di lui. Fabrizio lo guarda interdetto all'inizio, strabuzzando gli occhi: forse non pensava che fosse capace di lasciarsi andare così, e poi gli sorride, ridendo insieme a lui.

"Allora lo sai come si ride, guarda un po' che bella sorpresa!"

La nota di cameratismo e intimità che sente nella sua voce è nuova e destabilizzante, ma in un modo bellissimo che lo fa sentire leggero e stranamente sicuro di sé: si rilassa contro il sedile, sempre sorridendo, ed alza le spalle con fare indifferente.

"Qualche volta, solo quando mi va però. Quindi considerati fortunato."

Fabrizio ride di nuovo, scuotendo la testa. Ermal concede a sé stesso di godersi quel momento: si dimentica dei mille pensieri che di solito gli affollano la mente, dei dubbi e delle paura che lo consumano quando è con lui e che hanno creato una barriera invisibile tra loro che adesso sembra essersi frantumata in mille pezzi.

"E sei pure spiritoso. Chi l'avrebbe mai detto..."

Ermal non risponde: fa un bel respiro profondo e sente che qualcosa è cambiato, che adesso c'è una vicinanza ed una confidenza tra loro da cui sarà impossibile tornare indietro. Il viso di Fabrizio torna serio, quasi gli fosse venuto in mente qualcosa che ha rovinato il momento di calma apparente che si era instaurato tra loro. All'improvviso accosta la macchina al lato della strada, la ferma e poi si gira verso di lui.

Ermal si morde le labbra e distoglie lo sguardo, sentendo di nuovo nervosismo e imbarazzo farsi strada dentro di lui.

Fabrizio gli si avvicina leggermente, voltandosi verso di lui il più possibile per cercare di guardarlo in faccia. Quella vicinanza lo fa sentire braccato, come un animale preso in trappola: n on si muove niente attorno a loro, e le rare auto che sfrecciano sulla strada ignorano completamente quello che si sta consumando nella piccola auto scassata di Fabrizio.

Per qualche minuto nessuno dei due dice nulla po si muove e il tempo sembra dilatarsi all'infinito attorno a loro. Poi Fabrizio scende dalla macchina, e si appoggia contro il cofano a fumare. Ermal lo segue, come un bravo cagnolino ubbidiente, e si mette accanto a lui, abbastanza vicino da poter sentire il calore e l'odore del suo corpo.

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