11.

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(Il tempo si ferma: si cristallizza nel momento in cui Fabrizio tira le tende e chiude fuori Ermal dal suo mondo: lo shock che segue attutisce il dolore, all'inizio, gli dà la sensazione di essere sbalzato fuori dal suo corpo, da ogni emozione che non sia l'incredulità che si agita dentro di lui.

Ermal resta immobile per un tempo che gli sembra infinito, così lungo da non essere più chiaramente percepibile: continua a fissare la stanza buia, sperando di vedere Fabrizio riapparire con un sorriso sul viso e rendersi conto che quell'ennesimo rifiuto era solo un brutto sogno.

Ma non succede.

Ermal resta solo con il suo cuore spezzato, con la consapevolezza che i suoi sogni si sono infranti e che nulla potrà rimetterli insieme.

Si rende conto di non avere neanche più la forza di piangere.)

Ermal resta chiuso nella sua stanza per tutto il giorno, sdraiato sul letto e con il viso affondato nel cuscino: se ne sta immobile nella stanza in penombra, con le tende tirate per lasciare fuori il resto del mondo, per non dover scorgere neanche un'occhiata di Fabrizio e della sua casa, per far finta che lui non esista e non dover confrontare il senso di totale disperazione che gli attanaglia il cuore.

Vorrebbe riuscire a dimenticare lo spettacolo a cui ha dovuto assistere, cancellare dalla sua memoria l'immagine di Fabrizio e di quella ragazza stretti l'uno all'altro: ma nessuno dei suoi sforzi riesce ad estirpare quel ricordo dalla sua mente.

Ma non ci riesce.

Quando chiude gli occhi, rivede le mani di Fabrizio scorrere sulla schiena della ragazza senza none che è diventata il suo peggiore incubo, accarezzare i suoi seni, passare tra i suoi capelli biondi; e poi ci sono le sue labbra sul collo, i baci che si sono scambiati, l'immagine di lei che si siede languidamente sul letto, aspettandolo.

Ermal singhiozza mordendo il cuscino, si affonda le unghie nei palmi delle mani per distrarsi dal dolore che sente nel cuore, dal senso di infinita delusione che prova nei confronti di Fabrizio: perchè sa benissimo che l'altro si è comportato così per mettere una pietra tombale sul loro rapporto, per cercare in tutti i modi di distruggere il sentimento che Ermal prova nei suoi confronti, anche usando il corpo di un'altra persona per farlo.

Voleva che lui lo vedesse, che sbattesse la faccia contro la realtà che Fabrizio vuole costringerlo a tutti i costi ad accettare: all'improvviso si pente di essersi fidato di Fabrizio, di avergli aperto il suo cuore, di averlo posto al centro del suo universo e quella sensazione di vuoto e solitudine che sta provando adesso fa più male del suo rifiuto.

Se avesse continuato a stargli lontano, se non lo avesse mai lasciato entrare nella sua vita, nella sua anima, nelle pieghe della sua pelle, forse adesso non si sentirebbe così piccolo, così solo, così martoriato da mille sentimenti contrastanti che si agitano dentro di lui come impazziti e che minacciano di farlo a pezzi.

Vorrebbe odiarlo.

Eppure, nonostante tutto non riesce a smettere di amarlo.

Neanche quello che ha fatto, il modo crudele in cui ha umiliato e cercato di distruggere i suoi sentimenti è riuscito nel suo intento: Ermal si tiene dentro il cuore la consapevolezza che l'amore che prova è ricambiato, che dietro i tentativi di Fabrizio di tenerlo lontano ci siano sentimenti troppo grandi e troppo profondi con cui l'altro non riesce ancora a fare i conti e ad accettare.

Saperlo non lo aiuta a stare meglio, non lenisce le ferite profonde che sanguinano dentro il suo cuore: ma lo aiuta a non impazzire, a tenersi aggrappato ad una seppur flebile speranza che le cose possano cambiare.

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