Una settimana. Una settimana da quando io e Jorge ci siamo "riconciliati", ma io non mi sento ancora del tutto tranquilla.
Ogni volta che lo guardo così sorridente, felice di vedermi, mi sento tremendamente in colpa. Porto questo peso sulle spalle da quattro anni e non riesco a liberarmene.
Nessuno è a conoscenza di questo segreto, nessuno se non lui che mi ha assolutamente promesso di non proferire parola."Bellissima, cosa stai facendo?"
Mi volto verso mio marito, che prende posto al mio fianco.
Per tutta la mattinata sono rimasta ferma sul divano a leggere un libro... mi correggo non lo stavo realmente leggendo, dato che sono ancora ferma alla quarta pagina da almeno due ore.
"Niente di che. Tu? Hai finito con le tue scartoffie?". Gli sorrido. Chiudo il libro, lasciandolo sul tavolino in legno posto vicino al divano.
"Guarda che non sono scartoffie, come le definisci tu. Sono documenti importanti che frutteranno per il futuro e il successo della mia azienda" chiarisce.
Mi limito a sorridere divertita. "Come vuoi tu"
Si schiarisce la voce e si avvicina di più. "Parlando di cose serie, cos'è questa storia che non lavorerai più in ospedale?". Riesco a percepire un tono di preoccupazione nella sua voce.
"Chi te l'ha detto?" "L'ho sentito da Bella"
Certo che la mia amica non c'è la fa proprio a tenere la bocca chiusa, a quanto pare.
"Non è come pensi. Non è che non lavorerò più in ospedale, verrò semplicemente trasferita"Sul suo viso leggo la più totale confusione, così mi spiego meglio. "Diventerò una semplice infermiera. È una scelta che è stata presa dai miei superiori. Purtroppo quando non sapevo ancora della gravidanza non ho lasciato ottime impressioni sui miei pazienti, e un giorno sono addirittura svenuta, perciò non si sono sentiti più sicuri di lasciare i loro figli nelle mie mani".
Detto ciò Jorge batte una mano infuriato sul divano. "Ma è ridicolo tutto ciò. Eri una donna incinta, è ovvio che non potevi essere al massimo delle tue capacità!"
Porto una mano sulla sua spalla cercando di tranquillizzarlo. "Non è solo per questo", chiarisco. "Non avendoti accanto al cento percento, per me era difficile mantenere sia un bambino così piccolo e stare anche al passo con un lavoro che richiede la maggior parte del mio tempo. Quindi è finita così. Ma sinceramente questa situazione non mi infastidisce più del dovuto, alla fine resterò comunque a contatto con i bambini".
Quello che sto dicendo è vero. Non sono menzogne per cercare di tranquillizzarlo e soprattutto per non indurlo a chiudere l'ospedale per me, perché so che ne sarebbe capace.
Ammetto che un po' sono rimasta dispiaciuta di non poter lavorare più per qualcosa a cui mi sono dedicata tanto, ma per me l'importante è poter stare ancora a contatto con i bambini che è la cosa che ho sempre desiderato.•••
Fra qualche minuto dovrei incontrarmi con Lisa e la piccola Sophia per fare compre.
Io e Lisa abbiamo deciso di comprarlo insieme il regalo per il compleanno di Jess, che si svolgerà a breve. So già che sarà una super festa, e che ci saranno molti dei nostri ex compagni dell'università. Quindi la mia paura è che si presenti anche lui.
"Mamma quando arriva zia Lisa? Io mi sto annoiando" si lamenta Alex fingendo di svenire.
Scoppio a ridere alla scenetta.
Lo rimetto in piedi e gli richiudo il giubbotto che si era aperto durante il cammino, protestando. Diciamo che da quando siamo andati a vivere tutti e tre insieme sotto lo stesso tetto, Alex sta diventando parecchio viziato. Con tutte le domestiche che fanno tutto al posto suo, per non parlare di suo padre che gli compra qualsiasi cosa Alexander chieda...
E vi assicuro che questa cosa non frutta a mio favore. Devo rimetterlo in riga."Tesoro, stai tranquillo per favore. Arriverà presto"
E neanche a dirlo sentiamo alle mie spalle la voce della mia amica.
"Ragazzi! Scusate il ritardo, ma Sophia non era proprio intenzionata a scendere" si scusa col fiatone. Deve avere corso per tutto il tragitto, la poveretta.
Avere i figli ti porta via anche anni di vita.
Alex si attacca alla gamba di Lisa e la saluta amorevolmente, mentre non degna neanche di uno sguardo Sophia. Io e la mia amica non ci diamo ormai più peso a questa storia essendo che sin da piccolo non si è mai dimostrato amichevole con lei, ho cercato di farlo ragionare ma è tutto inutile. Pare quasi che la odi. Spero che quando crescerà la sua prospettiva cambierà e vorrà diventare amico di Sophia.
"Allora sei emozionata per il compleanno di Jess? Da quanto Jo mi ha fatto sapere ha organizzato le cose già da due mesi, ci credi? Più il tempo passa e più Jessica diventa pazza" ride.
"Due mesi, sul serio?" Domando sconvolta. "Comunque sia non più del dovuto. Avrei voluto festeggiare il suo compleanno in modo più tranquillo" rispondo sinceramente.
Passa il gelato che ha appena comprato a sua figlia, e poi ritorna con la sua attenzione su di me. "Dio! Sei la solita santarellina! Te lo assicuro ci divertiremo un mondo!"
Sì... un mondo.
•••
Dopo essermi assicurata che Alex stia dormendo esco dalla sua stanza, pronta per gettarmi sul letto e abbandonarmi tra le braccia di Morfeo.
Quando chiudo la porta della cameretta, per poco non salto in aria dallo spavento quando mi ritrovo Jorge davanti.
"Cristo Jorge, mi hai spaventata" mi porto la mano sul petto per cercare di regolarizzare il mio respiro.
"Mi manchi" sussurra.
"Cosa?". Sono confusa. Non ci eravamo appena riconciliati?
"Il mio letto è così freddo senza di te e mi sembra troppo grande per dormirci da solo". Si avvicina più del dovuto e... fanculo il mio respiro riprende ad aumentare. Odio questo effetto che ha su di me, perché il mio corpo non riesce a negarsi a lui.
"Jorge te l'ho già detto, non faremo proprio niente al momento" cerco di essere ferma e decisa sulle mie parole, ma faccio ridere anche me stessa.
Lui si passa la lingua sul labbro inferiore eccitato. "Lo so amore. Infatti non ti scoperò finché non sarai tu a pregarmi di farlo"
Gesù! Lo odio.
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Irresistibile Blanco 3
Fanfiction"Da questo momento in poi guardatevi le spalle. Abbiate paura"