Cap. 25 - la Notte

529 28 3
                                    

Roswehn si infiló faticosamente l'abito che le avevano dato per affrontare il viaggio. Era una semplice veste bianca, sembrava quasi una camicia da notte, ma era l'unico indumento adatto a lei, in quelle ore. Le sue gambe stavano lentamente riprendendo la sensibilità, ma ancora non riusciva a muoverle, non avrebbe mai potuto mettersi dei pantaloni.

Haldir l'aveva lasciata sola perché si cambiasse in pace, ma dopo un po' salì le scale dal piano di sotto. Doveva aiutarla ad alzarsi e portarla giù in braccio, l'idea di Gandalf era di adagiare la donna sul suo carro e trasportarla in quel modo verso Rivendell. Aveva deciso di partire di notte, contrariamente al suggerimento di Lord Celeborn che consigliava uno spostamento diurno. Lo Stregone riteneva che l'oscurità avrebbe aiutato il loro viaggio, poiché eventuali nemici li avrebbero difficilmente rintracciati nel buio. Anche Haldir era stato incaricato di andare con loro, ma non i suoi fratelli, che dovevano riprendere la sorveglianza dei confini di Lothlórien.

"Di' addio a questa stanza e a questa casa, Roswehn. Dobbiamo affrettarci ora." le disse l'Elfo avvicinandosi al letto. La donna lo guardó. La luce di qualche candela illuminava la camera ed i loro volti. "È la prima volta che mi chiami per nome. Devo dedurre che la tua diffidenza verso di me si sia un po' attenuata." sorrise. Aveva il viso pallido e scure occhiaie circondavano i suoi occhi verdi.

"Ti chiamo con il tuo nome perchè il dèmone dentro di te sappia che nessuno qui accetta né riconosce la sua oscena presenza. Per come posso, cerco anch'io di aiutarti." disse Haldir guardandola intensamente. "Non te l'ho detto, ma sono veramente dispiaciuto per la tua situazione. È qualcosa di tremendo e tu dimostri forza nell'affrontarlo."

Roswehn chiuse gli occhi. "Vorrei che le tue parole avessero la stessa potenza della presa di Regan su di me." disse, guardandolo di nuovo. "Così forse lei se ne andrebbe. Comunque...la solidarietà che dimostri é gradita, Haldir. E del tutto inattesa."

L'Elfo sorrise benevolmente. "Sono stato così terribile?" chiese, sedendosi sul letto accanto alla ragazza. La sua fretta era improvvisamente scomparsa. "So di essere un po' ruvido, a volte, ti chiedo scusa."

"Il primo giorno ti ho detestato per come mi hai accolta, lo ammetto. Il tuo ostile comportamento mi ha ferita. E mi ha ricordato..." si interruppe, guardando la fiammella di una candela.

"Il tuo amato Re, giusto?" finì lui. Quella ragazza aveva un pensiero fisso, Boscoverde e il suo sovrano. Haldir non riuscì a trattenersi dal farle una domanda ridicola, lo riconobbe lui stesso, ma che gli venne spontanea. "Cos'é successo fra te e lord Thranduil? Perché il tuo cuore non riesce a dimenticarlo?"

Roswehn lo guardó a occhi sbarrati. "Cosa dovrebbe essere successo, secondo te?" gli chiese. Haldir si sentí un po' imbarazzato ad affrontare la questione, ma la curiositá lo divorava. E anche, forse, un po' di gelosia si faceva largo in lui. "Avete passato del tempo insieme?"

Roswehn non rispose subito, i suoi occhi di nuovo si fissarono sul fuocherello delle candele. "No. Se ho capito cosa intendi... non è successo nulla. Solo una fugace carezza da parte sua. Un gesto d'affetto e di pietà. Nient'altro." disse con tristezza.

"Allora non conosci ancora la gioia dell'amore. Un vero peccato." sorrise. "Thranduil si é perso qualcosa di importante."

Roswehn agitó le lenzuola, irritata. "Parli come tuo fratello. Ma che avete voi Elfi, sembra non vediate l'ora di infastidire le donne umane..."

Haldir rise."Sei lesta a fraintendere ciò che ti viene detto. E hai una mente maliziosa...Vorresti forse essere infastidita? Questo stai cercando di far capire?" poi si alzó dal letto. "Lo avrei già fatto, se avessi voluto. Ma sono un po' a disagio, perché nei tuoi pensieri c'é già qualcun altro e non è mia abitudine lanciarmi in battaglie perdute in partenza."

Roswehn di DaleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora