Cap. 33 - La scelta della Regina

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Roswehn riprese i sensi dopo che un raggio di sole entrato dalla finestra della grande camera la colpì in pieno viso.

Si strofinó gli occhi, e subito notó che l'avevano cambiata. Non indossava più la sua tunica, nè gli stivali. Era distesa su un enorme letto con lenzuola di seta rossa, e quattro colonne di legno nero agli angoli. Le mura era scrostate, le finestre polverose non permettevano di vedere cosa c'era al di fuori, gli antichi candelabri sembravano sul punto di crollare a terra da un momento all'altro.  Tutto, salvo il grande letto,  aveva un aspetto vetusto e squallido.

Sopra di lei, un grande specchio fissato al soffitto

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Sopra di lei, un grande specchio fissato al soffitto. Spaventata, per qualche attimo osservò la sua immagine nel riflesso.   Le avevano messo un abito di pizzo nero, che sembrava quasi una veste da funerale.

Provó  a concentrarsi sulle sensazioni che le trasmetteva  il suo corpo, non avvertiva alcun dolore

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Provó  a concentrarsi sulle sensazioni che le trasmetteva  il suo corpo, non avvertiva alcun dolore.  Un pensiero tremendo le attraversó tuttavia la mente: l'elfo che si faceva chiamare Morgoth aveva dato ordine ai suoi di portarla in quella stanza, nel talamo, come l'aveva definito. Per fare cosa di lei? Sì alzó faticosamente a sedere sul letto, e si guardó. Non sembrava ferita, né avvertiva fastidi nel muoversi.

"Credevi che ti avrei usato violenza?" disse una voce melliflua. Roswehn sobbalzó e si guardó intorno. L'Elfo era accanto a una delle grandi finestre, coperto da una tenda. Non pareva sopportare la luce del sole e aveva cambiato abbigliamento: indossava un lungo caftano blu notte che gli copriva interamente il corpo.
"Te l'ho già detto: non sei il mio tipo. Ma terrorizzarti è stato divertente!" , e rise.

"Dove sono? Cos'è quest'altro posto maledetto?" chiese la ragazza.

"Il talamo che i re di Arnor occuparono tanti, tanti anni fa." Rispose la creatura. "E che ora sarà tuo."

"Questo palazzo ha tutta l'aria di un rudere." rispose lei, con aria di sfida. "Ed è probabilmente infestato dai ratti, puoi tenertelo."

"È curiosa la tua arroganza: una piccola paesana come te, cresciuta in una baracca di legno a Pontelagolungo, dovrebbe sbarrare gli occhi di fronte la meraviglia di questo posto." sorrise Melkor. "Certo, tu e la gente di Numenor dovrete lavorare per riportare questa reggia al suo splendore. Io sono fiducioso. E come vedi hai schiere di devoti sudditi al tuo servizio lì fuori."

Roswehn di DaleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora