19 - Trevor ▪ FINTO APPUNTAMENTO

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Stringevo la sigaretta tra le labbra talmente forte che avrei finito per spezzarla. Inspirai forte il fumo, poi la gettai a terra calpestandola. Sollevai la cinghia dello zaino sulla spalla ed entrai a scuola. Lì, nel corridoio intravidi la figura di Lenny poggiato con le spalle al suo armadietto mentre armeggiava con il cellulare, con Ellen che lo stuzzicava accanto. Non appena li raggiunsi, cominciò a parlare. Ellen era così.


<< Stasera festa. Ti ricordi Diana la cheerleader?>>


<<Buongiorno Ellen.  Intendi la tettona che mi sono fatto?>>

<< Ti sei fatto Diana e non me l'hai detto? Che stronzo!>> strabuzzò gli occhi ironico Lenny.

<< Si, bè , tecnicamente l'ho fatto perchè me l'ha chiesto la tua ragazza, diceva che ti ronzava troppo intorno>>

<< Trevor! >> sibillò Ellen rossa come un pomodoro.

Lenny spalancò gli occhi << sul serio El?>>

<< Bè..si>> mormorò lei.

<< Sei davvero una stupida.>> poi la baciò sulla bocca.

<< Insomma si può sapere che centra la tettona?>> domandai prima che si ficcassero la lingua in bocca.

<< Ha organizzato una festa privata a casa sua. Ho alcuni inviti, e pensavo che potremmo andarci>>

<< Perchè ti ha dato gli inviti? Non la odiavi?>>

<< Come perchè?! Sono il capo cheerleader, oltre ad essere la più vecchia. Ci sono solo io dell'ultimo anno. La odio. Ma ad una festa dove si beve gratis non rinuncio>> strizzò l'occhiolino.

<< L'ho educata bene >> sorrise Lenny, portando una mano sul fianco di lei.

<< D'accordo, ho bisogno di ubriacarmi.>>

<< Evvai!>> saltellò Ellen.

Da lì passava Jackie, non mi aveva visto,parlava con la solita ragazza con il caschetto nero.

<< A te piace quella ragazza>> aveva detto Ellen.

Jackie si voltò, mi vide, e alzò la mano salutandomi. Ricambiai qualche secondo dopo, ero rimasto imbambolato.

Non risposi ero ancora catturato dalla figura di Jackie, che invece si era già dimenticata di me, e si era rivolta nuovamente a quella ragazza.

<< Perchè non la inviti stasera?>>

<< Non è il caso>>

<< Non faremo niente per traumatizzarla>> ridacchiò Lenny.

<< Non è di voi che mi preoccupo, ma di me >> continuavo ad osservarla, aveva dei capelli così lunghi. Mi domandavo se fossero morbidi, o aridi così come apparivano nel loro disordine. Non li pettinava mai. Erano sempre scompigliati.

<< Ahia!>> sorrise Lenny.

<< Non fare il lupo affamato. Invitala e basta>> insistette Ellen.

Sapevo fin da subito che invitare Jackie non era una buona idea. Se avevo imparato a conoscerla, di certo una festa non era l'ambiente che preferiva di più al mondo. Ellen non mi diede il tempo di riflettere, che con passò svelto andò dritto da lei, dicendole non so che cosa, la vidi sorridere con Jackie e allungare la mano per presentarsi.

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