Gerald Scott era diventato per tutta la mattinata, la mia ossessione. Anche mentre mangiavo pensavo a lui.
<< Jackie. Si può sapere che hai?>> chiese Marlen mentre eravamo sedute sui gradini della scuola.
<< Conosci Gerlad Scott?>>
<< Chi è un cantante famoso? >>
<< No. Uno qualunque credo >> sospirai, nel frattempo tentavo di togliere con le unghie una crosta di fango dai jeans.
<< Tu hai qualcosa che non va.>>
<< Lo so.>>
<< Sta arrivando il ragazzo che ti piace >>
<< Chi?>> spalancai gli occhi.
<< Ehi >> sentii dire alle mie spalle. Marlen mi lanciò un'occhiata.
<< Ciao >>
<< Ti va se torniamo a casa insieme?>> domandò Trevor.
<< Si.>> rispose Marlen, prima che potessi fulminarla.
<< D'accordo >> sospirai. Non volevo restare da sola con lui, era imbarazzante, e non sapevo come gestire la situazione.
Quando salimmo in maccchina nessuno dei due fiatò subito. Ci volle una canzone dei Imagine dragon "Next to me" per rilassare le nostre lingue.
<< Ti ricordi quella persona di cui ti avevo parlato? Si chiama Gerald Scott, ho trovato la sua cartella clinica, il nonno l'aveva nascosta, è ricoverato al Columbs Hospital>>
<< Quindi, tecniamente adesso hai tutti gli indizi necessari per trovarlo>>
<< Tecnicamente si, ma c'è un problema.>>
Lui mi guardò per un attimo.
<< Gerald scott è sul serio in coma. A questo punto mi chiedo se vederlo ha un senso >>
<< Magari qualche parente ti conosce, magari lui ti conosce>>
<< Eppure il suo nome non mi dice niente. Ci sono troppe cose irrisolte, e il nonno mi sta nascondendo qualcosa. Non mi avrebbe mai nascosto la lettera di papà altrimenti. Sento che dovrei andare a Columbs, ma penso anche che sarebbe una camminata persa >>
<< A me una gita non dispiacerebbe >>
Gli avevo schioccato uno sguardo un pò esitante.
<< La tua offerta di accompagnarti non è più valida ?>> domandò.
<< No. E' valida >> ma non lo guardai negli occhi mentre lo dicevo, anzi combattevo con la crosta di fango sui jeans, mi sentivo nervosa.
<< Ti va di venire da me? Guardiamo un film >>
Andare da lui implicava tante cose.
<< D'accordo >>
E così invece di tornare a casa e rinchiudermi nel mio mondo, mi ritrovai dieci minuti dopo nella stanza di Trevor.
<< Sei sicuro che non do fastidio? >>
<< Jackie smettila di farti le paranoie >> disse, mentre sistemava i cuscini sul letto.
<< Dove sono tutti a proposito?>> la casa era vuota. Coincidenze.
<< Mia madre lavora. I miei nonni al corso di ballo >>
<< Vanno a un corso di ballo?>>
<< Si. Liscio, cose da vecchi >>
Il liscio non era da vecchi, ma vabbe.
La stanza di Trevor era un sovrastare di cose. Sovrastamento di DVD, libri, felpe, pacchetti di sigarette. Ogni angolo era eclissato da roba. E poi un cavalletto in legno, con una tela bianca, e ai suoi piedi, un barattolo sporco di pittura con tanti pennelli. Solo poco qualche secondo quando alzai gli occhi sulle pareti, mi accorsi che erano anch'esse sovrastate da fogli disegnati, o tele pitturate. Erano così fitte l'una all'altra, che sembrava di vivere dentro un quadro, e non riuscivo a distinguerne la cornice.
« L'ho intitolata " Teresa" »
« Ma il disegno non raffigura una persona » gli feci notare mentre lo osservavo, ma un semplice fiore, una viola nel centro dell'universo.
« Lo so. È il nome di mia madre. Ti piace?» rispose.
« È bello »
« Cosa vuoi vedere?»
«Hai Harry Potter?»
« Vada per il mago »
N/A
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Spero che la ⭐ non venga messa perché non ci si ricorda, o non ci si pensa in quel momento. Ma per noi che scriviamo, quella stella è una conferma che il capitolo è piaciuto.Notte. Peace & Love 💖
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DAYLIGHT
Roman pour AdolescentsJackie è costretta a causa della partenza del padre, a trasferirsi dal nonno. Gli anni passano, e Jackie è pronta per il liceo, si definisce strana rispetto agli altri suoi coetanei, non le interessa essere alla moda, ne avere un cellulare, ne andar...