Il piano era molto semplice, avremmo aspettato il weekend. Lenny aveva stampato per tutti delle false autorizzazioni per la finta gita, che avremmo tutti mostrato ai nostri genitori, nel mio caso a Charles, che ci avrebbero creduto, forse Charles no, e che avrebbero firmato. Saremmo partiti nel weekend. Saremmo andati a Columbs, e forse saremmo rimasti a dormire in macchina, in particolare in quella di Trevor. In breve poteva funzionare. Avrei conosciuto Gerald Scott, forse il suo viso poteva dirmi qualcosa, o qualche suo parente poteva darmi delle spiegazioni del perché avesse così tanta voglia di incontrarmi. O forse sarebbe stato un viaggio a vuoto, e sarei solamente andata a trovare uno sconosciuto in coma, che aveva qualcosa da dirmi, ma che non poteva.
<< Mi raccomando, tieni il cellulare sempre acceso >>
<< Si Charles>> aveva abboccato.
Ci salutammo con un abbraccio, poi mi infilai lo zaino sulle spalle e uscii di casa con il cuore in colpa per quello che stavo facendo. Non avevo mai mentito a Charles, ma stavolta era difficile non farlo.
Raggiunsi casa di Trevor. Mi aspettava seduto sui gradini,indossava un capellino di lana, da cui sbucavano ciuffi di capelli, un parka nero e i guanti di lana.
<< Sei pronta?>>
<< Si. Ho preso tutto. Anche lo spazzolino. >>
<< Tigre, intendevo, se sei pronta >> si alzò, poggiando una mano sulla mia testa.
<< Si. Credo di si. >> sospirai. L'aria diventò una nuvoletta bianca, quando la espirai.
Salimmo sulla sua macchina, raggiungemmo la scuola dove ci aspettavano gli altri. Marlen aveva un basco beige, Ellen sembrava una rockstar con i pantaloni in pelle, e Lenny indossava degli occhiali a specchio. Erano uno strano assortimento. Ma mi piaceva.
<< Finalmente! stavo gelando cazzo >> commentò Ellen non appena salì.
<< Non lamentarti già da ora>> rispose Trevor.
<< La tua macchina puzza Morris >>
Trevor gli lanciò un'occhiataccia dallo specchietto retrovisore.
<< Tesoro. Dormi. Okay?>> Lenny tentò di calmarla prendendole una mano.
<< Ottimo.>> parlò Marlen sarcastica.
<< Cerchiamo di andare d'accordo >> sorrisi girandomi verso di loro. Ellen si era seduta al centro.
Marlen alzò gli occhi al cielo come se fosse una cosa impossibile.
<< Quindi di preciso perché andiamo a Columbs?>> domandò Lenny.
<< Andiamo a trovare una persona in ospedale. Jackie vuole conoscerla >> disse Trevor.
<< Interessante. >> la risposta di Lenny non era per niente reale, semmai il contrario.
<< Mio padre è un colonnello dell'esercito. E'in missione. Mio nonno mi ha nascosto la sua ultima lettera, la persona che stiamo andando a incontrare ha qualcosa da dirmi, ma non so chi sia.>>
<< E le due cose cosa centrano?>> domandò Marlen.
<< Non ne ho la più pallida idea. Forse niente, o forse tutto. >>
<< Andiamo a scoprirlo allora >> disse Ellen.
<< Si. E' quello che faremo >>
Eravamo sulla I-71 S, avremmo impiegato circa 2h, erano ben 142 miglia fino a Columbs e alla radio c'era Neptune dei Spleeping at Last. Con Trevor ci scambiavamo degli sguardi di nascosto di tanto in tanto, solo per ricordarci che eravamo insieme, che c'eravamo l'uno per l'altro. Noi eravamo li, e anche se non avevamo idea di cosa ci attendesse una volta a Columbs, ci aggrappavamo a un'unica certezza, e quella certezza eravamo noi.
<< Ho fame >> aveva detto Ellen.
<< Anche io >> aveva aggiunto Marlen.
<< E devo pisciare >> aveva aggiunto Ellen.
Eravamo in viaggio da meno di 1h.
<< D'accordo ci fermiamo. Cosa siete dei poppanti?>> Trevor sterzò, e imboccò l'uscita verso Ashland. Una cittadina tranquilla dell'Ohio. Si fermò alla prima tavola calda/caffetteria.
Scendemmo tutti, tranne Lenny che voleva continuare a dormire, io ne approfittai per prendere un caffè, avevo bisogno di darmi una svegliata.
<< Non lamentarti se poi non ti entrano i jeans >> aveva detto Trevor a Ellen, dopo che la cameriera gli poggiò davanti un piatto di waffle ricoperti di cioccolato bianco fuso sopra. Marlen invece aveva ordinato un tortino alla carota vegano e un tè all'uva nera.
<< Oggi è festa. Mangio tutto. Sembri mia madre, smettila >>
<< Mi ci fai diventare tua madre !>>
Mentre loro due si beccavano, io guardavo Marlen.
<< Si. Be. Sono vegana. E' un problema?>>
<< No. Ero solo incuriosita. Non so poi così tanto di te >>
<< No, infatti. Be, ora lo sai >> sorrise.
<< Sono contenta che tu sia qui >> le dissi.
<< Anche io >>
<< Jackie lo sai che Trev si faceva la pipì a letto fino ai dieci anni >>
<< Cazzo, non chiudi mai quella bocca >>
Scoppiai a ridere.
<< Avevo un problema. Poi è passato >> lo aveva detto vergognandosi, il tono si era notevolmente abbassato.
<< E si mangiava le caccole >>
<< Sta zitta. Mangiavi le caccole anche tu >>
Poi sentimmo Lenny raggiungerci, ordinò anche lui un caffè.
<< Mi scappava. Quando dormo mi scappa sempre. E se mi sveglio ho bisogno di caffeina>>
<< Wow. Quante frasi sensate hai detto in poco tempo >> disse Trevor.
Fino a quel momento tutto era più o meno perfetto.
<< Dov'è?>> domandò Trevor quando uscimmo dalla tavola calda/caffetteria.
<< Cosa?>> chiesi voltandomi.
<< La macchina! La macchina dove cazzo è? Lenny!>>
<< Che c'è?>> disse prima di baciare Ellen. << Oh cazzo. Ho dimenticato di portarle con me>>
<< Di che parli?>> domandò lei.
<< Le chiavi della macchina >>
N/A
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Nuovo capitolo Mercoledì alle 22:00
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DAYLIGHT
Teen FictionJackie è costretta a causa della partenza del padre, a trasferirsi dal nonno. Gli anni passano, e Jackie è pronta per il liceo, si definisce strana rispetto agli altri suoi coetanei, non le interessa essere alla moda, ne avere un cellulare, ne andar...