22 - Jackie ▪ SISTEMATICAMENTE

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<< E' perchè sono ubriaca perciò accadono queste cose >> avevo detto dopo che le nostre lingue si erano staccate. L'idea che un "coso" aveva baciato proprio me, mi faceva rabbrividire ma nello stesso tempo eccitare. Avevo dato il mio primo bacio. Ma nonostante cercassi di sentirmi leggermente diversa, in realtà non mi ci sentivo affatto. Insomma la mia bocca era esattamente quella di prima, così come anche il mio corpo, forse un pò insonnolito dall'alcool, ma niente di particolare.

<< Probabilmente >> aveva mormorato, mentre le nostre fronti erano attaccate << che succede adesso, Jackie?>>

<<Cosa deve succedere?>>

<< Tra noi due intendo >> indicò con l'indice.

In quel momento la paura mi atterrò sulle gambe, baciare qualcuno implicava starci insieme? Solo perchè l'avevo baciato non significava che io e lui, dovevamo metterci insieme giusto? Tutti questi pensieri mi stavano portando all'estinzione i neuroni. Perciò me ne uscii con qualcosa che indirettamente significava, "non lo so".

<< Forse è meglio se torno a casa. Sono stanca>>

<< Ehm.D'accordo >> lo disse abbastanza sorpreso, ma credo che avesse capito perfettamente cosa stava succedendo.

Il tragitto in macchina fu un lungo silenzio tombale. Cosa potevo farci, se ero fatta male. Non ero brava nelle relazioni con le persone, avevo sempre paura di sbagliare o di sembrare strana, il che, la maggior parte delle volte era quello che succedeva. Ma stavolta era diverso, anzi mi spaventava di più, perchè a lui non importava proprio un bel cavolo di niente di come ero fatta. Mi aveva baciato, perchè ero proprio io, perchè ero Jackie. E non un'altra persona.

<< Non voglio metterti fretta. Ma credo che insomma, è palese che tu mi piaci. >> disse quando parcheggiò la porche di fronte al vialetto di Charles.

<< Anche tu mi piaci >>

Ma non appena lo dissi, volevo rimangiarmelo, i pensieri divennero dieci, poi cento, poi mille fino a diventare infiniti, e se mi aveva baciato solo perchè glielo avevo chiesto?

<< Non voglio metterti fretta >>

<< Va bene >> risposi mentre aprivo lo sportello.

La situazione era diventava impraticabile.

<< Okay. Buonanotte Jackie >>

<< Buonanotte >>

Non mi voltai nemmeno una volta mentre aprivo il portone. Quando entrai, Charles dormiva profondamente sul divano, con la tv accesa, decisi di non svegliarlo, perciò corsi velocemente nella mia stanza, mi tolsi le scarpe e non avendo neanche la forza di togliermi i vestiti, mi buttai  direttamente sul letto a pancia in giù. Sapevo che sarebbe diventato un problema, tutta questa storia con Trevor mi spaventava. Scrissi a Marlen. A quanto pare nella mia rubrica iniziavano ad aumentare i numeri telefonici, ce lo eravamo scambiate dopo la mia liberazione dalla terrazza.

Io: E' mezzanotte. Sei sveglia? Ho baciato Trevor Morris. Cioè lui ha baciato me. Però gliel'ho chiesto io.

Lei: Non ero sveglia. Ma ora lo sono di certo. Il vestito che ti ho scelto ha fatto effetto.

Io: anche troppo. Ho paura.

Lei: Sono sorpresa che me lo dici.

Io: ho fatto varie valutazioni su di te, mi hanno portato a definirti simpatica.

Lei: grazie. comunque perchè paura?

Io: e' una persona.

Lei: anche io.

Io: è un maschio.

Lei: okay, hai ragione ad avere paura.

Io: non sei d'aiuto. Baciare qualcuno vuol dire starci sistematicamente insieme?

Lei: no. vuol dire solo che vi siete baciati.

Io : non sono pronta a iniziare una relazione.

Lei: non farlo allora. Nessuno può obbligarti. Anche se credo tu sia l'unica che non vuole avere una relazione con Trevor Morris nella nostra scuola.

Io: è perchè sono strana. anche tu vorresti avere una relazione con lui?

Lei: forse sei strana. si anche per un'ora mi accontenterei.

Io: okay. tutto sommato sei stata una buona consigliera. buonanotte.

Lei: figurati. buonanotte.

Poi mi addormentai.

La mattina seguente, dopo aver saltato la mia avventura mattutina - mi sentivo troppo stanca - andai in cucina, il nonno non c'era. Aveva lasciato un biglietto dicendo che sarebbe tornato più tardi, aveva un impegno. I suoi impegni iniziavano a infastidirmi. Non avevo voglia di fare colazione, il suo biglietto mi aveva innervosito troppo, perciò mi infilai il giubbotto e lo zaino sulle spalle, stavo per uscire di casa, quando mi bloccai. Sapevo che quello che stavo per fare era sbagliato, ma era l'occasione della mia vita. Mollai lo zaino a terra, andai nella stanza del nonno, spostai la cassettiera, e aprii il cassetto. Avevo scioperto il cassetto magico a 7 anni, il nonno non se ne era accorto, ma io lo avevo spiato. La cassettiera del nonno aveva un cassetto che si apriva da dietro e non davanti, praticamente era al contrario. Lì il nonno conservava soldi, documenti importanti, e un paio di scarpine di lana, erano le mie, un ricordo, che voleva tenere solo per se. Infatti all'età di 7 anni capii che il nonno mi voleva veramente bene, solo dopo aver visto quelle scarpine.

Frugai dentro il cassetto, sotto ad altri documenti impilati c'era un plico " Grant Ospital Columbs Ohio ".

Era una cartella clinica di un certo Gerald Scott. Non ci capivo niente di parole mediche. Ma da qualche parte avevo letto la parola coma. Forse Gerald Scott era la stessa persona di cui parlava il nonno. Era lui che dovevo incontrare. Gerald Scott voleva vedermi, ma era in coma. Questo implicava un problema. Tuttavia la cartella clinica del nonno, non dava altre informazioni. Non sapevo altro su Gerald, oltre al fatto che aveva qualcosa da dirmi, e che forse non mi avrebbe mai detto.

N/A

Allora adesso inizia la parte complessa da raccontare, per far si che ogni cosa si incastri, ci devo ragionare davvero bene, l'intento è quello di farvi divertire e soprattutto mettervi ansia ahaha, cioè la suspense deve esserci.

Poi, ci sono delle cose che voglio migliorare nel racconto, quindi voglio fare una bella revisione dei capitoli precedenti. Come il rapporto tra Marlen e Jackie, ha bisogno di essere rivisto. Non vi preoccupate la storia non cambia, cioè il succo è sempre quello, quindi tutto okay.
Va bene posso congedarmi, a sabato prossimo. Peace & Love.💖


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