𝐌𝐲 𝐥𝐢𝐟𝐞 𝐰𝐢𝐭𝐡 𝐭𝐡𝐞𝐦.

7.

Se c'è una cosa che ho sempre amato fare sin da piccola è cantare, trovo sia una valvola di sfogo come il piangere o lo sport, un modo per scaricare tutta la rabbia o qualsiasi altra emozione negativa nel nostro corpo. È questo il ragionamento che feci  quando dovetti, al quarto anno di liceo, decidere la strada del mio futuro. I miei genitori forse avrebbero voluto una figlia studentessa laureata con il massimo dei voti in un'università prestigiosa dell'Europa e invece gli è toccata una figlia cocciuta e amante della musica e delle altri arti in generale.

Scarabocchio su un foglio bianco delle note che mi gironzolano per la mente nel frattempo ho la chitarra in grembo e il plettro in bocca. È da un paio di mesi che non mi dedico ad un mio pezzo, dopo il diploma ho preferito godermi il resto dei mesi estivi in tranquillità senza troppi problemi per la testa, perché sì, per Allison Richards comporre la manda in confusione; vorrei ogni volta che compongo esprimere tutta me stessa come svuotarmi di tutte le sfumature di colore della mia anima e dare colore alle note su un semplice pentagramma nero.
A disturbare i miei pensieri ci pensa Louis che bussa alla porta della mia camera e dopo aver sentito il permesso di entrare , si accomoda con nonchalance sul mio letto mentre io ammiro la sua faccia sconvolta e ridacchio.
«Ok, Samantha mi ha appena chiesto di assaggiare un suo nuovo piatto esotico» mi dice respirando a fondo come se Trump avesse appena dichiarato di avere dei capelli reali in testa e non quella specie di gatto spelacchiato
«E quindi?» lo esorto a continuare non capendo il motivo per cui dovrebbe essere preoccupato
« Ma sei sorda?» mi dice «La conosci Samantha? Quella ragazza alta con i capelli castani e gli occhi verdi? QUELLA CHE SEMBRA UN MECCANICO QUANDO CUCINA?» dice quest'ultima frase con troppa paura nei suoi occhi di morire per intossicazione.
« Si, e poi Louis che sarà mai cucinerà qualcosa di esotico che ne so quella roba strana la» dico « Comunque nel caso tu debba morire di intossicazione...posso prendere la tua maglia nera dei Green Day?» con viso angelico, ma lui mi tira un cuscino in testa e io ridacchiò
« Amore è pronto!» strilla Samantha peggio di una gallina problematica dal piano di sotto
« Dai lo assaggio anche io sto piatto» dico scendendo le scale insieme a Lou, che sta tremando;  e vabbè che Samantha è un meccanico in cucina ma non è tanto male avvolte.

Samantha ci accoglie un sorriso e mi invita ad assaggiare il piatto che ho davanti: una fetta di melone con un po' di prosciutto accanto.
«ESOTICO?» mi rivolgo a Samantha che mi intima di stare zitta e assaggiare questo piatto che di tanto esotico non ha nemmeno la "e" dell'aggettivo. Assaggio rendendomi conto di come una ragazza alta un metro e settanta possa rovinare un piatto così sciocco ,ma Sam ha i poteri magici in cucina.
Louis si accorge della mia faccia disgustata e infatti «Visto?!» mi dice e Sam gli dà un colpetto sulla spalla
« Diciamo che una penna in mano ti sta meglio di un mestolo, e poi che esotico c'è un prosciutto e melone ?» dico ridendo « Vabbè, Louis non conosce prosciutto e melone quindi volevo fargli credere di aver cucinato qualcosa di complicato per dimostrargli che so cucinare» e dopo questa ho sentito anche il governatore della Cina ridere « Tu?» dico « Che a sedici anni hai incendiando il lavandino della cucina pieno d'acqua con una padella all'interno?» e mi acciglio, wow se lei è brava a cucinare allora sono Rihanna.
A porre fine alla nostra "conversazione" è Niall che entra in cucina intento ad assaggiare il piatto preparato da Sam prima che io e Louis lo fermiamo indicando Sam con il grembiule addosso, questo basta a Niall per farlo dirigere verso la credenza e prendere un pacco di patatine, e io mi lascio scappare una risatina per quanto la cucina di Sam sia potente da far togliere l'appetito verso un piatto  anche ad uno come Niall.
« Ah ci rinuncio!» dice Sam togliendosi il grembiule e gettandolo all'aria.

Mi dirigo in soggiorno dove ci sono Zayn e Liam intenti a guardare un film fino a quando non si accorgono di me e mi intimano di sedermi accanto a loro.