Una nuova casa

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L'interno della casa di Ringmaster aveva un'aria molto stravagante. Alla morbida moquette rossa, cui faceva riflesso il soffitto, si alternavano le pareti a righe bianche e nere. Gli arredi in legno, riportanti lo stile barocco, sembravano assorbire il colore direttamente dal pavimento su cui poggiavano. Qua e là, come vernice spruzzata da un pittore, tocchi di un vibrante viola.

Ringmaster, seduto su una poltrona grigia imbottita e con lo schienale alto, stava dietro a un tavolino. Questo, ampio e coordinato con gli altri mobili, era arredato con tre soli oggetti: il cappello, il fidato bastone, e una sfera in cristallo bianco opaco.

"BENVENUTO! – Esclamò, accogliendo Pitch e invitandolo a sedersi. – Ti stavo aspettando".

"Di cosa voleva parlarmi?" domandò il ragazzo, accettando l'invito e trovando la sua sedia piacevolmente comoda.

"Dammi pure del tu: ora siamo soli, e possiamo parlare tranquilli. – Il Direttore si accomodò meglio sul proprio sedile, e poi chiese secco. – Qual è il tuo talento? Saprai di certo fare qualcosa, visto che vieni dalla città dei mostri".

Per quanto gli sembrasse strana la conoscenza che il suo interlocutore aveva di Halloween-Town, Pitch non fece domande e rispose a quella che gli era stata posta.

"Niente che possa definirsi spettacolare".

"Andiamo, non vergognarti".

Consapevole che Ringmaster non lo avrebbe mai fatto uscire da casa sua, finchè non lo avesse accontentato, il giovane Skeletron decise di dare mostra di sé. Sparì per cinque secondi, lasciando solo una fugace nuvola di fumo grigia, e riapparve al solito posto.

Il sopracciglio destro del Direttore si era alzato, creando alcune rughe sulla fronte, ma non si capiva se lo spettacolo gli fosse piaciuto o meno.

"Ora mi caccia" pensò il giovane, tanto assorto nella sua negatività che si spaventò all'esclamazione di Ringmaster. Un potente "Ah", accompagnato da un colpo al tavolo che fece sobbalzare la sfera.

"E tu definisci questo niente di che? – Aggiunse, riprendendo il controllo. – È oro, per un circense. Soprattutto per un illusionista".

"Quindi, le piace?" domandò per sicurezza Pitch.

"Ragazzo mio, tu diventerai una stella! – Il Direttore aprì le braccia, inarcando un poco la schiena all'indietro, per quanto glielo permettesse la poltrona. – Devi solo imparare le basi, ma a quelle penserò io".

Uscì dal cappello poco dopo, con la promessa che, dal giorno seguente, si sarebbe presentato puntuale ogni mattina per seguire le lezioni. Fuori c'era Lady, che aveva ingannato l'attesa parlando con un giocoliere trampoliere in pieno allenamento. Quando lo vide, si inchinò per salutare il suo amico; poi si rivolse allo Skeletron.

"Sei uscito, finalmente. Forza, devo farti vedere casa tua".

Lo prese sottobraccio, e camminando velocemente attraversarono le vie sotto gli occhi di tutti. Anche quelli di Fanny, che dalla pupilla della sua bambola squadrò i due passanti come un investigatore.

La futura casa di Pitch non era molto lontana da quella di Lady, e si affacciava sulla piazza con la ruota panoramica. Ancora era solo una tenda, semplice e spoglia, ma la ballerina spiegò al nuovo arrivato che avrebbe potuto decorarla e arredarla come più gli piaceva.

"Abbiamo degli ottimi costruttori" affermò, sorridendo.

"Grazie" disse Pitch, varcando la soglia della sua nuova abitazione.

Fuori dal mondo dei balocchi, il castello sotto la zucca sghignazzante era stato pervaso da un'insolita atmosfera malinconica. Ci si parlava poco, e Madame Skeletron aveva preso il vizio di pulire la stanza del figlio maggiore più volte al giorno. Un hobby indecente, causa di molti litigi tra signore e signora. Lei che puliva, cantando una ninna nanna, e lui che le strillava dietro. Rigorosamente fuori dalla camera. Alla fine, per far tornare un po' di pace, Jack promise alla madre che avrebbe fatto lui le pulizie. Di notte, cosicché il padre non avrebbe potuto vederlo.

"Sei la mia salvezza" lo ringraziò Madame, stampandogli un bacio sul cranio.

La prima sera in cui prese servizio, armato di scopa e spolverino, Jack dovette lottare con la tristezza di vedere vuota quella stanza. Erano giorni che non entrava, e il magone lo prese subito nella sua vuota cavità toracica.

"Pitch, torna presto".


The Nightmare before Christmas . Circus-TownDove le storie prendono vita. Scoprilo ora