Compromesso dolce-amaro

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Rivedere gli alberi secchi che, con i loro rami, indicavano la via per la città natia gli aveva fatto venire un improvviso attacco di nostalgia. Nonostante stesse facendo caldo, si strinse ancor di più nel mantello e desiderò toccare il prezioso tesoro nascosto. Persino i capelli sembravano percepire il suo nervosismo: dal momento del risveglio, non stavano mai al loro posto; nemmeno passandoci più volte la mano bagnata. Un atteggiamento che fece impensierire anche i suoi compagni di viaggio, che lo squadravano da capo a piedi in cerca di una risposta.

"Il cenerino sta per farsela sotto dalla paura" lo canzonò una delle teste dei gemelli siamesi; l'unica che, a quanto pare, riusciva a parlare.

"Lascialo in pace, avrà le sue buone ragioni. – Lo difese il signor J, l'equilibrista amico di Lady. – Anche se, forse non ti farebbe male parlarne un pò".

"Io vengo da qui. – Ammise Pitch, lasciando ammutolita la maggior parte dei presenti. – Ma non ho bei ricordi da raccontare. Ero troppo strambo, per loro" nel parlare si poteva sentire il nodo che aveva in gola.

Ciò che aveva detto non era del tutto la verità, e un paio di presenti avrebbero potuto smentirlo, però in questo modo aveva evitato che gli ponessero altre domande sul suo passato. Di punto in bianco, comprese i singolare gesto di Spaund, quando gli aveva mostrato il mazzuolo: lo aveva spaventato, ma voleva solo evitare di rivivere quel che probabilmente sarebbe stato un gran dolore.

Pur di non pensare alla famiglia, lo Skeletron preferì passare il tempo a vedere gli addetti che mettevano su il tendone; e buttarsi sulle ultime prove. La mattina dello show, quando vide la busta viola sul comò, non la aprì né la degnò di uno sguardo.

"Non devi essere così nervoso" gli consigliò Lady, a fine allenamenti, dopo averlo invitato a sedersi su una panca.

"Ci saranno anche i miei, e Jack" disse il ragazzo, stropicciandosi le mani.

"Se mai dovessi avere dei ripensamenti, puoi sempre..."

"Assolutamente no! – Affermò deciso Pitch, intuendo che lei stava annuendo che per lui c'era la possibilità di tornare a casa. – Ho solo timore, di come potrebbero reagire: non hanno più avuto mie notizie, e non ci siamo lasciati felicemente".

La ballerina gli pose una mano sulla spalla, e i loro sguardi si incrociarono comunicandosi reciproca comprensione. Pitch, quasi involontariamente, prese a respirare il più silenziosamente possibile, pur di ascoltare il rumore dell'aria che passava nelle narici di lei.

"Ha l'aria di una che ne ha passate tante" pensò, osservando il luccichio delle iridi violacee.

"VOI DUE! – Tuonò Proteo, rovinando il momento per l'ennesima volta. – Toglietevi da qua! Devono allestire per i veterani".

"Come farà Ringmaster a sopportarlo" sbuffò Pitch, scostando la tenda che portava alla città per aprire il passo a Lady.

"Non per niente, non sono quasi mai insieme" rise lei, e anche lui.

Dal momento che mancava ancora del tempo, prima dell'inizio dello spettacolo, la ragazza propose al partner di andare a vedere se Francis fosse disponibile per sistemargli i capelli. Senza i suoi abitanti, il vecchio quartiere era un deserto in sfacelo, il che lo rendeva ancora più lugubre di quanto fosse già. Capirono che la donna barbuta era in casa, grazie al lume che si vedeva dalla finestra. Bussarono, e lei li accolse entrambi a braccia aperte, come sempre. Preparò loro anche del tè nero, invitandoli in questo modo a restare più del solito.

Terminato il piacevole incontro, i due fecero una tappa veloce nelle proprie case, per cambiarsi con gli abiti di scena. Davanti alla sua porta a ricciolo, Pitch trovò nuovamente il circense con cui si era scontrato tempo prima. Portava qualcosa in mano: un pacchetto bianco, e una piccola lettera.

"Il signor Direttore mi ha chiesto di consegnartelo. – Affermò, alzando il dono all'altezza occhi dello Skeletron. – Per lo spettacolo di stasera".

Il ragazzo accettò il dono, congedò il messaggero e aprì immediatamente la scatola. All'interno c'era una maschera bordeaux, a metà volto, non esattamente ciò che avrebbe voluto. Tuttavia, prima di dire qualunque cosa, lesse il biglietto che vi era allegato.

"Accetta questo compromesso.

Comprendo i tuoi pensieri, e per questo ti concedo la maschera. Ma non voglio che tu ti nasconda alla tua gente, e per questo te ne ho data una che non ti copre del tutto".

"Non ha tutti i torti" proferì Lady, dopo aver letto anche lei quelle poche righe.

"CHI DEVE PARTECIPARE, MUOVA LE CHIAPPE E RAGGIUNGA L'ARENA!" urlò uno dei veterani, tramite il megafono accanto alla porta d'uscita. Un espediente per evitare i ritardi.

I due corsero in fretta verso il palcoscenico di terra battuta. Tutta la città era venuta ad assistere all'insolito spettacolo, e Pitch potè riconoscere ogni singolo cittadino. Vide anche la sua famiglia, seduta ai posti dive si aveva la migliore visuale. Si strinse le mani, e senti il suo cuore esplodere. Lady avrebbe voluto incoraggiarlo in qualche modo, ma non ci riuscì.

Le luci si spensero, e Ringmaster comparve sul palco.


Nota: Ho voluto fare un capitolo più breve perché nel prossimo descriverò molto dettagliatamente lo spettacolo, e volevo che avesse uno spazio tutto suo. Alla prossima :* 

The Nightmare before Christmas . Circus-TownDove le storie prendono vita. Scoprilo ora