Gratitudine

48 4 0
                                    

I tre individui, vedendo i due nobili per niente intimoriti dalle loro minacce decisero di passare ai fatti iniziando ad avvicinarsi a grandi falcate e con le "armi in bella vista"; dal lato opposto Law si mise in posizione d'attacco, con il pugnale che luccicava e pronto a spargere un pò di sangue, anche se traballava ancora leggermente e la vista ogni tanto gli faceva vedere doppio e Kidd anche se sprovvisto di armi, ghignò serrando i pugni: a lui non servivano spade o altro per mettere qualcuno al tappeto, con le mani poteva tranquillamente fracassare un cranio; anche lui e il moro cominciarono ad avvicinarsi ai loro aggressori, accorciando sempre di più la distanza. Law però decise di mettere in chiaro alcuni dettagli prima che si scatenasse l'inferno, quindi sussurrò al rosso:

<< Lo so che non vedi l'ora di ammazzare qualcuno ma..evita; siamo in pieno centro e se qualcuno dovesse trovare 3 cadaveri chiamerebbe le guardie e si scatenerebbe il panico, quindi limitati a tramortirli. >>

<< Non fare il santo Stark, sei tu quello armato e con gli occhi pervasi dalla voglia di squartare qualcuno. >> e chi lo negava?

E proprio quando mancarono pochi metri uno dei tre energumeni, quello con il forcone, si lanciò contro i due urlando come un ossesso, e con lui lo seguirono anche gli altri: da lì in poi furono botte e colpi di pugnale. Law non si sentiva in colpa per la sorte di quei 3 pezzi di letame, cercavano rogne e le avevano trovate; lui e il rosso erano stati attenti, anche se con difficoltà a non fare una strage: Kidd aveva evitato con una rapida schivata il tipo col forcone arrivandogli di lato e dandogli un sonoro calcio sullo stomaco e un gancio sul naso, mettendolo subito k.o. Il moro invece stava tenendo occupati gli altri due schivando abilmente i colpi nonostante non fosse in piena forma: rapido come un serpente si era portato alle spalle del tipo con la pala e lo colpì con un colpo secco alla nuca, facendolo finire a terra privo di sensi: lui sapeva esattamente dove mirare. si voltò verso il cretino con il falcetto, deciso a chiudere anche con lui; si abbassò per evitare di essere colpito al voltò e cercò di indietreggiare per prendere la rincorsa e colpirlo alla faccia con il manico del pugnale, ma scivolò a terra, a causa dell'ennesima vertigine. Il plebeo torreggiava su di lui e stava per abbassare il braccio armato per colpirlo; Law credeva di poterlo schivare facilmente ma iniziò di nuovo a vedere doppio, quindi istintivamente chiuse gli occhi a causa del fastidio, e si coprì il volto con le braccia per difendersi. Non sentendo arrivare l'attacco aprì lentamente gli occhi e scostò le braccia, paralizzandosi di colpo: davanti al suo viso c'era il braccio di Kidd e quel merdoso falcetto si era abbattuto sulla carne del rosso che si trovava proprio alle sue spalle...potè avvertire il suo respiro caldo sulla nuca; quel deficiente lo aveva protetto con il braccio per impedire che venisse ferito! Law si voltò incontrando le iridi dorate di Kidd che lo fissava, con il volto a pochi centimetri di distanza: di nuovo sentì quello strano calore dato dalla vicinanza del rosso, ma decise di ignorarlo.

Kidd sbuffò divertito << Non rompere idiota, è solo un taglietto di merda; credevi che questo coglione potesse ferirmi? ah! non sottovalutarmi. >>

Il "coglione" in questione fissava i due con sguardo terrorizzato, dato che nessuno sembrava aver riportato qualche danno concreto; non si accorse della rapidità con cui Law, ancora a terra, lo colpi ai genitali con un calcio facendolo inginocchiare, ma fu di nuovo colpito dal moro con una testata alla faccia, svenendo sul colpo. Law si alzò in piedi e voltandosi verso Kidd vide la ferita sul braccio: sembrava profonda e sanguinava copiosamente; bisognava fermare temporaneamente l'emorragia e raggiungere la fortezza al più presto. Si strappò un lembo del suo mantello e lo strinse sul taglio del rosso e, ignorando il ringhio infastidito dell'altro, lo prese per il braccio illeso e lo strascinò via da quel vicolo maleodorante. Quando riuscirono a tornare nel punto dove erano riusciti ad uscire indisturbati trovarono Penguin e Killer ad aspettarli; appena potè il tizio mascherato corse verso il rosso, strappandolo dalla presa di Law e cominciando a tempestarlo di domande, manco fosse sua madre; Kidd cerco di abbreviare il racconto, non risparmiandosi sul descrivere come aveva ridotto quei pidocchi, sorridendo fiero; Killer si voltò verso Law, insultandolo mentalmente e di come la colpa di tutto fosse esclusivamente sua; il moro intuì i pensieri del massacratore e senza risparmiarsi fece sfoggio del suo dito medio, come a ribadire che delle sue minacce se ne fotteva altamente. Penguin si intromise tra gli sguardi d'odio dei due, facendo presente che c'era qualcuno che sanguinava, quindi tutti insieme, senza farsi vedere raggiunsero la stanza di Kidd. Killer si rivolse al rosso:

<< Kidd dobbiamo avvisare il medico di corte, prima che la ferita peggiori. >>

<< Non dire cazzate Killer, non dobbiamo dire niente a nessuno o quel fenicottero lo verrà a sapere! >>

Da dietro la maschera il biondo alzò gli occhi al soffitto, era peggio di un moccioso di 2 anni a volte;

<< Non puoi rimanere in queste condizioni. >>

Il moro si avvicinò ai due: << Ha ragione la testa rossa, il sovrano ha spie ovunque e lo verrebbe a sapere, quindi cerchiamo di evitare che la cosa esca fuori da questa stanza; per quanto riguarda la ferita me ne occupo io, ho già trattato questo tipo di lacerazioni. >>

<< Se pensi che lascerò Kidd nelle mani di un...>>

Penguin si intromise << Non ci sono alternative, Law è un esperto di medicina quindi non c'e motivo di agitarsi, tratterà il tuo lord con i guanti. >>.

Calò un breve silenzio nella stanza, e mentre Killer rifletteva sulla situazione, cercando di trovare alternative più reali fu interrotto da uno sbuffo di Kidd:

<< Lascia stare Killer, facciamo come dice questo coglione...basta che ci diamo una fottuta mossa. >>

Proprio in quel momento qualcuno bussò alla porta, facendo irrigidire i presenti nella stanza;

<< Kidd sei lì dentro? Bonney ti sta cercando! >> era la voce di Nami. Il rosso fece un gesto al massacratore, che capì all'istante: velocemente si incamminò verso la porta, aprendola rapidamente e uscendo senza dare modo alla rossa di guardare all'interno; meglio allontanarla e inventarsi anche una scusa con Bonney. Quando i passi nel corridoio furono scomparsi Law si rivolse a Penguin;

<< Ho bisogno di chiodi di garofano e di mirra, per prevenire un'infezione, dobbiamo anche interrompere il sanguinamento quindi...serve elicriso e occorre anche un impacco freddo; prendi anche bende pulite. >> Il servitore annuì e velocemente uscì dalla stanza mentre Law si avvicinava al rosso, che si era seduto sul letto: delicatamente gli rimosse il frammento del mantello che aveva usato..era fradicio di sangue. Osservò meglio il taglio: era una ferita lineare e perpendicolare alla superficie cutanea, non sembrava aver intaccato l'osso ma era abbastanza profondo; Law si sedette accanto al rosso, che, notando la manica sporca di sangue decise di togliersi la tunica che aveva, rimanendo a torso nudo. Il moro spostò lo sguardo sulla clavicola dell'altro, analizzando ogni centimetro di quella pelle bianca come il latte, fino a soffermarsi sugli addominali scolpiti, e continuare a scendere verso...

Penguin rientrò senza bussare, avanzando verso i due ( Law aveva distolto lo sguardo in tempo) con una cesta con l'occorrente per medicare la ferita; porse tutto al moro, che si accorse di un particolare: mancavano i fiori di garofano e lo fece notare al suo amico, che, costernato corse di nuovo fuori. Nel frattempo Law iniziò a maneggiare con quello che aveva, mentre il rosso lo guardava con una punta di sospetto;

<< Sei sicuro di sapere quello che fai? non vorrei che mi peggiorassi la ferita. >> a giudicare dal tono scherzava e il moro sorrise sarcastico;

<< Stai tranquillo bestione, quando avrò finito con te non avrai neppure più il braccio. >>

<< Hahahhahah, ti ho salvato quella faccia di merda che ti ritrovi, quindi vedi di fare un buon lavoro. >>

<< Perchè lo hai fatto? intendo...aiutarmi? >> il tono di Law era basso ma serio e Kidd lo notò.

<< Io sono l'unico che può sfregiarti quel viso del cazzo, nessuno deve togliermi quel piacere. >> ma non c'era scherno nella sua voce.

Entrambi erano seduti sul letto a baldacchino,a pochi centimetri di distanza e si fissavano intensamente negli occhi mentre il silenzio li avvolgeva; avvertirono la stessa sensazione di quando si erano ritrovati nelle taverna, con i loro corpi a contatto; Law non si accorse delle bende che gli erano cadute dalle mani, andandosi a sparpagliare sul gelido pavimento, così come Kidd non si rese conto di star avvicinando il volto sempre più a quello dell'altro; da quando il giovane lupo aveva preso a fissare il suo torace nudo aveva avvertito un brivido e il familiare calore che si impadroniva del suo corpo, e il cervello che si spegneva. Entrambi presero a guardare le labbra dell'altro, a separarle c'era davvero poco... Law, che ancora conservava un briciolo di razionalità tentò di allontanarsi ma il rosso non glielo permise: con una mano gli afferrò il volto e lo baciò.   

Il Lupo e il KrakenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora