Salvataggio

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<< Fammi capire... >> disse pacatamente Penguin mentre si massaggiava le tempie con entrambe le mani facendo gesti circolari; nonostante il tono della voce fosse calmo, l'espressione sul suo volto faceva presagire tutt'altra cosa: la tranquillità prima della tempesta, anzi dell'apocalisse. Poco distante, Kidd lo fissava con sguardo corrucciato e stanco standosene semidisteso sul suo letto in completo silenzio all'interno della sua cabina, e Killer appostato in un angolo.

Fortunatamente il biondo era riuscito a portarlo sulla loro nave, seppur con grande difficoltà vista l'impossibilità del rosso di camminare autonomamente, e lo aveva subito affidato alle cure del ragazzo moro che, per tutto il tempo non aveva smesso di porgli domande non vedendo Law insieme ai due. A mettere il carico da novanta ci aveva pensato Bonney che, vedendo il fratello ridotto peggio di una pezza, aveva quasi aggredito di domande il povero Killer, la cui pazienza stava raggiungendo gli sgoccioli per via della confusione che stavano creando la Greyjoy e Penguin. Il massacratore era a conoscenza del legame che lo univa a Lord Stark, un rapporto nato sin dalla tenera età e cresciuto insieme ai due ragazzi fino a tramutarsi in un sentimento fraterno, era stato Penguin stesso a raccontargli della loro amicizia con gli occhi illuminati per l'emozione di condividere qualcosa di così personale con lui; e lo capiva benissimo perchè aveva la stessa intesa di fiducia con Kidd e proprio per questo temeva la reazione del moro alla notizia del rapimento di Law; se si fosse trovato nei suoi panni avrebbe come minimo raso al suolo l'intera capitale, e al diavolo l'avvertimento di Vergo. Per Kidd si sarebbe gettato nelle fiamme dei sette inferi. Per grazia degli Dei Ace si intromise in quella baraonda confusa, tirando per un braccio la rosa con l'intenzione di portarla fuori dalla cabina e lasciare che il medico si dedicasse a suo fratello, nonostante lui stesso avesse domande riguardo il matrimonio che, evidentemente non era andato secondo i piani; ma decise di essere paziente, al contrario della lady che aveva gonfiato le guance come suo solito borbottando frasi incomprensibili, e facendo una lieve resistenza per rimanere nella stanza insieme agli altri. Roteando gli occhi al soffitto il Baratheon gli aveva intimato di seguirlo sul ponte della nave, dove Nami e Robin stavano sistemando le vele, ma aveva usato un tono gentile in quanto non sarebbe mai riuscito ad arrabbiarsi con la ragazza, le voleva troppo bene e capiva il suo turbamento; quando suo fratello Rufy era rimasto ferito per un'imboscata da parte di alcuni banditi, nemmeno Zoro e Sanji erano riusciti a farlo desistere dall'intento di andare in piena notte a cercare i colpevoli e a massacrarli nonostante fossero in gran numero, ma lui era fatto così: teneva a suo fratello più della sua stessa vita. Alla fine Bonney cedette, ma non prima di aver sussurrato direttamente nell'orecchio del moro " ...Vengo solo se mi dai un bacio.." , guardandolo divertita e con un sorrisino malizioso a decorarle il viso. Ace fece finta di non aver sentito nonostante le gote imporporate leggermente di rosso e una gocciolina di sudore sulla fronte, e la spinse definitivamente nel corridoio chiudendo la porta con un tonfo rumoroso. Il silenzio tanto agognato tornò sovrano nella piccola stanza, scarsamente illuminata dalla luce del sole che filtrava dall'oblò, per somma gioia di Killer che ingenuamente esultò per la fine di tutto quel macello inutile ma, evidentemente qualche forza sconosciuta gli voleva male. Penguin se ne stava al centro della cabina con le braccia conserte come in attesa di qualcosa, in attesa di spiegazioni; il massacratore avrebbe preferito che il moro medicasse prima Kidd, e successivamente avrebbero discusso sul da farsi per introdursi alla fortezza ma evidentemente quel ragazzino ostinato non avrebbe alzato un dito se non avesse saputo della sorte del suo amico. Il biondo decise di dosare attentamente le parole da usare e fece per aprire bocca ma la voce del rosso lo sovrastò imperterrita echeggiando in ogni angolo e perforandogli i timpani a causa dell'intensità del tono; in un attimo Greyjoy Kidd vuotò il sacco, senza pensare a quale sarebbe stata la reazione del moro, gli disse ogni cosa senza tralasciare nessun dettaglio, e sopratutto fece trasparire tutto l'odio che covava dentro, il risentimento che sentiva sopratutto per se stesso per non essere riuscito a proteggere il suo compagno, non riusciva a non sentirsi in colpa e il modo in cui il volto di Penguin si rabbuiava mentre proseguiva il racconto lo fece stare peggio. E quando finì di parlare, quasi rimpianse il casino assordante che c'era stato fino a pochi istanti fa, perchè quel silenzio era peggio di una coltellata al costato, l'atmosfera era talmente tesa da rendere l'aria irrespirabile e nonostante i raggi del sole che illuminavano parzialmente parte della camera, la temperatura scese a livelli artici. Il ragazzo moro non fece nulla per i primi istanti, come bloccato da ciò che aveva sentito, troppo occupato a metabolizzare quello che era successo al suo migliore amico e incapace di reagire: Law, colui che considerava al pari di un fratello gli era stato portato via. La confusione era talmente tanta da procurargli un forte mal di testa, spingendolo a massaggiarsi le tempie per cercare di fare mente locale e trattenere la rabbia che sentiva sgorgare da dentro.

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