Eventi inaspettati

97 5 0
                                    

Indubbiamente le giornate piovose possono dar origine a sentimenti malinconici, e dunque perchè negare al nostro essere quel naturale bisogno di rinchiudersi talvolta in se stessi e schiudere la porta a quella lieve sofferenza in cui si avverte la mancanza di qualcosa che non si riesce ad afferrare e che ci impone ritmi più lenti per frugare dentro la nostra anima? Quel tardo pomeriggio la fredda pioggia si era ripresentata, l'acqua veniva giù fitta e picchiava sul terreno come tanti spilli che cadendo con irruenza penetravano il manto stradale,scivolava via sottile, timida, quasi impalpabile ma fastidiosa fino a diventare molesta. Si infiltrava nelle case, sotto le porte, sprigionando quell'odore di stantio e ammuffito che perfora le narici e le tormenta col suo olezzo, col suo scroscio regolare e costante sembra quasi voglia scandire il tempo come un signore riverente. Law Stark se ne stava nella sua stanza, rannicchiato tra i cuscini del comodo letto a baldacchino, mentre sfogliava l'ennesimo libro di anatomia che aveva preso dalla biblioteca, il pavimento era disseminato di volumi e vecchi appunti e la porta era chiusa rigorosamente a chiave. Da circa due giorni si era rintanato nella sua camera con il preciso scopo di star il più lontano possibile dai malati di menti che vagavano per quel maledetto castello, persino Penguin era stato allontanato ma non per quel motivo. La verità è che aveva la necessità di mettere in ordine i pensieri, visti gli avvenimenti delle ultime 48 ore. Andando per ordine: Doflamingo quel pomeriggio di due giorni fa si era mostrato più inquietante del solito, era comparso alle sue spalle con troppo silenzio per i suoi gusti, e come se non bastasse quel bastardo aveva dichiarato di aver conosciuto sua madre e di averla quasi sposata; in un universo alternativo lui sarebbe potuto essere il figlio di quel fenicottero...raccapricciante, orribile, spaventoso. Ciliegina sulla torta, gli aveva di nuovo messo le mani addosso nonostante fosse risultato chiaro come il sole che quel contatto non era stato gradito la prima volta e di conseguenza, non lo sarebbe stato neppure la seconda. Per non parlare del suo sguardo: Law questa volta non se lo era immaginato, quello stronzo se lo stava divorando con gli occhi, aveva nello sguardo una luce lussuriosa e possessiva, cosa che contribuiva a renderlo un soggetto da tenere alla larga. Dopo essere letteralmente fuggito via pensava che la giornata fosse finita, che la sfiga fosse finita ma si sa, gli Dei non sono mai misericordiosi. Sulla strada del ritorno verso la sua stanza aveva incontrato quella testa rossa appoggiato con la schiena sulla parete del corridoio con le braccia incrociate al petto e lo sguardo, perennemente scazzato, rivolto verso la finestra davanti a sè. Il moro gli passò davanti come se non lo avesse visto, voleva evitare di avere altre conversazioni che gli incasinassero il cervello ma neppure quella volta gli andò bene; dopo aver superato il Greyjoy di pochi passi senti la sua voce rimbombare nel suo orecchio, minacciosa e bassa.

<< Hai finito di trastullarti con quel cretino di un fenicottero a quanto vedo. >>

Law fermò la sua camminata, come se fosse stato gelato sul posto. << Come prego? >>. Sibilò quelle parole a denti stretti senza voltarsi, stava ancora metabolizzando le parole pronunciate da quella boccaccia dipinta di rosso. Si sentì afferrare violentemente per le spalle e sbattere al muro con ancora la presa ferrea dell'altro addosso, che lo fissava con malcelata irritazione.

<< Da quel che ricordo avevi detto di detestare il contatto fisico, credevo che io fossi un'eccezione ma a quanto pare mi sbagliavo. >> sputò Kidd velenoso. Che cazzo, gli aveva dato fastidio vedere quel viscido vestito di rosa mentre toccava Law senza che quest'ultimo reagisse ma, restasse immobile come una statua; certo la tensione era stata palpabile da parte del moro ma...non lo sopportava comunque! Il giovane Stark alzò gli occhi al soffitto; << Non fare la mogliettina gelosa Greyjoy, o potrei pensare che tu ti sia innamorato di me. >> gli sorrise sarcastico. Per risposta il rosso gli prese il mento con una mano, ma senza fargli male, con sorpresa di Law. << Nessuno deve metterti le mani addosso stronzo, solo io posso farlo! non intendo condividere quello che mi appartiene. >> sfiorò le labbra del ragazzo di fronte a lui con insolita delicatezza, anche se dentro stava ardendo come fuoco. Law afferrò il colletto della maglia di Kidd avvicinandolo ulteriormente al suo viso, la voglia di sentire il suo odore era troppo forte, così come il volersi specchiare in quegli occhi color ambra. << Potrei dire la stessa cosa di te Greyjoy. >> sussurrò appena, gli occhi ridotti a due fessure. Questa volta fu il turno del rosso ad alzare gli occhi al cielo; << Ancora con questa storia? ti ho detto che Ace è solo un mio vecchio amico, non credere che non abbia notato le frecciatine che continuavi a lanciargli giù nei sotterranei scemo. >>.

Il Lupo e il KrakenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora