Cambio di programma

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"Ma dove cazzo è finito Penguin"

Da circa mezz'ora Law girava in tondo per i lunghi corridoi a volta della fortezza Rossa in cerca del suo servitore. L'ultima volta che lo aveva visto, lo aveva lasciato con il compito di medicare il braccio di quel cretino di un Greyjoy, quindi a rigor di logica doveva essere nella stanza del rosso. Ma quando era andato a bussare e, non sentendo risposta era entrato aveva trovato la camera vuota, quindi... il suo servitore o era andato a cercarlo, oppure era andato a zonzo per il castello. Ci avrebbe messo un'eternità a setacciare tutta la fortezza, quindi pensò di tornare nella sua stanza, magari lo stava aspettando lì. Grazie agli Dei ricordava la strada per ritornare nella sua camera, visto che gli alloggi del sovrano molto distanti da tutti gli altri, ma lui aveva un'ottimo senso dell'orientamento, quindi non si preoccupò di perdersi. Istintivamente si guardò intorno con sguardo vigile: l'idea che quel bastardo del primo cavaliere del re lo tenesse d'occhio lo innervosiva, e giurò che se mai lo avesse beccato a spiarlo, gli avrebbe appiccicato un pugno su quella merdosa faccia. Girò l'ennesimo angolo di quei passaggi tutti uguali con il pavimento in marmo e, proprio quando stava per imboccare l'ultimo corridoio, alla fine di esso spuntò una testa rossa familiare. Law non potè impedirsi di sgranare gli occhi e sollevarli verso il soffitto: quel coglione era l'ultima persona che voleva vedere, non aveva ancora avuto modo di riflettere su quello che era successo tra di loro e sinceramente non sapeva come comportarsi nei suoi confronti ( magari riempirlo di botte per averlo baciato) ma in fin dei conti quel gesto, anche se inaspettato non gli era dispiaciuto affatto: aveva provato sensazioni piacevoli e selvagge, l'adrenalina che gli schizzava nelle vene e un calore quasi soffocante; mentre seguiva Vergo si era ritrovato a toccarsi le labbra con la lingua, come se cercasse anche una minima traccia del sapore dell'altro. Sospirò sconsolato. Quell'imbecille lo attraeva fisicamente, e non poco. "Non è una tragedia" si ripetè, provare interesse fisico per qualcuno non significava automaticamente essere legati a quella persona, cosa che lui voleva evitare a tutti i costi: non si sarebbe mai legato a qualcuno, non avrebbe mai ricommesso quell' errore. Notò che quello scimmione si era accorto della sua presenza sul lato opposto del corridoio e,a grandi falcate si diresse verso di lui con uno sguardo un pò troppo predatorio.

<< Cazzo...>> imprecò a bassa voce lo Stark.

Senza pensarci troppo Law si voltò e prese a correre, cercando di seminare l'altro che gli stava alle costole. Non aveva voglia di vedere il suo brutto muso. Con grande agilità ripercorse tutta la strada che aveva fatto per tornare nella sua stanza ma evitò di andare nella direzione della camera del re, quindi girò verso un corridoio che portava chissà dove; si chiese che faccia avrebbe fatto Penguin a saperlo mentre giocava ad acchiapparella con il rosso, probabilmente avrebbe scosso il capo in segno di rassegnazione, e a quel pensiero sorrise sarcastico. Sorriso che scemò nel momento in cui sentì una presa ferrea che lo afferrava per la vita, mettendo fine alla sua fuga; sperò con tutto il cuore che alle sue spalle ci fosse Vergo, sarebbe stato il male minore, ma le sue preghiere si volatilizzarono nel momento in cui voltò il capo all'indietro ritrovandosi il fottuto sorriso di Kidd, che lo guardava come un predatore che aveva appena acciuffato la preda.

<< Ti ho catturato lupetto. >> disse trionfante il rosso.

<< Lasciami testa di cazzo. >> Law strinse le mani sul braccio di Kidd che lo intrappolava al suo corpo massiccio.Il Greyjoy sbuffò divertito dalla futile resistenza dell'altro. Quando lo aveva avvistato alla fine del corridoio ringraziò gli Dei per averlo trovato in così poco tempo ma, quando aveva visto l'altro darsi alla fuga, non aveva esitato nemmeno per un momento e gli corse dietro; trovò quella situazione divertente in quanto si vide nei panni di una tigre che rincorre la gazzella, e per fortuna lo aveva raggiunto in quanto il moro aveva rallentato per capire quale direzione prendere e lo aveva acchiappato; e ora che lo aveva, di nuovo, tra le mani si sentì potente come non mai. Si guardò intorno per cercare uno spazio appartato con cui discutere con il moro (solo discutere...già), e vide una porta a pochi metri da loro. Incurante dell'altro che lo insultava si dimenava come un'anguilla, Kidd la raggiunse ed aprì, senza nemmeno bussare, sorridendo soddisfatto nel constatare che si trattava dell'ennesima stanza per gli ospiti anche se era arredata piuttosto umilmente. Scaraventò lo Stark all'interno senza tante cerimonie e si richiuse la porta alle spalle. Law andò a finire sul un tappeto di stoffa verde e,facendo leva sugli avambracci si rivolse al rosso;

<< Figlio di una cagna bastonata che intenzioni hai? >>

<< Non è la prima volta che me lo chiedi Stark,forse non vedi l'ora ripetere quello che è successo in camera mia? >>

Kidd ghignò mostrando tutta la sua strafottenza; in realtà voleva parlargli del piano di sua sorella ma, non resistette all'impulso di punzecchiare il moro, era davvero uno spasso,e nessuno lo divertiva ed eccitava come solo lui sapeva fare. Law dal canto suo sorrise sarcasticamente, avvertendo come le parole dell'altro gli avevano provocato un brivido di eccitazione; << Prova solo a mettermi le tue zampacce addosso e te le amputo. >> .
Il rosso si sentì quasi sfidato a farlo e se c'era qualcosa che lo esaltava erano le sfide, specie se ardue. Fece un paio di passi fino a portarsi davanti al moro che lo guardava dal basso all'alto e, lentamente si abbassò poggiando i gomiti sulle gambe; decise di rimandare i giochi a dopo.

<< Devo parlarti di una faccenda importante Stark: mia sorella ha deciso di non sottostare agli ordini di nostro zio e di conseguenza non sposarsi, ma ci serve anche il tuo aiuto per mandare tutto a puttane; nemmeno tu vuoi sposarti e tornare in quella topaia innevata che chiami casa quindi...sei dei nostri? >>

Il moro sbattè le ciglia un paio di volte, mentre la sua espressione si faceva seria; era ovvio che non voleva sposarsi, lui per primo aveva sperato che sorgesse un qualche impedimento che annullasse la cerimonia e tornare a Grande Inverno senza mettere più piedi in quella cazzo di fortezza. Ma mai avrebbe previsto che sarebbe stata la sua futura consorte a ribellarsi,solitamente erano le donne che si rassegnavano senza fiatare quando si trattava del loro matrimonio. Invece ora aveva l'opportunità di riprendere in mano la sua vita, non avrebbe più obbedito a quel tiranno di suo padre, avrebbe preso le redini di Grande Inverno e avrebbe vissuto come voleva lui. Ora bisognava pensare a come agire. Si tirò a sedere senza spostare lo sguardo dal rosso che, con quel cambio di posizione aveva il volto a pochi centimetri dal suo.

<< Ci sto, avete la mia collaborazione. >>

Kidd annuì soddisfatto.Ora dovevano solo incontrasi con Bonney e i rispettivi servitori per organizzare il piano, in questo modo ognuno se ne sarebbe tornato a casa sua; al pensiero che non avrebbe più rivisto quel saccente di uno Stark quasi gli dispiacque, non avrebbe avuto qualcuno da prendere per il culo ( con Killer non si divertiva come invece faceva con Law), o qualcuno da braccare nei corridoio, o da sbattere al muro. Sicuramente non potè intuire quello che stava passando per la testa del moro, perchè anche lui stava avendo lo stesso pensiero. Non riuscì a spiegarsi quella difficoltà a staccarsi dall'altro, in fondo cosa c'era tra loro? si erano solo dati un paio di baci e si erano sfiorati un pò. Ma entrambi avvertivano quell'attrazione quasi magnetica che scattava quando erano vicini, era qualcosa di spontaneo, che accadeva automaticamente quando i loro occhi si specchiavano in quelli dell'altro; tutti e due negavano fermamente che qualcosa dentro di loro era scattato nel momento in cui i loro corpi si erano toccati. Kidd si passò una mano tra i capelli rossi, scompigliandoli lentamente; quel pidocchio dai capelli corvini gli faceva perdere la ragione, quegli occhi che sembravano due pezzi di iceberg pronti a congelargli l'anima...gli facevano accelerare il battito cardiaco. Visibilmente distratto non notò la luce perversa che aveva illuminato lo sguardo di Law e questo fu un errore: il moro gli saltò letteralmente addosso mandandolo a spiaccicarsi sul pavimento mentre si sedava a cavalcioni sul suo bacino. Guardò il rosso riprendersi dall'attacco a tradimento e farsi sorpreso;

<< Hey, che ti salta in mente Stark? vuoi forse morire? >> Ma sul volto di Kidd aleggiava un sorriso di pura depravazione e il suo tono erano tutt'altro che minaccioso. Vedere il moro seduto sopra al suo corpo gli mandò tutto il sangue al basso ventre.

Law ghignò malefico; << Se c'è qualcuno in questa stanza che rischia la pelle sei tu...Greyjoy >> gli sfiorò il collo con le dita ambrate in una sensuale carezza, gesto che mandò in tilt il cervello del rosso. Con uno scatto rialzò il busto che si scontrò con quello di Law, gli strinse un braccio intorno alla vita mentre con la mano dell'altro gli strinse il sedere provocando un mugolio dalla bocca del moro. Le loro labbra erano talmente vicine da sfiorarsi, i loro respiri e il loro odore si mischiavano.

<< Mi fai impazzire...Law >> Kidd baciò violentemente la bocca del moro, dando subito via ad uno scontro di salive e morsi, che nessuno dei due sembrava intenzionato a perdere; entrambi si toccavano febbrilmente, senza risparmiare nemmeno una frazione di pelle coperta. Law stringeva le ciocche scarlatte mentre le sue braccia erano avvolte sul collo dell'altro, e con la bocca lo divorava. Averlo sentito pronunciare il suo nome con quel tono malizioso lo aveva spinto a mandare a puttane la sua lucidità, in quel momento voleva solo pensare al quel corpo massiccio sotto di lui che lo toccava senza pudore.  

Il Lupo e il KrakenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora