Dialoghi

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Luogo: Stanza del re.

Law si aspettava di incontrare il sovrano nella sala del trono, ma non di essere atteso nei suoi alloggi privati, quell'ambiente gli provocava uno strano senso di disagio. Doflamingo Lannister se ne stava di spalle ad osservare il paesaggio fuori dalla grande finestra ovale aperta sul giardino;la sua stanza era enorme, circa la metà della sala del trono e immersa nel lusso più esagerato:il soffitto fatto a cupola era decorato da vari dipinti, fastose volte affrescate, cornici e stucchi dorati che giocano con i raggi del sole, preziosi rivestimenti per il soffitto dipinte,l'immenso letto a baldacchino aveva cortine di broccato d'oro e d'argento, un caminetto in marmo screziato rosso e bruno venato di bianco,e le tappezzerie dei muri erano di pura seta. Tutta quella ricchezza gli dava il mal di testa: tutto il regno sapeva che i Lannister erano la casata più agevolata sul piano economico, ma per Law non erano altro che dei palloni gonfiati. Il primo cavaliere del re, che se ne stava al suo fianco con la schiena dritta e le mani dietro la schiena si rivolse al sovrano ancora rivolto verso la finestra, nonostante avesse sentito qualcuno entrare:

<< Vostra grazia, ho portato il giovane Stark come da voi richiesto. >>. Solo allora il biondo si voltò verso di loro, mostrando il solito sorrisetto maniacale. Law sentì la stessa voce di poco fa, venirgli rivolta: << Ragazzo, dovresti inchinarti davanti al tuo re. >>

<< Non preoccuparti Vergo, puoi ritirarti. >> fu la voce del sovrano a distoglierlo da quel pensiero. Il cavaliere fece un breve inchino e uscì, lasciando i due soli. Law si sentì ancora più a disagio, il modo in cui lo guardava quel maniaco vestito di rosa gli metteva i brividi, ma non di paura bensì di disgusto:sembrava volergli scrutare anche la parte più remota del suo essere.

<< Allora lord Stark, come procede il vostro soggiorno alla fortezza rossa? >>

<< Molto bene Vostra Altezza. >> Law cercò di usare un tono abbastanza sottomesso, ma non gli riuscì bene.

<< E che mi dite di lady Greyjoy? state passando del tempo assieme per conoscervi? >> Law a quella domanda deglutì silenziosamente; più che passare il tempo con la sua promessa sposa, lo stava facendo con il fratello; già...quello scimmione impellicciato affetto da palese ritardo mentale che lo aveva baciato e sbattuto su un fottuto letto.

<< Certo Vostra Altezza, stiamo cercando di andare d'accordo per il bene delle nostre casate. >> Stronzate. Nonostante fossero passati solo tre giorni da quando si erano incontrati, sembrava che a nessuno dei due andasse di passare tempo con l'altro, o che si cercassero. Aveva sentito da un servitore che la Greyjoy passava spesso nelle cucine reali, ma per quale motivo Law non sapeva dirlo.

Il sovrano fece un ghigno, seguito da una bassa risata << I matrimoni combinati sono alquanto noiosi vero? io stesso ho rifiutato proposte matrimoniali da ogni parte del regno, servono solo a rafforzare la posizione politica e la forza militare, e a me non serve tutto questo.>>

Il biondo cambiò il suo sguardo: da sarcastico a..nostalgico; << Mio padre ripeteva sempre a me e mio fratello di sposarci solo per amore, di condividere il resto della nostra esistenza con qualcuno di importante...non gli ho mai dato molta retta, fino a quando ho incontrato quella persona: ho capito il significato di quelle parole, ma anche cosa significa perderla.>>

Law lo fissava con distacco: cosa cazzo gliene fregava a lui di quella storiella sfigata? Doflamingo sembrò intuire i suoi pensieri, infatti riacquistò la sua solita faccia da culo e prese ad avvicinarsi al moro.

<< Ad ogni modo lord Stark, non credo sia saggio che se ne vada fuori dalle mura in compagnia di lord Greyjoy, la cittadella può rivelarsi un posto sgradevole per due nobili. >>

Law sospettava che quel bastardo seguisse i suoi movimenti, aveva spie ovunque.

<< Il fatto che preferisca passare il tempo con qualcuno che non sia la sua futura consorte non mi tange, tuttavia preferirei che rimanesse in luoghi dove il mio controllo è assoluto, lo dico per la sua sicurezza. >>

Il moro non potè impedirsi di aggrottare leggermente le sopracciglia: non gli piaceva per niente quello che stava sentendo; tutto quel controllo da parte del re non gli sembrò giustificato, e sopratutto non ne capì il motivo. Incurante di avere di fronte, ad un passo di distanza il sovrano dei sette regni, Law decise di volerne sapere di più.

<< Non ne capisco il motivo, perchè si preoccupa così tanto per un'estraneo? >> non si curò nemmeno di usare " Vostra maestà" per rivolgerglisi; che si fottesse.

Il re non rispose, semplicemente continuò in silenzio a fissarlo dall'alto in basso( considerata la stazza imponente). Law pensò che la conversazione sarebbe terminata lì visto che non arrivava nessuna risposta;tuttavia mai avrebbe previsto quello che, dopo pochi minuti accadde: il sovrano posò con delicatezza una mano sulla guancia del moro, gesto che lo paralizzò dalla testa ai piedi.

Non si sarebbe mai aspettato un contatto così diretto con il re; sentì il corpo irrigidito, a causa di quella sgradita vicinanza. Il contatto fisico in sè con gli altri lo metteva a disagio, certo con quella testa rossa non aveva avvertito chissà quale malessere..ma quella era un'altra storia! il suo ferreo autocontrollo vacillò per un'istante e senza che se ne rendesse conto, schiaffeggiò la mano dell'altro, allontanandosi di un passo con sguardo infastidito. Visibilmente sorpreso, Doflamingo ampliò il suo sorriso;<< Ricorda le mie parole Law, è meglio per te se non varchi le mura di questo castello, perchè altrimenti Vergo verrà ad informarmi e io sarò costretto a prendere dei provvedimenti. >> Il giovane Stark decise di averne abbastanza di quella situazione e, senza inchinarsi o altro uscì da quella maledetta stanza sotto lo sguardo divertito dell'altro.


Luogo: Balconata stanza di Bonney.

<< Hey sorellina, mi hai fatto chiamare? >>

Kidd nel frattempo aveva raggiunto sua sorella, incuriosito per ciò che doveva riferirgli Bonney ma anche impaziente: aveva voglia di andare a cercare quello stupido di uno Stark per chiarire quello che era successo; si ripromise che non appena avrebbe terminato con sua sorella si sarebbe incamminato alla ricerca di quel cretino saccente. Bonney era rivolta con lo sguardo verso il mare, sul suo volto affiorava uno sguardo nostalgico, come se quell'immensa distesa blu gli revocasse pensieri lontani, come la sua casa nelle isole di Ferro.

Si voltò verso suo fratello, non premurandosi di nascondere il suo stato d'animo; << Kidd, io voglio tornare a casa. >>

Il rosso fece una smorfia sorpresa alzando un sopracciglio, tuttavia non rispose.

<< Stare in mezzo a questi nobili del cavolo non fa per me, questa città non fa per me...questo matrimonio non fa per me! >>

<< Bonney...siamo qui da quanto? 3-4 giorni, non puoi seriamente dire di averne le palle piene in così poco tempo, e poi sai benissimo che non possiamo tornare, almeno non tu. >>

<< So perfettamente quali sono gli ordini di nostro zio...io devo sposarmi e andare a vivere con mio marito, mentre tu te ne tornerai a Pyke, e quando morirà quel bastardo salirai sul trono del mare...ma sai che ti dico Kidd? me ne fotto di quello che vuole quel decrepito, io non voglio sposarmi e sono certa che nemmeno lord Stark lo vuole quindi...perchè non ribellarci? se ci uniamo e organizziamo un piano possiamo uscirne tutti, io e te torneremo alle isole di ferro e ci sbarazzeremo di nostro zio, così sarai tu a regnare, e Stark potrà tornarsene a Grande Inverno! >>

Kidd alzò gli occhi al cielo scuotendo la testa; sua sorella non era mai stata una persona obbediente così come non lo era lui, a loro due piaceva infrangere gli ordini e far perdere le staffe a quella mummia dello zio. Gli dispiaceva di dover vedere sua sorella andare in sposa a qualcuno che nemmeno conosceva( anche se quel qualcuno beh..lo aveva baciato..ma dettagli) ed essere infelice per tutta la vita.

<< Senti Kidd, perchè non vai a parlare con Lord Stark? io nel frattempo avrei una certa faccenda di cui occuparmi. >>

Il rosso annuì senza nemmeno pensarci, stava giusto aspettando una scusa per allontanarsi e cercare il moro ma sua sorella gli aveva servito quell'occasione su un piatto d'argento.

Prima di congedarsi, si rivolse di nuovo a sua sorella; << Che devi fare di tanto importante? >>

<< Beh...diciamo che sto aspettando una persona e voglio assicurarmi di riceverlo di persona. >> rispose la rosa torturandosi i capelli.

Ma Kidd, non volendo sapere altro, capì di aver perso anche troppo tempo, e con un gesto della mano salutò sua sorella e rientrò all'interno.

Il Lupo e il KrakenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora