Chapter 6

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Non è stato un giorno migliore o peggiore degli altri, ma di sicuro diverso.

Arrivata a casa sentii il telefono squillare.

Risposi.

Sum:ciao Calum

Cal:Ciao Summer

Sum:Perché mi chiamavi?

Cal:Dobbiamo parlare

Sum:Dimmi

Cal:Meglio se parliamo di persona

Sum:Ok,quando?

Cal:Adesso?

Sum:Va bene, dove?

Cal:Tu vai alla spiaggia

Sum:Ok, a tra poco

Cal:A dopo

Era strano, preoccupato, questo mi incuriosiva e preoccupava allo stesso tempo.

Arrivai alla spiaggia, c'era la sua bicicletta appoggiata ad un cartello.

"Dove andiamo?" chiesi

"A parlare" rispose freddo

"E perché non qui?"

"Perché io conosco un posto migliore per parlare, dove..."

Alzò la voce "...nessuno ascolta" completò con un colpo di tosse

"Vogliamo andare?" aggiunse

"Hm...si" dissi incerta

"Non sono un Hemmings"

Un Hemmings?

Passeggiammo lungo la spiaggia, con i piedi in acqua, il mare mi aveva rilassata fin da bambina.

Lungo il tragitto ci fu solo silenzio, ogni tanto Calum canticchiava.

Arrivammo a destinazione, una scogliera.
Una scogliera?
C'erano diversi pezzi di legno, riuniti come per fare un falò, e poi una confezione di marshmellow.

"Per fortuna non mi hanno rubato la merenda" disse

"Idiota" dissi ridendo

"Per le cose stupide esiste Ashton" disse

"E io per cosa esisto?" chiesi

"Per le cose complicate" rispose convinto

Si creò un silenzio imbarazzante, che mi diede il tempo di elaborare tutto quello che volevo dire.

"Poi sono le ragazze quelle difficili, quelle gelose e incomprese, mi avete stufato tu e il tuo amichetto, con queste risposte brevi e misteriose, o mi dite le cose come stanno o non mi rispondete e basta, per ora sei tu che stai complicando le cose"

"Hey calmati" mi interruppe

"È che non ce la faccio più,tutto questo è troppo per me" dissi

"La vita non è come un libro" disse

"Purtroppo" commentai

"Vedrai che si sistemerà tutto" mi rassicurò

"Solo se tu mi spiegherai tutto" dissi

"Solo dopo essere riuscito ad accendere questo fuoco"

Dopo mezz'ora passata a tentare di accendere il fuoco mi lasciò provare e al primo tentativo ci riuscii.

Iniziò a raccontarmi tutto, mentre mangiavamo i marshmellow, io li mangiai 'crudi', per esperienza le poche volte che ho provato ad abbrustolirli sul fornello ho fatto casino, e non avevano un buon sapore.

Cal fece un respiro profondo.

"Avevo due anni quando cambiai casa.
A quell'epoca Luke era il mio vicino di casa, le nostre case erano attaccate, e molte sere veniva a dormire da me perché suo cugino, che dovrebbe essere stato il suo babysitter, approfittava del fatto che Luke fosse piccolo e innocente per i suoi fini.
Il tempo passò e ormai avevamo 6/7 anni, avevamo appena incominciato la prima elementare, e stavamo tutto il tempo insieme, andavamo a scuola insieme, facevamo insieme i compiti, eravamo inseparabili.
Fino a che non arrivò Michael, che Luke pensava essere un grande amico.
Un giorno tornavamo da scuola per mano e quando suo cugino ci vide arrivare, disse che eravamo femminucce, che sembravamo gay, e che non voleva essere preso in giro per colpa nostra, disse a Luke che lui era un ometto e che gli ometti picchiavano quelli come me.
Così Luke lasciò la mia presa, e mi spintonò, io caddi a terra, ma non bastò, perché Damon, con quelle vans nere continuò a tirarmi calci.
Mi lasciarono lì, malconcio, in mezzo al marciapiede, fino a quando ritornò mio padre dal lavoro, io ero senza sensi, mi portarono all'ospedale, e ne uscii con il gesso e i punti.
Dopo quella volta i miei continuarono a litigare.
Mi portarono dallo strizzacervelli perché avevo chiesto cosa voleva dire essere gay.
Quando seppero tutta la storia decisero di non denunciare Damon, ma di minacciarlo, se non se ne fosse andato lo avrebbero denunciato.
Mio padre litigò con mia madre anche per questa sua decisione.
Affidarono a mio papà, una missione all'estero, se ne andò.
L'utima volta che tornò sembrò diverso, era ritornato quello di prima.
Luke mi evitava, preferiva il suo amichetto Michael.
Ma quando se ne andò e lo lasciò da solo come aveva fatto lui con me tornò a scusarsi, ma ormai era troppo tardi."

"Ma tu non sai tutto" lo corressi

"Cosa non so?" chiese

"Che Michael, se ne andò come tuo padre...per sempre" risposi

"Cosa?" chiese agitato

"Si, morì in un incidente d'auto, in cui potrebbe essere morto anche Luke" spiegai

"Ora sono io il pessimo amico" disse

"Calum eri troppo piccolo per capire" dissi

"Lo ero anche per quelli strizzacervelli" si lamentò

"Lo so"

Lo abbracciai.

Sapevo che avrebbe pianto

Non avrei sopportato altre lacrime.

Quelle vans nere. || 5SOSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora