Mi svegliai di soprassalto, stavo sognando, facendo un incubo, o qualcosa di simile, non riuscivo a chiudere occhio.
Era domenica, quindi avevo tutto il giorno libero, decisi di alzarmi.
Feci una doccia, forse mi avrebbe tolto di dosso oltre alla sporcizia anche i pensieri.
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Un tintinnio familiare mi svegliò, no, era lunedì, non ero in gran forma...
Infatti tornai a casa dopo due ore, con la febbre.La febbre era scesa, dopo qualche giorno.
Ero piu cosciente di prima e la curiosità mi stava uccidendo.
Assolta nei miei pensieri sentii la prof chiamarmi, signorina...
"Sì?"
"Vada a fare le fotocopie, così magari si sveglia" disse
Aprii la porta, ma sentii chiudersene due.
Vidi un ragazzo incappucciato tutto vestito di nero, come le sue vans.
Era quel ragazzo, erano quelle vans nere.
Quando si accorse che lo stavo seguendo, girò a destra e sparì.
SISSI's P.O.V.
Vidi Summer aggirarsi per i corridoi.
Aveva in mano dei fogli da fotocopiare.
Le diedi le indicazioni per raggiungere la segreteria, anche se sapevo che stava seguendo qualcuno, qualcuno misterioso, e non molto sociale.
Non riuscivo a stare serena in classe sapendo che quell'alta figura oscura era tra le stesse quattro mura in cui stavamo io, Cal e Summer.
Finsi di non avere capito niente.
Ma dietro alle risate ero troppo ansiosa.
Verso sera crollai e raccontai tutto a Cal.
Quando gli dissi che quel ragazzo indossava delle vans nere il suo sguardo si perse nel vuoto, ed una lacrima gli rigò il viso.
"Cal stai bene?" chiesi preoccupata
Non rispondeva.
"Fratellone, così mi spaventi" iniziai a piangere anche io dal nervoso
Mi abbracciò e mi sussurrò all'orecchio - "Tieni Summer lontana da quel ragazzo,quando sarà tempo ti racconterò la sua storia, e quella di quelle vans nere"
Una luce immensa illuminò il cielo, seguita da un rumore, era un lampo.
Mi tappai le orecchie, fin da piccola avevo avuto paura dei temporali: mi intrufolavo nel lettone dei miei genitori, o mio papà mi cantava la canzone della pioggia, che concludeva con un bacio sulla fronte.
Ricordo ancora l'ultima volta che lo vidi, vestito per bene, come per andare ad una festa, i suoi occhi erano chiusi, il suo viso pallido, le sue labbra non cantavano più la canzone della pioggia, le sue mani poggiavano sul suo petto esanime, quel soldato robusto e solare giaceva in quella cassa di legno.
Ora è sotto terra, ora è MORTO, quando sentivo gli altri dire che mio padre era morto mi arrabbiavo e dicevo che era andato all'isola che non c'è, ed io non potevo andare a trovarlo.
A volte penso a come si senta ora che è MORTO.
Un altro lampo apparve in cielo.
"Cal, ho paura" sussurrai
Non rispose.
Vidi una figura magra, con i pochi muscoli accentuati dalla luce della luna.
La figura si avvicinò e disse "Sissi, sono Cal"
Gli feci spazio, gli chiesi se mi cantava la canzone della pioggia, iniziò a cantare
"I love the summer rain, I love the sounds you made"
Chiusi gli occhi, continuai ad ascoltarlo.
Quando finì la canzone mi lasciò un bacio sulla fronte.
Solo Dio sa come Cal faccia ad essere così dolce a volte, saranno passati sicuramente anni dall'ultima volta che mi rasserenò, era il funerale di nostro padre.
Fece per andarsene.
Lo presi per mano e dissi "Non te ne andare, resta!"
Mi lasciò un altro bacio sulla fronte e rispose "Resto solo se ora dormi"
Annuii chiudendo gli occhi.
Mi spaventai stringendo la sua mano ancora più forte per la paura di un altro lampo.
Mi addormentai cullata dal suo respiro caldo, in mezzo alle braccia magre ma possenti del mio fratellone.