SUMMER's P.O.V.
Ero a casa, stavo mangiando gelato.
Non avevo voglia di uscire con nessuno, avevo voglia di starmene da sola.
Ma mangiare gelato guardando storie d'amore a lieto fine che a me non sarebbero capitate mai era troppo deprimente.Presi le cuffiette ed uscii.
Dopo avere camminato per un bel po' arrivai ad una piccola spiaggia, dove decisi di fermarmi a leggere.
Mi allontanai dal mondo, tra il rumore del mare ed Abby e Travis.
Ad un tratto sentii i piedi bagnati, alzai lo sguardo.
C'era vento, il mare era mosso.
Di lì a poco iniziò una tempesta.
Trovai un ombrello sulla spiaggia, lo presi e mi diressi verso casa.
Fissavo l'asfalto bagnato, le pozzanghere e le gocce che cadevano, il rumore della pioggia mi è piaciuto da sempre.
Arrivando a casa attraversai la strada, quando vidi quelle vans nere, pensai che avrei trovato la risposta a tutti i miei dubbi, alzai lo sguardo, e questo mi bastò per capire che era una ragazzo alto, vestito tutto di nero, una felpa larga con il cappuccio per la pioggia, da cui però spuntava un ciuffo di capelli biondi, e degli skinny jeans neri strappati.
Lo seguii chiedendogli, anzi urlando se voleva che gli prestassi l'ombrello, ma accellerò il passo e scomparve in un vicolo buio, stretto e spaventoso.
Quando avrebbe finito di assillarmi quel pensiero, illusa, ecco cosa ero!
Cosa mi aspettavo?
Che si presentasse sotto casa mia bagnato fradicio con la cioccolata ed una chitarra?
Che iniziasse a cantare drunk nel mezzo della notte?Si era quello che mi aspettavo, ma sapevo che non sarebbe accaduto.
- - -
Pioveva.
Alcune gocce si fermavano sulla finestra, e poi cadevano.
Cadevano allo stesso tempo delle mie lacrime, mentre oltre al rumore della pioggia sentivo il rumore dei miei singhiozzi, tra le mattonelle a cui rimaneva poco del bianco originale ormai coperto da scritte su scritte.Sentii un boato dall'altra parte del muro.
Da quella parte c'era il bagno dei maschi, forse era lui, quello delle vans nere.Per un momento mi preoccupai.
Ma che senso aveva preoccuparsi per quella persona?
*prima*
Uscii dalla classe per bere un sorso d'acqua.
Le vidi lì, quelle vans nere, appartenevano allo stesso ragazzo alto e biondo dell'altro giorno.Lo guardai.
Mi avvicinai.
Lo guardai negli occhi, quegli occhi furono la mia rovina.Così blu, puri e intriganti, limpidi e oscuri allo stesso tempo.
Mi piantai fissa davanti a lui, era più alto di me, da lontano sembrava più basso.
Notai ogni singolo particolare del suo viso: le fossette, le labbra screpolate, i suoi occhi persi nel vuoto, sembrava non accorgersi di me.
Mi appoggiai al lato opposto del davanzale pensando di sostenere una conversazione normale, invece no.
"Sai, io sono la ragazza che ti voleva prestare l'ombrello" dissi
Alzò lo sguardo.
"Lo sò" dice secco spostando lo sguardo sul cielo nuvoloso
"Abbiamo le stesse scarpe" dissi
Gli comparve un sorriso malinconico, che accentuò le sue fossette.
Era così carino quando sorrideva, che faceva sorridere anche me.
"Vai al punto. Cosa vuoi da me?" chiese freddo
"Un amico." risposi "Penso"
"Non sono il tipo di amico che tu desideri" disse
"Cosa intendi?" chiesi
"Intendo che devi smetterla di seguirmi, e ti consiglio di starmi alla larga" disse alzando la voce, scomparendo nel lungo e stretto corridoio.
Non sapevo cosa rispondere, iniziarono a gonfiarmisi gli occhi.
Quando sentii una maniglia scattare, corsi in bagno.
Forse avevamo parlato troppo animatamente, tanto che Calum se ne accorse.
Cal:Tutto ok?
Non gli risposi, volevo stare da sola, volevo capire che mi succedeva.
Perché stavo così male, per un ragazzo che non conoscevo?
Perché stavo piangendo?