Romeo&Juliet.

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Quattordicesimo Capitolo; Romeo&Juliet.

-Evelyn, sto aspettando una risposta- mia madre picchiettava le unghie sul legno del tavolo, e il suo sguardo sembrava volermi incenerire.
-È un mio amico, qualche problema?- risposi, infastidita dal suo scatto di maternità improvviso.

Mia madre non aveva mai avuto tanto tempo da dedicarmi, e la figura più vicina al concetto di genitore era mia nonna, per questo non riuscivo ad accettare le sue lamentele e i suoi rimproveri.
Non la odiavo, le volevo bene e tanto, ma come madre single era davvero pessima in certe occasioni.

-Ah, quindi sei così intima con tutti i tuoi amici? Bene, mia figlia è una poco di buono- urlò come era solita fare, la calma non era una delle sue doti, e di certo non lo nascondeva.
-Mamma non permetterti! Ci stiamo frequentando, ok? Non ti riguarda- il mio tono era freddo, sperando che capisse di avermi offesa.
-Ti frequenti con i camerieri? Pensi che non abbia riconosciuto quel tipo? Ti proibisco di fare quella fine- disse, avvicinandosi pericolosamente a me, con il dito puntato contro la sottoscritta.
-Che fine? Quella che hai fatto tu con mio padre? Non scenderei mai così in basso, non preoccuparti- allontanai il suo corpo dal mio, andando verso le scale.
-Non azzardarti mai più a rispondermi così, hai capito? E non devi frequentare quel tipo!- urlò, facendo cadere qualcosa e rompendola.
-Fanculo!- urlai, sbattendo la porta della mia stanza.
Mi cambiai, buttandomi sul letto con tutta la mia innata delicatezza, crollando quasi subito per il sonno.
Stavo per addormentarmi, quando il telefono illuminò la stanza, squillando.

-Pronto?- risposi immediatamente appena vidi il suo nome sullo schermo.

-Hei, sei in casa, giusto?- disse a bassa voce, ridacchiando.

-Certo, perché?-

-Apri la finestra- disse, chiudendo la chiamata.

Io mi alzai dal letto, dirigendomi verso la finestra, l'aprii, facendo un balzo appena vidi Ashton sull'albero accanto al muro della mia camera.

-Oddio, rischi di ammazzarti- risi, notando tutta la fatica che ci stava mettendo nel saltare e aggrapparsi alle tubature.

-Tutto per la mia Giulietta- disse, una volta raggiunto il cornicione della finestra.

-Oh, e da quando sono la tua Giulietta?- lo istigai, avvicinandolo a me appena mise piede nella stanza.

-Da quando ci stavi spudoratamente provando con me, che invece stavo lavorando innocentemente- ridacchiò, baciandomi.

-Shh!- risi -C'è mia madre di sotto- gli misi la mano sulla bocca per farlo stare zitta, scoppiando a ridere appena mi morse il palmo. Tolse la mia mano dal suo viso, stringendola nella sua. Riprese a baciarmi, indietreggiando verso il letto, dove andò a sbattere, imprecando.

-Dio, Romeo, sei troppo rumoroso- mi feci trasportare dalle sue mani e dalle sue labbra attaccate alle mie, ritrovandomi seduta a cavalcioni sopra di lui in pochi secondi, arrossendo al contatto delle sue mani sopra i miei fianchi, sotto la mia maglietta.

-Ash, non puoi sedurmi con mia madre dentro casa- cercai di parlare, facendo fatica appena sentii le sue labbra sul mio collo.

-Quindi quando tua madre non ci sarà potrò sedurti?- il suo tono "malizioso" sembrava quasi quello di un bambino, risultando estremamente adorabile.

-Non ho detto quello... Oddio fai piano!- risi quando, dopo avermi fatta alzare, si buttò comodamente nel mio letto.

-Vieni qui- un sorriso discutibilmente casto di fece spazio sul suo viso, mentre la sua mano era tesa in avanti, io l'afferrai, stendendomi accanto a lui. Non dicemmo nulla, eravamo semplicemente in silenzio, mentre scrutavamo le piccole stelline, decisamente infantili, sul soffitto della camera.

My KFC Love Affair. ||Ashton Irwin||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora