I famosi diamanti neri...

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Arrivati dai Koll, Armando e Alessandra scesero dalla macchina passando sotto lo sguardo fiero di Paolo. Era così orgoglioso in quel momento di servire personalmente il suo amico/padrone Armando, un emozione la sua difficile da descrivere, lui stesso non riusciva a trovare le giuste parole per definire quello stato di grazia che provava nel vedersi sfilare quella coppia, a logica d'altri, strana davanti.

Paolo conosceva bene Armando, forse lo conosceva meglio di chiunque altro. A palazzo lo vedevano come un semplice servo, anche gli altri della Rosa lo ponevano in questa collocazione, ma in realtà era ben altro e molto oltre l'essere un semplice servo. Paolo era l'unico amico vero di Armando, l'unico che c'era sempre stato, sin da bambino, al suo fianco. Armando non gli aveva mai nascosto nulla, lo aveva deliziato della confidenza che si deve a un amico vero quando non erano in pubblico. Ben intuiva, inoltre, che il distacco del "lei" e la classica posizione servo-padrone in pubblico, era dovuta più per difenderlo da Alvaro che per adesione a un ceto che si definiva superiore a un altro. Paolo conosceva i meandri più nascosti della vita di Armando, le decisioni occulte che aveva preso, le iniziative che portava avanti e la sete di vendetta che gli emergeva nelle vene. Per lui era come leggere un libro per la seconda volta e ben sapeva il significato di quell'abito che indossava Alessandra e il valore intrinseco in quella collana di diamanti neri. 

Pietre preziose e rare, dal valore superiore rispetto ai normali diamanti. Una collana che Alvaro Kadosh aveva cercato per mari e per monti, mettendo sottosopra l'intero palazzo, quando morì Caterina. Arrivò persino a incolpare la servitù di averla rubata, frugando tra le loro cose e cogliendo l'occasione per poter licenziare, per sospetti, alcuni servi che gli rimanevano indigesti. Non poté toccare Paolo però, che tra i tanti era forse quello che gli rimaneva più antipatico di tutti, mal sopportava l'idea di vederlo sempre attaccato al figlio come se fosse un'ombra che lo seguiva. Paolo era affare esclusivo di Armando e solo lui poteva decidere se licenziarlo o meno, naturalmente Alvaro era ben lontano dall'intuire che tale decisione era inconcepibile per il figlio e sperava sempre in qualche sbaglio grossolano di Paolo che inducesse Armando a sbarazzarsi di lui. 

Paolo sapeva a priori dell'effetto che avrebbe scaturito quella collana addosso ad Alessandra e già si gustava i succulenti dettagli che Armando gli avrebbe raccontato di quella serata in casa dei Koll. 

Entrati nel salone centrale della dimora dei Koll, tutto andò secondo i piani di Armando, il quale aveva ben sperato di ritrovarsi tutti gli occhi puntati addosso. Tutti li dovevano vedere e tutti dovevano ben capire il messaggio che ne scaturiva nell'osservarli. I primi a commentare sottovoce e con discrezione furono Michele e Amanda. 

"Quell'abito è...", Michele non trovò il coraggio di rispondere. 

"Sembra quasi di rivedere Caterina...è incredibile quanto le assomigli con quell'abito...", seppur l'assomiglianza in sostanza non c'era, se non per via della robustezza del corpo, ma quell'abito donava ad Alessandra e Caterina lo indossava ben volentieri in casa. L'abitudine con cui aveva visto, per anni, sua nuora indossarlo le fece avere quella sensazione di riaverla davanti, con tutta la sua elegante grazia e raffinatezza. Caterina, in sostanza, era stata una donna semplice, una specie di pesce fuori dall'acqua in quel palazzo dei Kadosh, proprio come lo era Alessandra in quel momento. 

"E quella collana, quel bracciale, gli orecchini...sogno o son desto, mi sembrano quelli che gli avevamo regalato noi il giorno delle nozze con Alvaro a Caterina". Replicò Michele senza staccare gli occhi di dosso alla giovane coppia appena entrata. 

"Sono quelli infatti, è proprio il completo che gli avevamo regalato a Caterina e a dirlo non sono solo i miei occhi. Guarda, guarda la faccia di Alvaro e l'espressione della strega". Indicò con gli occhi suo figlio e l'immancabile sua amante sempre di fianco a lui. 

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