La fuga

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Anche se è molto pericoloso, per chi ami dovresti fare di tutto, anche rischiare la vita...

Senza farmi notare dalle guardie, dissi a Xylos di venire dentro la cella e iniziai a parlargli: "Xylos! Come sono contento di vederti! Devi aiutarmi a fuggire, tra 13 giorni verrò giustiziato!" - "Calmati, Wayne. Nancy mi ha detto di aiutarti a fuggire, ed è quello che farò, tieni".

A quel punto, mi diede una lametta e un cacciavite e mi disse: "Dietro al gabinetto, usa il cacciavite per svitare le viti che legano il gabinetto al muro. Troverai una finestrella che dà alle fogne, ma sarà sbarrata. Usa la lametta per tagliare le sbarre e uscire.

Ovviamente non sentirai profumo di lavanda e rose, ma piuttosto di morire, gli umani fanno qualsiasi cosa. Nancy sarà alla fine della fogna, sulla riva della costa pacifica con una macchina per fuggire. Domani ti porterò dei cuscini, un pallone da basket e una parrucca, così potrai far finta di dormire, ok?" - "Va bene". Detto ciò, se ne andò e io mi misi a dormire.

La mattina mi sentivo abbastanza felice perchè sapevo che ne Xylos ne Nancy mi avevano abbandonato. In cortile, come lo chiamavo io, alcuni criminali mi guardavano con aria sospetta, mentre altri avevano addirittura paura che li guardassi. Tutte persone schifose da uccidere, se solo avessi saputo i loro nomi.

Non era questo di cui mi dovevo preoccupare, ma del fatto che quella sera Xylos sarebbe tornato con un cuscino, e dovevo stare attento a non farmi beccare dalle guardie. La sera arrivò Xylos e, come previsto, portò un cuscino, e poi un altro, e poi un pallone da basket e infine una parrucca.

Era l'undicesimo giorno di reclusione, ed ero pronto per fuggire dal carcere. Feci tutto quello che mi disse di fare Xylos, così, infilai i due cuscini sotto il letto, il pallone da basket sopra il cuscino e la parrucca, tralaltro identica ai miei capelli, sopra il pallone in modo che non si vedesse. Spostai il gabinetto e mi infilai dentro la celletta che conduceva alle fogne.

C'era una puzza tremenda, quasi insopportabile, ma non era abbastanza per fermarmi e arrendermi alla morte. Dopo quasi 20 minuti di cammino tra le fogne, vidi l'uscita. Mi affrettai ad uscire e subito trovai Nancy ad aspettarmi.

"Wayne! Ce l'hai fatta! Sei evaso! Bene, allora, mettiti questi vestiti così non sembrerai un carcerato e poi sali in macchina che ti porto via da questa puzza terribile". Allora mi misi i vestiti che Nancy aveva portato, salii in macchina e scappammo via. Che forte! 18 anni e già la prima violazione della legge, e pensa che dovevo pure diventare poliziotto, che coincidenza!

Il mattino la notizia si era estesa a tutti i media: televisione, giornali, social, dappertutto non si sentiva altro che: "M è fuggito dal carcere, ora è a piede libero". Guarda caso avevano ovviamente dato il mio nome a televisioni e giornali, così tutti sapevano che "M è Wayne Johnson, età 18 anni, residente a Houston in Texas". Ormai i miei dati personali furono accessibili a tutti.

Ero un po' nella merda, come quando ero fuggito dalla prigione, già, proprio come quella volta. In quel momento mi trovavo in un palazzo al quarto piano con Nancy e la sua famiglia. Loro erano scioccati dal sapere che la loro figlia ha contribuito ad aiutare M, il suo fidanzato! Non si capiva se fossero arrabbiati con me o se avessero timore di me.

Ad un certo punto, qualcuno suonò all'appartamento in cui alloggiavamo. Ci disse: "Polizia, aprite!". La madre di Nancy aprì la porta e chiese all'agente, indicando di nascondermi: "Buongiorno, cosa è successo?" - "Stiamo ispezionando tutta Houston per trovare Wayne Johnson, accusato di essere M. Adesso daremo un'occhiata in giro e poi, se non lo troviamo, c'è n'è andremo, ok?" - "Ok, prego".

Non seppi più che fare, dovevo nascondermi, non potevano trovarmi, avevo pochi secondi per trovare una via di uscita quando vidi la scala antincendio.

Silenziosamente, andai verso la scala, aprii la porta e scesi velocemente. Nancy dopo un po' venne con me e iniziammo a correre insieme per sfuggire alla polizia quando...

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