Knife

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(T/N)'s POV

Aspettasti che il tuo computer finisse di aggiornarsi per poi immediatamente accedere al tuo account e aprire la pagina di Google.

In realtà, non sapevi perfettamente come condurre le tue indagini, e sapevi che non saresti riuscita a risolvere il tuo enigma, cioè, se la polizia non ci fosse riuscita come potevi anche solo immaginare di riuscirci tu?

Ma nonostante il tuo pessimismo, credesti in te stessa e cominciasti a pensare a come avresti dovuto procedere.

Pensasti che il primo step che avresti dovuto seguire era quello di controllare i giornali locali per sapere il punto di vista giornalistico dell'assassinio di Tiffany, e quindi racimolare magari qualche informazione in più rispetto a quelle che ti aveva fornito la tua insegnante.

Apristi il primo link che uscì nella tua pagina di ricerca, dove subito trovasti quei tipici titoli giornalistici drammatici. Cominciasti la lettura dell'articolo, senza trovare informazioni particolari, tranne una, che non sapevi realmente se ti potesse essere utile, ti sembrò solo una notizia piuttosto raccapricciante e macabra.

"Di fianco al corpo della povera ragazza, è stata rinvenuta una scritta terrificante, disegnata con il sangue della vittima; essa diceva: Forse sarai tu la prossima."

Alla lettura di quella frase il tuo sangue si raggelò per un attimo, trovavi ciò molto inquietante e privo di senso, però se il killer lo aveva scritto, aveva di conseguenza un senso... o forse era solo una frase per far spaventare la città?

Non riuscivi a darti una risposta, perciò hai assecondato l'informazione.

Sfogliasti altri articoli di diversi giornali, ma i dati forniti erano tutti uguali, pertanto inutili per colmare la tua sete di curiosità, perciò hai pensato che avresti dovuto chiedere ai testimoni oculari della vicenda, cioè gli amici di Tiffany che erano con lei al momento dell'omicidio; c'era solo un problema, ossia la mancanza di un rapporto di amicizia con loro, del resto come con la vittima, e inoltre capivi che probabilmente non avevano piacere di parlare della perdita della loro amica o della paura che sicuramente gli aveva persuasi in quel momento, quindi non ti rimaneva che trovare qualcuno che facesse le domande al posto tuo o porre i tuoi quesiti in modo anonimo.

In quel momento perciò, non sapevi cosa fare e neanche i passi che dovevi seguire.
Forse dovevi solo aspettare che le autorità scoprissero altre informazioni o che il gossip che sicuramente si sarebbe creato facesse il giro della scuola, la scelta spettava a te e al ragionamento che avresti condotto, ma in quel momento hai pensato di riporre le speranze oltre che sulla tua intelligenza, sul tuo intuito.

Eri infatti una ragazza conosciuta per il tuo intuito formidabile e capacità di deduzione, ma tu non ti consideravi certo una detective professionista, anzi, in quel momento stavi solo giocando a fare l'investigatrice.

Sospirasti, alzandoti dalla scrivania e prendendo il telefono, per poi sederti sul tuo letto.
Controllasti la cronologia dei messaggi, per scoprire che ne avevi di nuovi. Uno dei tanti mostrava l'invito che avevi ricevuto per uscire con i tuoi amici la serata seguente.
Senza neanche chiedere il permesso ai tuoi genitori confermasti la tua presenza e ricominciasti a pensare al caso, volevi chiedere l'aiuto di qualcuno, ma eri incerta se avessi potuto chiederlo a Emily, perché probabilmente si sarebbe arrabbiata per il tuo comportamento quasi strafottente e ti avrebbe accusato di stare solo giocando con una cosa che non ti riguardava, ma in fondo, se l'avesse pensata così avrebbe avuto ragione.

Ti alzasti dirigendoti in cucina con l'intenzione di farti un panino per merenda, ma aprendo il cassetto non trovasti il coltello da cucina che avevi usato per quel fallimentare rituale.
Istintivamente cominciasti a frugare nel cassetto in cerca di quel maledetto coltello, ma niente, era sparito, ed eri sicura che Emily lo avesse messo lì, le avevi ben spiegato dove doveva riporlo.

"Forse è qui da qualche parte e sono io a non trovarlo..." pensasti subito per cercare da te stessa conforto.

Dimenticasti l'idea di fare merenda per via della sparizione del coltello che nonostante tutto ti preoccupava, il tuo istinto ti diceva che qualcosa sarebbe andato storto.

Cercasti di calmarti mentalmente ma sentivi comunque un peso sul torace che stava a rappresentare il tuo timore.

Decidesti di chiamare tua mamma per chiederle quando sarebbe tornata con tuo fratello.
Appena il telefono cominciò a squillare ottenni una risposta immediata:
"Ciao (T/N)!" esclamò tua madre,
"Ciao mamma, ti ho chiamato per sapere quando saresti tornata..." dicesti andando dritta al punto.
"Torniamo domani pomeriggio, sei contenta?" chiese quasi ironicamente,
"Si." rispondesti ridendo, infine salutasti e chiedendo di farti salutare tuo fratello.

Spegnesti il telefono e ti sei rimessa al computer, sta volta per bighellonare.

La giornata passò in fretta e tranquillamente, solo una cosa ti tormentava, l'assenza di quel dannato coltello da cucina.

Just A Toy. || Jeff The Killer.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora