Timothy

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(T/N)'s POV

L'uomo che fin'ora avevi sempre visto con una maschera ora ti stava tendendo una mano per aiutarti ad alzarti. Aveva i capelli corti e neri, la faccia incorniciata da delle basette e una leggera barba incolta. Scrutasti bene la sua mano guantata sotto il tuo naso e poi rivolgesti nuovamente il tuo sguardo al suo viso. Non gli rispondesti, non ti fidavi di lui, e come biasimarti: dopo il tradimento di Jeff la tua fiducia verso gli estranei era calata davvero molto.
"Lasciami stare." dicesti cercando di alzarti senza nemmeno sfiorare la sua mano.
"(T/N) fidati di me, curerò le tue ferite." cercò di rassicurarti lui.
"Farò da sola, ora ti prego, lasciami andare." contestasti tu con un tono traballante tra lo scocciato e l'impaurito.
"E come pensi di fare?" ti disse lui mantenendo la calma.
In effetti, come avresti fatto non ne avevi idea. Avevi pensato solo ad allontanarti abbastanza da non essere nuovamente catturata e avevi dimenticato di pensare a un modo per sistemare le tue ferite. Lo guardasti dritto negli occhi con un'espressione che gli fece capire che aveva ragione e così disse: "(T/N) quel biglietto era mio. Volevo che scappassi. Non sopporto queste ingiustizie sai? Guarda, te lo posso dimostrare.". Frugò quindi nelle sue tasche e tu non distolsi nemmeno per un attimo lo sguardo da lui per non cadere in una trappola, ma dalla tasca tirò fuori una scatoletta di pastiglie. Erano delle pastiglie uguali a quelle che trovasti insieme al biglietto, e persino il contenitore era il medesimo. Una leggera fiducia quindi si creò nei suoi confronti, ma non abbastanza da permettergli di afferrarti la mano e portarti chissà dove per farti curare le ferite.
"Basta, non c'è tempo (T/N), che tu ti fidi o meno, ti aiuterò." affermò poco prima di sollevarti di peso e caricarti sulle sue spalle iniziando a camminare a una velocità maggiore della tua quando cercavi di scappare. Non sapevi cosa fare, ma forse era di nuovo l'unica tua possibilità, alla tua velocità probabilmente ti avrebbero ritrovato e rifatta prigioniera, e se non fosse stato saresti morta dissanguata. Valutasti l'idea di ribellarti, ma dopo il ragionamento precedente l'accatastasti. Rimanesti però, sempre allerta, non saresti ricaduta nello stesso errore che ti fece commettere Jeff. Ti faceva però paura la sua pistola, se davvero voleva aiutarti, allora perché avrebbe dovuto avercela? Così decisi di chiederglielo. "Senti, ma perché hai una pistola se sei qui per aiutarmi?" domandasti insospettita. "Mi sembra ovvio, se fossi venuto disarmato sarei stato ancora più esposto agli attacchi degli altri." rispose quindi in seguito alla tua domanda, la quale dopo la risposta sembrò alquanto stupida. In effetti, aveva senso, aiutandoti probabilmente si sarebbe esposto a diversi pericoli.
Proseguiste il viaggio in silenzio fino ad arrivare all'inizio del bosco che si presentò, nonostante il tuo tentativo di evitarlo, poco più avanti. Appena varcato l'accesso, ti fece sedere facendoti appoggiare la schiena contro un albero. Non esitò nemmeno un secondo a iniziare la medicazione. Frugò nelle sue tasche ed estrasse delle bende e una bottiglietta colma di un liquido trasparente. Estrasse anche un coltello e un accendino che immediatamente ti spaventarono, ma cercò di tranquillizzarti dicendoti che gli servivano per medicarti.
"Farà molto male la prima parte della medicazione, preparati." disse freddamente come direbbe un medico davanti al suo paziente. Deglutisti per il brivido di paura che ti causò il ricordo del dolore immenso che provasti quando quella lama ti trapassò la mano, ma sapevi che sarebbe stato necessario sopportare. L'uomo quindi, ti prese il braccio e mise la tua mano sopra la sua, lasciandola aperta. Prese la bottiglietta di liquido, che realizzasti probabilmente essere disinfettante, e ne rovesciò una grande quantità sopra la ferita. Bruciava da morire. Ti lamentasti e chiudesti gli occhi mentre gemevi a causa del dolore che ti causava il contatto del disinfettante con la tua ferita. L'uomo iniziò a parlare mentre continuava a curarti la ferita: "Io mi chiamo Timothy, di solito mi chiamano Tim. Non ti preoccupare, so già il tuo nome. Tu piuttosto cerca di resistere al dolore." disse per presentarsi. Non rispondesti e apristi un occhio per scrutare che andasse tutto bene. La tua mano era ridotta davvero male, non avevi mai visto in vita tua una ferita tanto grave e profonda. Era ripugnante.
"Perché mi vuoi aiutare? Io e te non abbiamo nulla a che fare, non ci conosciamo e per lo più eri in quell'edificio infernale. Lì nemmeno mi hai aiutato, perciò perché dovresti farlo ora?" domandasti spostando il tuo sguardo sul suo viso, ancora sospettosa nei suoi confronti. "Beh è una domanda lecita, te lo concedo. Sai, io non sono come loro e credo tu almeno questo l'abbia notato. Odio ciò che sono e ciò che faccio, odio quando innocenti come te vengono messi in mezzo a situazioni che non li riguardano nemmeno lontanamente. Non voglio che nessun altro diventi una marionetta come me, o sia una vittima di una storia che non lo riguarda." disse asciugandoti via il disinfettante con la manica della sua giacca. Lo guardasti incuriosita e allo stesso momento la tua fiducia aumentò leggermente. Decidesti di continuare la conversazione per cercare di distrarti dal dolore. "Marionetta?" chiedesti quindi senza aver capito nulla di ciò che intendesse. "Come avrai notato (T/N), qui non siamo tutti persone normali, ecco. Insomma, intendo che noi tutti uccidiamo innocenti. Jeff, Toby e anche Hoodie, se ricordi di chi parlo. Compreso io. Io sono un proxy, ma immagino che tu non ricordi cosa significhi." rispose catturando completamente la tua attenzione. Capì di dover continuare il discorso ma intanto prese coltello e accendino e si mise a scaldare la lama del coltello, facendoti capire che da lì a poco avrebbe provato a sigillare la ferita per evitare che perdessi altro sangue. "I proxy sono delle marionette controllate da una creatura soprannaturale chiamata Slenderman. Spesso lo chiamiamo anche Operatore. Non si è ancora fatto vivo ma lui è sempre presente. Mi sembra strano infatti, che tu non abbia ancora riscontrato la sua sindrome.".
"Sindrome?" domandasti di conseguenza.
"Sì, sindrome. Aspetta, preparati perché questo farà male." interruppe il discorso per avvisarti. Spense l'accendino e avvicinò la lama rovente alla tua ferita e non potesti fare a meno di urlare a squarciagola. Timothy ti fece segno con il dito di fare silenzio, e capisti che era per non attirare attenzioni indesiderate. Iniziasti a morderti le labbra e stringere le palpebre dimenandoti leggermente, intenta a cercare di ignorare il dolore.
"Ti prego cerca di sopportare, io intanto proseguirò con le mie spiegazioni. La sindrome a cui mi riferisco è la malattia dello Slenderman, le pastiglie che ti ho dato e che hai perso servivano a proteggerti da quella. Causa un mal di testa davvero forte, la sensazione che si prova è sentire la propria testa come se potesse esplodere e una tosse che ti fa sentire come se le tue corde vocali si potessero strappare da un momento all'altro. Io ne sono il più affetto, ho bisogno di quelle maledette pastiglie tutto il tempo. Chi cede a quella malattia, diventa una marionetta senza un minimo di cervello." spiegò Timothy cercando di distrarti e darti informazioni utili per il proseguimento.
"Perciò tu non sei una marionetta completa, giusto?" intuisti dal suo comportamento non aggressivo nei tuoi confronti.
"Esatto, sto cercando di non cedere. Le medicine mi aiutano in questo intento, ma non è semplice. Le medicine contengono la malattia, ma è cronica. Non può essere contenuta, non può essere fermata. Temo che finché non cederò non sparirà, e anzi, peggiorerà di giorno in giorno. Hoodie vedi, lui è una marionetta completa, come l'hai definita tu..." si interruppe triste nella sua spiegazione, per poi prendere un respiro profondo, probabilmente per tranquillizzarsi. Nel frattempo, tolse il coltello dalla tua ferita, finalmente cancellando la gran parte del dolore. Riprese il discorso mentre srotolava le diverse bende che aveva con sé: "Vedi, Hoodie, o meglio, Brian, era un mio caro amico. Lui ha ceduto, è letteralmente una marionetta. Quando gli parli, è come parlare con un pupazzo senz'anima... È un vero peccato che sia finita così. Anche Toby è un proxy, ma come vedi lui ha un'ottima coscienza di sé. Io ho ipotizzato che sia così perché ha scelto quasi di sua spontanea volontà questa strada, o così sembra.".
"Cosa c'entra Jeff in tutto questo allora? I proxy non siete voi? E come sono finita io qui?" domandasti a quel punto, chiedendoti perché anche Jeff c'entrasse in quell'assurdità e cercando di recuperare qualche pezzo della tua memoria.
Cominciò ad avvolgere le bende sulla tua mano stringendole davvero tanto, ma il dolore fu nullo in confronto a quello provato in precedenza: "Vedi (T/N), è una storia lunga e non semplice da spiegare. Jeff ti ha preso di mira, lui si diverte a prendersela con ragazze innocenti e sfrotunatamente ha scelto te come vittima. Nello stesso momento lui aveva problemi con noi. Come avrai capito, ci sono diversi tipi di proxy, e uno di loro è il proxy reneged -nome che ci è comodo usare solamente per le distinzioni- e a dir la verità è quello a cui aspiro di essere. Ti spiegherò che cos'è: un proxy reneged è un proxy che è riuscito a liberarsi dall'influenza dell'Operatore, e Jeff ci è riuscito. Vorrei anche io, in questo senso, essere forte come lui. Beh e comunque, tornando alla tua domanda, tu sei stata presa di mira da lui mentre noi cercavamo in tutti i modi di riportarlo allo stadio di proxy normale, ma è proprio testardo, ma come biasimarlo. Ha ottenuto la libertà, perché rinunciarci?" concluse lui finendo di fasciarti completamente la mano. Riprese il coltello e tagliò via la parte che non serviva della benda.
"Ora fascerò anche parte del braccio, lì per fortuna non hai bisogno di essere torturata di nuovo." disse ironicamente iniziando ad arrotolarti intorno ai diversi tagli che avevi le bende. Annuisti dandogli il consenso di procedere.
"Non diventare come Hoodie, mi raccomando." ti ammonì lui, concludendo il discorso in questo modo. Eri rimasta in silenzio durante e anche alla fine del suo racconto: per quanto interessante fosse, rimaneva pur sempre spaventoso e terrificante. Nel mentre che osservavi le bende avvolgerti, una domanda per Timothy ti balenò nella mente e così gliela ponesti: "Se Jeff è perseguitato da voi proxy, perché tu non lo sei?".
"Io sono a tanto così da esserlo, e credo proprio che dopo questo aiuto sarò quasi nella sua stessa situazione, anche se purtroppo non sono un reneged. Sarebbe bello però." disse cercando di trovare il divertente in una situazione tanto orribile. Notasti, dopo tutto il dialogo con lui, che alla fine non era un mostro come pensavi. Lo era solo sotto il controllo di un terzo, ma quando aveva coscienza di sé, era un ragazzo normale, era umano. Avresti voluto incoraggiarlo ma non ne avevi il diritto, non potevi comprendere una sofferenza cronica.
Timothy finí finalmente di medicarti le ferite e sorrise lievemente al vedere il buon risultato. Certo, la fasciatura era scomoda, ma almeno eri scampata ad una morte imminente.
"Bene (T/N), ora che sei salva dovrai cavartela da sola. Non posso proseguire oltre, ma la città non è troppo lontana. Devi soltanto correre in quella direzione." disse rimanendo inginocchiato e indicando con il dito una parte della foresta. "Rimani sempre al bordo della foresta, non addentrarti mai." concluse infine riabbassandosi la maschera. Abbassasti lo sguardo e poi gli presi la mano con entrambe le tue, e gli dicesti: "Ti ringrazio infinitamente, ti sono debitrice. Tu non sei una marionetta, tu hai ancora umanità Timothy.". Non hai potuto vedere l'espressione che ebbe dopo ciò che gli dicesti, ma eri sicura di averlo confortato. Si alzò in silenzio e ti porse, come quando cadesti per scappare da lui, la sua mano guantata per aiutarti ad alzarti. Questa volta, contrariamente alla precedente, accettasti l'aiuto e ti alzasti.
"Arrivederci Timothy." dicesti a malincuore, poiché ti sarebbe piaciuto venisse con te per proteggerti.
"Arrivederci (T/N)." ti salutò lui con la mano, per poi voltarsi verso il lato opposto a quello che poco prima aveva indicato. Faceste qualche passo allontanandovi l'una dall'altro, ma la fortuna non era ancora dalla tua parte e nemmeno dalla sua. Il rumore dei vostri passi venne interrotto da un colpo di pistola e successivamente da un tonfo. Ti girasti di scatto e vedesti qualcosa che i tuoi occhi non si sarebbero mai aspettati e che non avrebbero mai voluto vedere. Timothy, era a terra inerme, ed esattamente nella direzione verso cui si stava dirigendo vi era un'altra sagoma. Vestita di giallo e con un passamontagna nero, teneva una pistola puntata verso la vostra direzione, che non appena sparato il colpo abbassò lentamente. Il cuore ti si spezzò un'altra volta e rimanesti paralizzata davanti a una tale crudeltà.

Nota dell'autrice:
Ciao a tutti! Spero stiate tutti bene e che questo capitolo super lungo vi sia piaciuto almeno quanto a me sia piaciuto scriverlo. Auguro a tutti buona giornata!
_glacedfrancy

Just A Toy. || Jeff The Killer.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora