Again

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(T/N)'s POV

Tremante e mossa dalla paura, correvi senza sosta allontanandoti sempre di più da quei pericolosi killer. Non volevi più averci nulla a che fare, voltare pagina e dimenticarli, come se nulla fosse mai accaduto, ma questo purtroppo non era possibile... Avevi persino ucciso una persona per salvare la tua vita, ma in quel momento ti chiedevi se ne fosse valsa la pena, se avessi fatto la cosa giusta uccidendo lui e lasciare viva te per poi semplicemente continuare a vivere in un'agonia più totale.
Non potevi darti una risposta valida, e in particolare trovare la risposta giusta, ma mettiamo caso l'avessi trovata, a cosa sarebbe servito? Avresti riportato in vita l'agente per caso? No, assolutamente no. Quello ormai si chiamava passato e i tuoi passi e il tuo respiro ansimante vivevano nel presente cercando di scappare appunto dal quell'orrendo passato.

Correvi senza sosta, non pensavi alla stanchezza, pensavi che ti saresti potuta riposare più tardi, quello da fare in quel momento era solo correre lontano da lì e trovare aiuto, forse era grazie a quello che chiamano istinto di sopravvivenza.

La strada era desolata, avevi approfittato della loro distrazione per fuggire via e ora ti ritrovavi a rincorrere quella famosa libertà che tanto ambivi.
I lampioni della luce illuminavano l'area circostante, ma non sembrava esserci nessuno: solo tu, la tua paura e il traguardo, la libertà.

Continuasti a correre in rettilineo ancora per un po', finché non dovesti svoltare in un'altra stradina perché la strada era finita.
Mentre correvi e quasi assaporavi la tua vecchia vita normale, qualcosa ti fermò improvvisamente.
Una mano ti afferrò da dietro dal colletto della maglietta, quella stessa mano sgretolò, calpestò, distrusse e fece sparire tutto ciò che faceva parte delle tue speranze.
La mano apparentemente coperta da un guanto a quanto sentito dal tatto, ti tirò un potente strattone che ti fece cadere. Appena a terra lasciò la presa, approfittasti di ciò per rialzarti e proseguire la tua corsa, o almeno ci provasti.
Sentisti un colpo di pistola sfiorati, e nonostante non ti avesse colpito, dallo spavento cadesti a terra. Ti girasti mantenendo la posizione seduta per vedere con chi avessi a che fare e cercasti di sgattaiolare all'indietro per sfuggire.
Erano due persone, entrambe con la faccia coperta, il primo aveva una maschera bianca che rappresentava un volto femminile tracciato da dei lineamenti neri, il secondo, di cui spiccava la felpa di colore giallo, indossava un passamontagna nero con disegnata in rosso una faccia triste.
La persona vestita di giallo fece un passo avanti e ti puntò la pistola alla fronte. Rimase in silenzio nella sua azione, al contrario dell'altro con la maschera che non esitò a dire:
"Hoodie, se la ragazza si muove seccala".

Cominciasti a tremare a quelle parole dette con assoluta fermezza.
La paura, più di prima, riprese possesso del tuo corpo, ricominciasti a tremare e alla visione della pistola a pochi millimetri dalla tua fronte spalancasti gli occhi sussurrando un "Per favore.".
Quella tua piccola supplica fu completamente ignorata, come se non l'avessi mai detta, nessuno fiatò in seguito.

Respiravi ansimando, il silenzio era rotto dalla tua paura.

Il ragazzo con la maschera sospirò, e disse al suo collega:
"Maledizione, quel coglione pretende di essere migliore di noi e si fa sfuggire l'amichetta di Jeff... che incapace, per una volta avrei gradito starmene al mio posto.".
Quello che prima fu chiamato come Hoodie non rispose, come se fosse stato muto.
"Come al solito non rispondi eh? Almeno non parli tanto e non dai fastidio... Meglio di niente direi. Beh, quali erano gli ordini per questa ragazza?" chiese di nuovo sta volta ottenendo una breve ma chiara risposta.
"Portarla dal capo" disse con una voce colma di semplice apatia.
"Oh giusto, beh, allora cosa stai aspettando?" disse con tono malizioso il compare.

Hoodie ritrasse la pistola e subito dopo te la ripuntò ma sta volta per colpirti e farti svenire, ma fortunatamente schivasti il colpo abbastanza prontamente da indietreggiare di qualche passo a gattoni. Immediatamente la persona con indosso la maschera superò di corsa Hoodie e si avvicinò sempre di più a te correndo. In quelle frazioni di secondo riuscisti a girarti e alzarti in posizione eretta: tutto quello che dovevi fare in quel momento era solo una cosa, correre, continuare a correre da un'ulteriore pericolo che era piombato subito dopo quello precedente.

Sembrava quasi una presa in giro, riuscivi a scappare da un pericolo e subito dopo ne giungeva un altro. Eri stanca, non solo di correre ma anche di vivere una vita in cui dovevi rincorrere la libertà non solo per ottenerla, ma anche per sfuggire ad una probabile morte. È proprio vero quello che dicono, appena sei ad un passo dall'obbiettivo, qualcosa ti impedisce di afferrarlo e ti fa cadere nuovamente nel tuo oblio personale; tutta questa frequenza si ripete, ancora, ancora e ancora... Finchè non molli, finchè non arrivi al tuo limite e lasci che tutto cada con te.

Ma in quel momento ti chiedevi: tu volevi davvero mollare?

Just A Toy. || Jeff The Killer.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora