Where am I?

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(T/N)'s POV

Lentamente, cautamente, con docilità e fatica cominciasti ad aprire gli occhi, aprendoli e rinchiudendoli, fino a spalancarli.
"Dove sono?" ti chiedesti impulsivamente.
"Tempo al tempo" pensasti dato che la tua forma fisica non ti permetteva di muoverti velocemente; infatti ti sentivi debole, senza forze, come se qualcuno ti avesse picchiato fino a farti sanguinare, ma sul tuo corpo, non c'erano ferite, immaginasti che fossi solo stanca.
"Che cosa è successo...?" ti chiedesti in seguito fissando il soffitto del luogo che ti accoglieva. Non ricordavi.
Eri sdraiata su un materasso a terra, sporco e impolverato, con macchie di sporcizia sui lati. Ti alzasti con l'aiuto delle braccia a fatica, e cominciasti a muovere da un lato all'altro lentamente la testa. A ogni movimento il tuo corpo doleva, ti sentivi come fossi un asse di legno vecchio scricchiolante, che regge il peso di una persona ma duole a ogni suo passo. Il luogo in cui ti trovavi era piccolo e angusto, stretto e colmo di aria viziata, le pareti erano decorate da enormi ragnatele quasi come fossero state disegnate molti anni addietro.
Provasti ad alzarti ma un forte dolore alla testa te lo impedì, mettesti una mano sulla fronte per istinto, ma il dolore non cessò.
Che era successo? Dove ti trovavi? Come eri arrivata in quella catapecchia? Nessuna risposta. 

Rimanesti per un po' a riflettere, non ti ricordavi proprio nulla. "Maledizione!" urlasti nella tua mente chiedendoti perché proprio a te tutto questo. Niente aveva senso, niente ti andava a genio, niente segni di speranza nei tuoi occhi.

D'un tratto, mentre ancora eri seduta, il mal di testa aumentò improvvisamente, come avessi dato una testata a un muro d'acciaio. Appoggiasti istintivamente la mano alla fronte sperando che quel mal di testa passasse, ma nulla, persisteva, come non volesse lasciarti un momento di pace.  Poi tornò come prima.

La porta della stanza in cui ti trovavi si aprì di scatto, cogliendoti completamente di sorpresa. Un uomo, con una maschera dai fini lineamenti femminili, entrò nella stanza. "Chi è?" ti chiedesti guardandolo e non riconoscendolo. Avanzò nella piccola stanza dalle pareti scrostate, avvicinandosi a una piccola mensola la quale dava l'impressione di poter cadere con un solo soffio di vento, con sopra un barattolino di pastiglie. Osservasti ogni suo passo, non distogliesti il tuo sguardo da lui per nemmeno un secondo e non potesti fare a meno di notare la pistola nella fondina. Sapevi di non poterti fidare di lui, quella pistola non poteva che ispirare tutt'altro che fiducia, ma era l'unica persona che era presente lì, con te, in quel luogo a te sconosciuto. Pensasti quindi, nonostante il discredito nei suoi confronti, quale sarebbe stata la domanda migliore che tu potessi fargli per rispondere a una delle tue domande, allora chiedesti con impaccio e paura: "Ehm... come sono finita qui? Tu sapresti aiutarmi?". Si girò dopo aver preso il piccolo barattolo e ti guardò attraverso gli occhi neri della maschera senza rispondere. Poi sospirò e disse con serietà: "Non ti preoccupare, ogni cosa a suo tempo, hai solo un vuoto di memoria.". Abbandonò la stanza appena dopo questa frase regalandoti solo altre domande da aggiungere alle precedenti. Che fare? Aspettare inerme che qualcosa succedesse, o alzarsi e inseguire quella persona?

Avevi paura, non molta, sentivi quello strano brivido sussistere nel tuo cuore, che avevi definito paura, eri stanca, davvero tanto, ma nonostante ciò ti alzasti a fatica dallo sporco materasso e uscisti dalla stanza camminando lentamente. Appena uscita dalla stanza ti trovasti di fronte a un lungo e non molto largo corridoio. Girando la testa prima da un lato e poi dall'altro non potesti che confermare la fatiscenza di quell'edificio in cui ti trovavi. Decidesti di andare a destra, e appena mossi i pochi passi ti ricordasti della pistola dell'uomo, era giusto provare a cercarlo? Il buon senso vinse, meglio stare alla larga da un uomo armato, ma era comunque meglio muoversi, almeno tentare di trovare un'uscita. 

Camminasti per diverse stanze, attraversato porte e percorso altrettanti corridoi. L'edificio non era piccolo come sembrava dalla stanza in cui ti eri risvegliata, anzi, sembrava si estendesse su più piani. Durante la tua esplorazione in cerca di un'uscita, usasti a tuo vantaggio le finestre che incontravi per capire qualcosa in più: era pieno giorno, intorno all'edificio c'erano dei campi  apparentemente abbandonati e una foresta. Non sapevi cosa avresti potuto fare dopo essere riuscita ad uscire da quel posto, ma prima dovevi riuscirci.

Finalmente, dopo aver percorso diversi piani dell'edificio, arrivasti al pian terreno, lo notasti grazie a una finestra. Eri stanca di cercare, e decidesti quindi di uscire esattamente da quella finestra. La apristi lateralmente, ti preparasti per scavalcare e appena appoggiate le mani per aiutarti in quell'azione, il vetro della finestra si ruppe con un grosso frastuono. Le schegge di vetro si dispersero nella stanza, alcune ti colpirono graffiandoti in faccia e sul corpo, procurandoti lievi ferite. L'enorme fragore ti spaventò a morte, tanto da farti quasi cadere, e subito, istintivamente, ti girasti verso la finestra, incontrando un nuovo volto.

"Dove credi di andare signorina?"

Just A Toy. || Jeff The Killer.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora