Era da un ora che correvano intorno alla zona perimetrale della base ,la sveglia era suonata alle quattro e alle cinque erano già tutti in tuta e in fila in attesa del maggiore Frank Hartman .
Quando era arrivato in molti si erano chiesti se conservasse quella postura seria e professionale durante tutte le ore.
Non un sorriso ne un accenno di simpatia , li aveva guardati uno ad uno soffermandosi solo su Winchester e chiedendogli se rispetto al giorno precedente sarebbe arrivato alla fine del primo giro.
In realtà Sophie lo aveva visto mangiare la sera precedente e si era chiesta dove diavolo mettesse tutto il cibo che ingurgitava .
Continuò a correre nonostante sentisse le piante dei piedi bruciare e i polmoni scoppiare per lo sforzo.
"Ehi bellezza ti seguo dal terzo giro ,come ti chiami?"
Un tipo piuttosto loquace che aveva notato chiedeva il nome a tutte la affiancò.
Sophie alzò gli occhi al cielo e aumentò l'andatura , odiava gli approcci scontati dei soliti tipi che credevano bastassero poche battute per conquistare una ragazza.
Inoltre non era lì per trovarsi un ragazzo ma per avere le ali.
"Ehi aspetta. Io sono Jason. "
"Piacere tuo Jason."
Che cavolo ,non sopportava quelli che volevano conoscerla a tutti i costi e questo tipo si stava rivelando uno di quelli.
"Andiamo ,ti sto chiedendo solo il nome non che taglia di reggiseno porti anche se a occhio e croce oserei dire una quarta. "
Sophie si girò a guardarlo e scosse la testa .
"Senti se ti dico come mi chiamo te ne vai?"
"Certo. Devo andare anche dalla tipa con i capelli corti a chiedere come si chiama."
"Ok . Il mio nome è Jackson. Ci si vede Jason."
Jason rallentò e le urlò dietro che avrebbe trovato il modo di scoprire il suo nome.
Alla fine dell'allenamento erano tutti grondanti di sudore tranne il maggiore ,sembrava che quell'uomo non fosse solo immune al sorriso ma anche al caldo.
"Bene la vostra prima lezione con me è finita , sappiate che questo era solo un piccolo aperitivo di quello che vi aspetta. Da domani iniziamo a fare sul serio. Winchester hai bisogno di una bombola di ossigeno?"
Il poveretto riuscì a fare di no con la testa ma si vedeva che stava per stramazzare al suolo.
"Bene ragazzo,sei una roccia. Ora andate a fare una doccia che avete un tanfo orribile."
Per fortuna per le ragazze era stato riservato un bagno lontano da quello degli uomini.
Fecero una doccia che definirla veloce era solo un modo per dire che era durata meno di cinque minuti e dovettero tanto lei quanto le altre con i capelli lunghi legare i capelli ancora bagnati, non che fosse un problema, con il caldo che c'era si sarebbero asciugati in poco tempo.
Quando entrarono nell'aula il colonnello era già lì e leggeva un giornale.
"Buongiorno ragazze,sono ben lieto di osservare che ci avete messo meno dei vostri colleghi ,sono compiaciuto. Ma non montatevi la testa ,per me siete tutti uguali. Jackson sa dirmi che ore sono?"
Sophie scrutò il cielo e calcolò che dovevano essere le otto e qualcosa.
"Signore posso farlo io?"
Kirsten era la classica tipa che non voleva passare inosservata e in secondo piano.
Sophie la guardò e poi guardò il colonnello aspettando che decidesse se accogliere o no la richiesta.
"Se crede di esserne in grado allieva Major lo faccia."
"Grazie signore , a occhio e croce sono le sette e mezza signore."
Sophie nascose un ghigno e scambiò un occhiata con Diane .
"È così Jackson?"
Si sentì nuovamente chiamata in causa e dovette rispondere.
"No signore , l'orario non è esatto. Sono le otto e potrei ipotizzare ,dieci minuti."
Il colonnello sorrise compiaciuto e annuì.
"Giusto Jackson,complimenti. Un giorno io e te faremo una bella chiacchierata."
"A sua disposizione signore."
"Ma non è possibile ,come fa ad essere sicuro che siano le otto e dieci? E come ha fatto a calcolare l'ora giusta? Secondo me ha un orologio addosso e finge di calcolare l'ora guardando il cielo. Non ci credo."
Sophie guardò la ragazza con indifferenza ,non erano nuove per lei quelle accuse e non era nuovo l'astio che alcune dimostravano nei suoi confronti ,era sempre stato così.
Si alzò in piedi e alzò le maniche della tuta mettendo in mostra gli avambracci.
"Signorina Major sa che le sue sono accuse molto pesanti? Cosa vuole insinuare?"
Il colonnello non si lasciava scalfire facilmente e voleva vedere fin dove Kirsten si sarebbe spinta.
"Non insinuo , e non basta che alzi le maniche per dimostrare che non porta un orologio. Potrebbe averlo nascosto ovunque!"
Nell'aula iniziarono a entrare gli altri allievi e assistettero alla diatriba che Kirsten stava mettendo su solo per non essere riuscita a decifrare l'ora esatta.
"Jackson potrebbe togliere la tuta?"
Sophie guardò Diane e poi rivolse lo sguardo al colonnello ,che cavolo non era un problema spogliarsi davanti alle donne ma lì era pieno di testosterone.
"Quì colonnello?"
"Dove vorresti andare tesoro in camera per far sparire l'orologio?"
Sophie voleva strangolarla.
"Per l'amor del cielo Kirsten chiudi il becco!"
Prese a sbottonare i due bottoni e poi tirò giù la lampo della tuta fino alla vita, non aveva intenzione di andare oltre.
Fortunatamente aveva la canotta bianca che copriva il reggiseno e non la esponeva molto.
"Mi spiace signore ma non ho intenzione di togliere altro per dare soddisfazione all'allieva Major. Non ho alcun orologio addosso l'unico che posseggo è rimasto a casa mia sul comodino."
Si udivano vari bisbigli e apprezzamenti, era più che certa di essere diventata rossa ma non voleva darla vinta a quella stronza.
"Jackson si rivesta. Major domani mattina farà sei giri di corsa in più rispetto ai suoi compagni, così magari la prossima volta prima di muovere accuse infondate verso chiunque si mozzerà la lingua e starà al suo posto. Bene arrivati signori,volete che chiami al bar e vi faccia portare un caffè? Le vostre compagne hanno fatto più in fretta di voi, esigo che siate quì dentro prima delle otto e vale per tutti. Ora procediamo con l'apprendere le formule necessarie per calcolare le coordinate per latitudine e longitudine. "
Le lezioni con il colonnello erano gratificanti da un punto di vista ma noiose da un altro, gratificanti perché lei sapeva la maggior parte delle cose che lui spiegava e il più delle volte riusciva a semplificarle a Diane ,noiose perché già le sapeva .
Fosse per lei sarebbe salita direttamente su un F-16, purtroppo per quello doveva aspettare il capitano Clandon e finché non aveva la decenza di presentarsi alla base loro non potevano neanche lontanamente immaginare di avvicinarsi ai caccia.
Quando andarono a mensa Megan si complimentò con lei per il sangue freddo che aveva dimostrato con Kirsten , chiunque le sarebbe saltata addosso.
Presero un vassoio a testa e cercarono un tavolo dove poter sedere senza essere disturbate, purtroppo però non riuscirono a mangiare in pace ,c'era un andirivieni di ragazzi che volevano sapere se il seno era rifatto e se sapeva che una capsula di silicone durante un addestramento per testare la pressurizzazione del corpo mediante la forza G poteva esplodere.
Sophie restò a guardarli allibita , prima di rivolgere lo sguardo verso Diane e poi altrove nella sala fino ad incrociare un paio di occhi nascosti dietro due lenti scure da aviatore che la fissavano.
Un brivido le attraversò la schiena , perché quell'uomo la fissava? Chi era?
Distolse lo sguardo e lanciò un occhiata bieca ai tre deficienti che le stavano davanti ,pronta a rispondere per le rime.
Ma prima che potesse farlo una ragazza molto alta e con una mole imponente si presentò al tavolo e con un occhiata truce liquidò i tre che aspettavano una risposta da lei.
"Ehi ragazza amica della mia compagna di stanza ,sei stata forte prima con quella gatta morta di Geneviève! Tu mi piaci."
Sophie guardò Diane che se ne stava seduta con lo sguardo tra l'incredulo e lo spaventato. Quella era la sua compagna di stanza?
Una così alta e muscolosa e con un temperamento così forte era meglio tenerla come amica.
Le porse una mano e sfoderò uno dei suoi migliori sorrisi.
"Sono Sophie e lei è Diane ,tu come ti chiami? E chi è Geneviève?"
La ragazza alzò lo sguardo dal vassoio e guardò Diane nascondendo quello che poteva sembrare un sorriso.
"Non si chiama così quella tizia stupida che non è riuscita ad indovinare l'ora giusta? Quindi ti chiami Diane? È proprio un nome adatto a te. Io sono Terry, non mi piace chiacchierare ne fare amicizia. Ma tu mi stai simpatica ,la tua amica un po' meno perché potrebbe invadere i miei spazi. Ma finché non lo fa non rischierà di morire nel sonno. "
A Diane mancò un battito e deglutì a vuoto.
L'aria si era fatta un po' pesante e Sophie preferì cambiare discorso.
Si schiarì la gola e accennò un sorriso strozzato.
"Allora Terry come ti trovi quì? Cioè voglio dire ti piace volare?"
Era una domanda stupida da fare ma in quel momento non gli era passato per la testa altro.
Diane faceva scena muta.
"In realtà il mio sogno era aprire una palestra e insegnare alle donne a difendersi. Poi il nuovo compagno di mia madre mi ha spinta a fare un colloquio quì alla base e mi hanno presa. Lui sperava di dimostrare a mia madre che ero un incapace e invece eccomi quì. Il vero problema è che mia madre si va a fissare sempre con i più stronzi e questo non è da meno dal marito che aveva."
"Tu ..tuo padre?"
Diane azzardò un ipotesi è forse avrebbe fatto meglio a continuare a tacere, perché Terry scattò in piedi e per un attimo Sophie temette l'avrebbe picchiata.
"Quel rifiuto umano non è mio padre! Non ti azzardare mai più a dirlo capito!"
Diane si fece piccola piccola e balbettò delle scuse con un filo di voce.
"Calma Terry calma, Diane come d'altronde io non potevamo saperlo. Ti chiediamo scusa,non volevamo offenderti."
Terry sembrò calmarsi e accettare le scuse ,si sedette nuovamente e ricominciò a mangiare.
Diane guardò Sophie e le fece cenno di volersene andare ma Sophie scosse la testa ,non poteva andarsene.
"Nonostante siete entrambe un po' strane credo che potremo diventare amiche."
Sophie e Diane si scambiarono un occhiata eloquente , chiamava loro strane.
"Certo perché no? Una sera potremmo andare a mangiare una pizza , vero Diane?"
Diane spalancò gli occhi e fece roteare le dita vicino alle tempie , non voleva andare fuori con quella pazza.
Sophie annuì con la testa e le fece cenno di accettare.
"Ce... certo si può...." Mandò giù la saliva . "Si può fare. "
Terry alzò la testa dal piatto e diede il cinque a entrambe .
"Bene ragazze ,ora vado. Voglio andare a chiedere se si può usare la palestra nei momenti liberi. Ci mettiamo d'accordo per la pizza. "
Detto questo prese il vassoio ormai vuoto e se ne andò.
"Soph sei impazzita per caso? O stai maturando istinti suicidi? Perché uscire con quella pazza sarà di sicuro un suicidio!"
Diane era fuori di sé ,non avrebbe mai immaginato che la sua più cara amica potesse prendere una decisione così avventata.
"Stai tranquilla Diane, intanto parlare di suicidio mi sembra esagerato, inoltre non credi che un no come risposta l'avrebbe fatta innervosire ancora di più? E poi chissà quando si presenterà l'occasione di poter andare a mangiare una pizza. Non fasciamoci la testa. Piuttosto hai notato il tizio in fondo a sinistra con gli occhiali scuri? È una mia impressione o è parecchio strano?"
Diane guardò nella direzione indicata e fece spallucce.
"Quel tipo c'era anche ieri,non so chi sia. Fissava un po' tutti bevendo ogni tanto un sorso di bibita. Comunque tornando alla matta se vuoi possiamo cambiare stanza e ti lascio volentieri la sua compagnia."
Sophie sorrise tenendo sotto controllo l'istinto di girarsi a guardare quel tipo, perché era sempre solo? E per quale diavolo di motivo doveva tenere gli occhiali scuri anche in mensa?
"Non posso Diane,sai che correremmo rischi inutili scambiando i nostri alloggi senza alcun motivo ne consenso. Cerca di esserle amica ."
Diane la guardò di traverso e diede un taglio netto alla mela dividendola in due metà uguali.
"Soph sappi che se un giorno mi troveranno con il cranio diviso in due da un ascia o con un coltello nella pancia sarai l' unica responsabile."
Sophie scoppiò a ridere e annuì rubando un pezzo di mela.
"Sono d'accordo , è più che giusto. Comunque da tempo ti suggerisco di cambiare orientamento in tv, i film horror decisamente non fanno per te."
Diane la fissò dritta negli occhi e borbottò contrariata sul fatto che l'unica amica di cui si poteva fidare e su cui poteva contare era letteralmente diventata pazza.
Nel pomeriggio furono impegnate a risolvere dei quiz sulla navigazione aerea notturna e mentre se ne stavano concentrati a studiare le domande per dare una corretta risposta il tipo che l'aveva affiancata durante la corsa le si sedette accanto.
"Pss"
Sophie cercò di restare concentrata e fece finta di non sentirlo.
"Ehi Jackson ,senti ma tu conosci Megan?"
Sophie alzò appena lo sguardo e lo trucidò con un occhiata malefica, questo tipo iniziava a darle sui nervi.
"Allora"
Continuava a parlare sottovoce per non disturbare nessuno .
"Se non te ne vai ti infilzo le mani con la penna e ti cavo gli occhi con le unghie."
Disse la frase in tono placido e freddo continuando a fare le crocette sulle pagine del quiz.
Che poi tra l'altro poteva definirlo anche carino ma non le interessava ne lui ne tantomeno con chi diavolo usciva.
"Tranquilla dolcezza, non devi essere gelosa. Possiamo organizzarci e uscire una sera in cui sono libero,che cosa ne pensi?"
"Io penso che dovresti tornare al tuo posto tanto per cominciare."
La voce che li fece sobbalzare entrambi apparteneva a colui che se ne stava in piedi nel corridoio tra le file di sedie e aspettava imperterrito che Jason tornasse al suo posto.
Sophie evitò di alzare lo sguardo ,non voleva prendere un rimprovero . Appena gli fosse capitato Jason tra le mani gli avrebbe fatto una ramanzina.
Sentiva su di sé lo sguardo di quell'uomo ma non sapeva chi era, l'unica cosa che riusciva a vedere erano un paio di anfibi neri lucidi e il verde della tuta.
Continuò con gli esercizi finché non fu terminata la sessione, poi finalmente alzò lo sguardo e si guardò intorno cercando di capire a chi appartenessero la voce e gli anfibi di prima ,ma non le riuscì di capirlo.
In quella stanza oltre lei Diane e tutti gli altri allievi c'era solo il sottotenente Grayson che gli aveva consegnato i quiz ed era più che certa che la voce non appartenesse a lui.
"Ehi Diane per caso hai visto chi ha mandato a posto Jason?"
"Starai scherzando spero. Hai sentito che timbro di voce aveva? Sembrava che fosse quella di Jack lo squartatore."
Sophie gli occhi al cielo e si mise le mani nei capelli, Diane era fuori ti testa.
"Senti andiamo a mangiare che forse è meglio. "
Diane la prese a braccetto e sorrise contenta, ci mancava poco che si mettesse a saltellare come una bambina.
"Sai cosa ho sentito? Che domani incontreremo quello che sarà il nostro peggior incubo, il capitano Clandon. Pare che non sopporti che venga dato spazio alle donne e soprattutto nessuna arriva a fine corso e quindi a un F-16. "
Sophie ascoltò le parole dell'amica e fece una smorfia , al solito in un posto di soli uomini ci si doveva per forza di cose imbattere in un maschilista.
"Bhe cara Diane questo è tutto da vedere. Ho promesso a mio padre e a Tony, ma soprattutto a me stessa che avrei avuto le ali e le avrò. E il caro capitano Clandon dovrà solo provare a mettersi contro di me."
Quando entrarono in mensa andarono a sedere al solito tavolo , Sophie si guardò intorno prima di prendere posto ma non vide il tipo strano dell'ora di pranzo.
Meglio così ,si sentiva a disagio e non ne capiva il motivo.
Aveva appena preso la forchetta in mano quando lo vide entrare e per ironia della sorte prese posto tre tavoli più avanti del loro e si sedette standole di fronte.
"Merda!"
Diane la guardò stupita , Sophie imprecava molto raramente.
"Che succede?"
"Succede che il tizio con gli occhiali scuri è appena entrato e si è seduto alle tue spalle . E anche se porta quei dannati occhiali sono più che sicura che sta guardando da questa parte. Odio essere osservata , non ti girare!"
Ammonì Diane appena in tempo.
Non le piaceva quel tipo, chi diavolo era e per quale motivo si ostinava a tenere su quelle lenti scure anche a quell'ora.
Cercava di evitare di guardarlo ma era difficile dato che si trovava dietro a Diane , quindi per scambiare qualche parola con lei doveva per forza guardare lui.
Jason le raggiunse al tavolo e Sophie non seppe trattenersi dal rimproverarlo.
"Ciao bellezze, tutte sole? Ci sono tanti bei ragazzi perché non vi unite a un tavolo con loro?"
Diane represse un risolino mentre Sophie montava su tutte le furie, aveva rischiato di prendere un rimprovero solo per colpa sua.
"Senti latin lover vedi di starmi alla larga soprattutto nelle ore di lezione non ho alcuna intenzione di ricevere un ammonimento per colpa tua. Sono stata chiara?"
Sperò di non risultare una di quelle ragazze rigide e antipatiche che non sapevano divertirsi ,ci teneva a raggiungere il suo obiettivo e non ci avrebbe rinunciato di certo per un ragazzo.
Ma se credeva che Jason si sarebbe offeso si sbagliava di grosso, perché appena finì la sua sfuriata scoppiò a ridere e si sedette con loro.
"Sophie tu mi piaci!"
Sophie lo guardò stupita e poi guardò Diane che si strinse nelle spalle.
"Ma sei serio? Ti ho appena detto che non mi devi importunare e poi chi cavolo ti ha detto come mi chiamo?"
Jason fece lo sguardo da ammaliatore che doveva conquistarla ma in realtà la fece solo gemere di frustrazione.
"Tesoro io te l'avevo detto che lo avrei scoperto il tuo nome. Comunque non preoccuparti se non ti va a genio il mio corteggiamento possiamo direttamente divertirci un po' e restare semplici amici."
Lo disse come se stesse annunciando che l'indomani sarebbe andato a fare la spesa al supermercato ,con una semplicità e una tranquillità esasperante.
Sophie represse la voglia di picchiarlo ,non era una persona violenta ma questo ragazzo tirava fuori il peggio di lei.
Prese il piatto con la zuppa di verdure e glielo versò completamente addosso.
Diane scoppiò a ridere e anche alcuni ragazzi poco distanti che iniziarono a prendere in giro Jason, per un attimo le sembrò che anche lenti scure avesse accennato un sorriso.
"Ma che cazzo fai?"
"Vai a divertirti con tua sorella imbecille pervertito . Ah e comunque il tuo approccio con le ragazze fa schifo andiamo Diane!"
Stavano per uscire dalla mensa quando Jason le urlò dietro che sua sorella era sposata con prole e a lui piacevano le sfide.
Gli mostrò il dito medio e uscì di lì con una sensazione di nervosismo addosso che non era dovuta a Jason ,alla fine nonostante fosse patetico il suo modo di rimorchiare lo trovava divertente.
Ciò che la rendeva nervosa era essere osservata senza conoscere chi si nascondeva dietro quegli occhiali.
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Amami tra le nuvole
ChickLitVolare alto ,quello era stato il suo sogno fin da bambina. Mentre i suoi coetanei giocavano a nascondino lei accompagnava suo padre alla base militare . Finalmente potrà realizzare il suo sogno dopo anni dedicati allo studio e ai sacrifici. Le port...