"Andiamo più veloci , più veloci! Così volete pilotare un caccia? Anche una formica è più veloce di voi nel recuperare scorte. Winchester ci sei?"
"Si signore."
"Bene ragazzo, ripongo in te le mie aspettative. "
Correre,saltare fossati , districarsi sotto al percorso sul terreno, e poi ancora correre, fare flessioni e correre. Erano quasi due ore che continuavano a disperdere energia sotto i raggi mattutini.
"Quest'uomo mi sembra immune al caldo, allo stress ,al divertimento e credo anche alla vita. Dio sono a pezzi."
Diane aveva sbottato contrariata mentre continuava a fare gli esercizi per maggiorare la resistenza.
"Credo che sia un robot!"
"Io dico di no Diane, il lato B delle allieve non lo lascia indifferente."
Diane sgranò gli occhi e la guardò mentre continuava a fare i piegamenti.
"Sul serio?"
"Altroché, me ne sono accorta già ieri ma oggi ho avuto la conferma."
"Basta così per oggi,mi avete annoiato ,fare di voi dei piloti sarà la prova più dura che abbia mai affrontato. Sparite dalla mia vista e dal mio olfatto!"
Quando furono alle docce alcune si stavano lamentando della poca perseveranza che aveva Hartman, secondo loro doveva essere più accondiscendente dato che loro erano donne.
Erano nove in tutto e a parte Kirsten che sembrava stare sulle scatole a molte e dare confidenza a poche , andavano tutte d'accordo.
"Ragazze pare che oggi finalmente il grande Capitano Clandon ci farà degne della sua presenza . Dite che sarà carino? Hartman non è niente male ma mi sembra che non abbia inclinazioni verso il gentil sesso."
Sharon era una di quelle che credeva che con un bel fisico e le giuste parole si potesse ottenere qualsiasi cosa.
"Ma cosa ti salta in mente Sharon! Hartman è quì solo per svolgere il suo lavoro,inoltre nessuno ti dà il diritto di mettere in giro queste voci!"
Sophie ascoltò lo sfogo di Diane e si chiese se nonostante poco prima avesse detto che il maggiore Hartman sembrasse un robot ,sotto sotto non provasse una certa ammirazione.
Uscì dalla doccia e andò verso la panca davanti al suo armadietto per vestirsi.
"Quella Sharon proprio non la sopporto!"
"Diane meglio se non entri in discussioni simili, lascia perdere. In posti come questo il più delle volte devi stare attenta anche a come cammini ,non solo a come parli. Soprattutto con una come Sharon ."
Diane era mortificata ,aveva solo espresso la sua opinione,non c'era nulla di equivocabile.
"Ma...Soph non ho detto niente di male."
"Lo so io come lo sai tu e anche tutte le altre ,ma per arrivare in cima c'è gente disposta a tutto e io non voglio che ti mettano in cattiva luce. Dove diavolo sono le mie forcine maledizione."
Era già pronta per andare a lezione ma non poteva perché non trovava le forcine per legare i capelli.
"Senti Diane riprendiamo dopo questo discorso,devo correre in camera a prendere delle forcine,le mie si sono volatilizzate. Tu intanto va a prendere posto."
"Che cavolo Soph proprio oggi che arriva Clandon ,corri . Pare che odi i ritardatari."
Sophie chiuse l'armadietto e pregò suo padre di farla arrivare prima del capitano ,odiava fare brutta impressione al primo incontro.
Corse in camera e cercò altre forcine ma ne trovò solo due e i suoi capelli erano troppo lunghi per stare su con due sole forcine.
Prese un elastico e mentre raggiungeva l'aula li intrecciò velocemente , entrò in quella dannata aula intanto che cercava di fare uno chignon con la treccia senza risultato.
"Jackson? Finalmente ! Sappia che odio i ritardatari e che nessuno deve entrare in aula dopo di me. A cosa dobbiamo il suo ritardo?"
L'uomo con le lenti scure la trafiggeva con lo sguardo mentre Sophie se ne stava dritta sull'attenti evitando di guardarlo.
"Mi spiace signore non succederà più."
"Questo mi pare più che ovvio Jackson,ma io ho chiesto il motivo del suo ritardo!"
Sophie deglutì a vuoto ,non era mai stata così in imbarazzo in vita sua, in quel momento abbassando gli occhi si rese conto che quelli erano gli stessi anfibi del giorno prima , quando Jason era stato rispedito al suo posto , sicuramente pensava male di lei.
"Non trovavo le forcine per i miei capelli signore. "
Marc Clandon ventinove anni capelli neri e occhi grigi che nascondeva sempre dietro a lenti scure incrociò le mani dietro la schiena e girò intorno alla allieva Jackson.
Sophie Jackson ventidue anni , massimo dei voti conseguiti nei due anni di accademia ,nessun rapporto affettivo che potesse essere di intralcio, cinquantadue kilogrammi di peso per un metro e sessantanove di altezza. Ottima osservatrice e una capacità sorprendente ,a detta del Colonnello ,nel formulare l'ora secondo la posizione del sole.
Tante buone qualità ma un solo difetto.
Era una donna.
E le donne non dovevano pilotare un caccia.
"Jackson si sposti in fondo all'aula e resti dritta e in piedi, se non è in grado di gestire i suoi capelli li tagli!"
Sophie arrossì suo malgrado per essere stata rimproverata davanti a tutti.
"Si signore."
Andò in fondo all'aula e sperò vivamente che quello stronzo non facesse prendere appunti, perché in quel caso sarebbe stata nella merda.
"Prendete il blocco e iniziate a prendere appunti,odio ripetere le cose. Se siete abbastanza furbi riuscirete a mettermi nel sacco e avere uno di quelli." Indicò con il braccio teso i caccia allineati fuori sulla pista mentre con lo sguardo puntava lei. " In caso contrario sarò felicissimo di sbattervi fuori di qui."
Come non detto. Fu il pensiero di Sophie.
Le due ore successive furono le più lunghe della sua vita , Clandon non perdeva occasione di lanciarle occhiate assassine e fare finta che non ci fosse ogni volta che faceva una domanda e lei era in grado di rispondere.
"Buongiorno ragazzi, Jackson che ci fa quì in piedi? Marc tutto ok? Quest'anno tutti allievi preparatissimi."
Sophie accennò un sorriso al colonnello che venne gelato da Clandon , quell'uomo era uno stronzo.
"Colonnello. Io finora non ho visto nessuno in grado di salire su un F-16 , almeno per quello che mi riguarda. Inoltre ho sottoscritto una sanzione nei confronti dell'allieva Jackson per il suo comportamento indisciplinato. "
Sophie spalancò gli occhi, una sanzione disciplinare,cavolo solo per un ritardo. Non era giusto.
"Una sanzione disciplinare a Jackson? Andiamo Marc lei è una delle migliori non è possibile ,che cosa è successo?"
Marc dalla sua posizione appoggiato al muro con le braccia incrociate sul torace scolpito lanciò un occhiata bieca al colonnello e poi fissò le sue lenti su Sophie invitandola a ribellarsi.
"È arrivata in ritardo!"
Accidenti a lui e a chi aveva fatto sparire le forcine ,era più che certa che fosse stata Kirsten ma non poteva muovere alcuna accusa, non le restava altro da fare che accettare la sanzione.
"Jackson ha qualcosa da dire?"
"No colonnello, il capitano ha ragione."
Il colonnello sospirò contrariato e non poté fare altro che firmare quella sanzione.
"Potete andare ragazzi , per il momento siete liberi. Jackson si avvicini."
Sophie attese che uscissero tutti e notò lo sguardo di trionfo di Kirsten,era stata lei a far sparire le forcine, ormai ne era certa .
Mantenendo una postura dritta e rigida si avvicinò alla postazione del colonnello senza rivolgere il minimo sguardo al capitano.
"Jackson mi dispiace ma il regolamento va rispettato. Tenga. "
Prese il foglio che il colonnello le porgeva e gli rivolse un sorriso appena accennato.
"È giusto colonnello. Con permesso."
In quel momento aveva una dannata voglia di strappare via gli occhiali da quel viso per guardarlo dritto negli occhi prima di picchiarlo a sangue.
"Capitano."
Salutò giusto per forma di dovere che per altro, girò su se stessa e uscì composta dalla stanza , appena fu fuori colpì il muro con un pugno sfogando tutta la sua frustrazione, non si era mai sentita così in imbarazzo in vita sua.
Si era scorticata le nocche ma non le importava, doveva trovare quella stronza di Kirsten.
Ma prima doveva portare la sanzione a Roger per farla registrare, accidenti a Clandon e al suo arrivo.
"Ehi Sophie che ci fai da queste parti? Problemi?"
"Ciao Roger, tieni registra questa sotto il mio nome. "
Roger guardò allibito il foglio e poi guardò Sophie.
"Che cosa? Non ci credo,avevo dato per scontato che l'unica tra di voi che avrebbe potuto prendere una sanzione sarebbe stata Terry . Non mi sarei mai aspettato di vedere te per una sanzione, a chi hai pestato i piedi?"
Sophie sospirò pesantemente.
"C'è sempre una prima volta nella vita per giungere alle conclusioni sbagliate. Ci vediamo Roger."
Raggiunse Diane in mensa e appena vide Kirsten che rideva e scherzava andò su tutte le furie, lasciò il vassoio sul tavolo e si presentò al suo.
"Ridi finché puoi piccola stronza, attenta però che io non ho sempre voglia di ridere soprattutto quando qualcuno si prende gioco di me e mi prende per il culo. Ti do un consiglio ,stammi lontana!"
Tornò al suo tavolo e per una frazione di secondo incrociò lo sguardo con Marc Clandon che se ne stava in disparte a osservare la scena.
"Soph che hai fatto alla mano? Santo cielo che giornata e ancora non è finita."
Diane bagnò un tovagliolo con l'acqua della sua bottiglietta e le ripulì la mano dal sangue raggrumito.
"Si può sapere che diavolo hai fatto? Che voleva il colonnello?"
Sophie fece una smorfia di disappunto, la mano le doleva in più punti e di sicuro sarebbe annerita .
"Clandon mi ha dato una sanzione e ho dovuto ingoiare un rospo di dimensioni stratosferiche per non contestarla. Il colonnello era meravigliato ,non se lo aspettava. Non sai che voglia avevo di picchiarlo quel bastardo. "
Le era passato anche l'appetito, scostò il vassoio e si strinse la mano dolente al petto.
"Oddio Soph non ti girare ,il capitano sta venendo da questa parte. "
Sophie fremette di rabbia e nascose la mano sotto al tavolo.
Quando lo vide appoggiare le mani sul tavolo e abbassarsi per guardarla maturò l'istinto di alzarsi e andare via.
"Jackson, per quale motivo le sue forcine erano sparite? "
Cosa? Che cavolo di domanda era quella? Cosa si aspettava che rispondesse?
"Non capisco la sua domanda capitano."
Evitò di guardarlo perché odiava specchiarsi in quegli occhiali e non poter vedere gli occhi di chi le stava di fronte.
"Jackson quando le faccio una domanda esigo una risposta e mi guardi in faccia."
Sophie guardò Diane e si alzò in piedi fissandolo in viso.
"Capitano Clandon le ho dato la mia risposta, non capisco cosa intenda. Nel caso volesse in qualche modo insinuare che io le abbia fatte sparire per arrivare in ritardo e prendermi una sanzione gratuita mi permetta di dirle che è fuori strada. Ora anche se in mensa e nelle ore libere non siamo dovuti a prendere congedo lo faccio comunque, con il suo permesso capitano. A dopo Diane."
Portò via il vassoio e uscì dalla mensa, quell'uomo con i suoi dannati occhiali aveva il potere di farla innervosire.
Andò fuori a fare due passi e come se fosse in qualche modo attirata da loro si ritrovò a passeggiare tra i caccia sulla pista.
"Ciao ,tu sei Sophie vero?"
Lo smilzo Winchester l'aveva imitata , accarezzava con lo sguardo quei mostri di alluminio ,acciaio e titanio , Sophie lo fissò , era come se quella tuta fosse troppo grande per lui e allo stesso tempo troppo corta.
Aveva i capelli biondo scuro e gli occhi nocciola e avrebbe giurato che portasse gli occhiali, perché tendeva a fare il gesto di sistemarli sul naso.
"Ciao ,si Sophie è giusto. Tu invece? Sei solo Winchester o hai un nome? "
Il ragazzo la guardò dritta negli occhi e poi si guardò intorno e si portò un dito sul naso ad alzare degli occhiali che non c'erano.
"Mi chiamo Frederick ,mia madre mi chiama Freddy e mio padre Fred, tu puoi chiamarmi come ti pare."
Sophie piegò la testa di lato e lo guardò attentamente, sembrava fuori posto.
"A te che nome piace?"
Winchester la guardò come se fosse impazzita.
"Sai per essere una che sa calcolare l'ora senza un fottuto orologio sei un po' stramba. Ti ho appena detto come mi chiamo."
Sophie sorrise, forse quello era il primo sorriso di quella giornata di merda.
"Sai una cosa Winchester ,la stramba quì crede che a te non piace ne Freddy ne Fred e soprattutto credo che hai una fottuta paura di salire su uno di questi gioiellini. Che dici sono ancora stramba?"
Winchester scosse la testa e sorrise a sua volta.
"Merda no, tu sei fottutamente astuta. Avessi potuto scegliere mi sarei chiamato Michael ,ma essendo Frederick il mio nome puoi chiamarmi Rick ."
Sophie gli porse la mano e Rick la strinse forte.
"Piacere Rick. Posso farti una domanda?"
Rick arrossì e si strinse nelle spalle.
"Mi piacciono le donne se è questo che vuoi sapere."
Sophie scoppiò a ridere e scosse la testa.
"No Rick, non volevo sapere questo. Non sono fatti miei, quello che volevo chiederti è dove metti tutto il cibo che ingurgiti tra pranzo e cena? Ti ho visto a mensa ,mangi da far paura e sei magro come un chiodo."
Rick si grattò la testa.
"Ah quello. Bhe ho un metabolismo iperattivo e brucio calorie come fiammiferi. Mi spieghi chi ti ha insegnato a calcolare l'ora con la posizione del sole?"
Sophie sorrise e guardò l'orizzonte schermando gli occhi chiari con la mano, quando aveva iniziato a seguire suo padre in quel posto era piccola e tonda sembrava una palla con i capelli. Ma nonostante patisse parecchio il caldo era affascinata dai caccia,da quel luogo e dalla possibilità di volare alto.
Così aveva iniziato a fare domande e suo padre rispondendo a mo di gioco le aveva insegnato moltissimo.
"L'ho imparato da piccola Rick, casa mia non è molto distante da quì e si trova sulla via per arrivare al museo militare hai presente?"
Gli spiegò come arrivare a casa sua ma solo per fargli capire in che posizione si trovava l'abitazione rispetto al sole.
"Sophie io non sono di quì,non sapevo neanche che ci fosse un museo militare. Deve essere una figata."
"Oh lo è credimi, se un giorno ci riusciamo ti ci porto. Comunque era solo per farti capire come si trovava casa mia rispetto al sole. Vediamo..." si guardò intorno alla ricerca di un edificio che potesse spiegare in pieno quello che voleva dire, puntò gli occhi su un hangar. "Ok Rick lo vedi quell'hangar ? Immagina che sia casa mia. Ora il sole sta iniziando la sua discesa verso ponente quindi a occhio e croce se dovesse tramontare verso le venti che ore potrebbero essere adesso?"
Il ragazzo la guardò turbato e osservò l'hangar non capendo il confronto ,si strinse nelle spalle e azzardò un ipotesi.
"Le sedici?"
Sophie spalancò gli occhi e si mise a ridere.
"Che? Nooo! Nel modo più assoluto. Andiamo Rick ,la maggior parte dei nostri compagni è ancora in mensa questo a cosa ti fa pensare?"
"Che stiano ancora mangiando?"
A quel punto fu inevitabile che entrambi scoppiassero a ridere , eppure era stato più semplice farlo capire a Diane.
"Rick quì in Nevada si registrano dalle dodici alle quattordici ore di luce."
Rick smise di sorridere e le rivolse uno sguardo indignato.
"Questo lo so perfettamente. Quello che non capisco è cosa c'entri l'hangar!"
"La posizione dell'hangar è perpendicolare alla posizione del sole, fa finta che l'hangar sia un orologio e il sole le lancette che segnano l'ora dall'esterno. Quando il sole raggiunge la massima altezza che ore sono?"
Rick guardò il sole e l'hangar.
"Solitamente mezzogiorno ,ma bisogna calcolare anche il vento e la sua intensità . Soffiando a una velocità oraria maggiore di quella dell'astro potrebbe farlo spostare un po' più velocemente rispetto al solito , tutto questo ovviamente non è visibile a occhio nudo ma con un telescopio di quelli da planetario lo puoi vedere."
Sophie lo ascoltava a bocca aperta , Rick non aveva affatto bisogno di lei per calcolare l'ora.
"Cavolo! Sei sicuro di voler pilotare un caccia? Staresti di sicuro meglio dietro ai computer per segnare la rotta e modificarla secondo le intemperie."
Rick fece una smorfia.
"Già sarebbe bello. Ma mio padre vuole che diventi un pilota e ogni suo desiderio è un ordine. Contro ogni mia volontà dovrò pilotare uno di questi aggeggi."
"Cosa! Se tu vuoi fare altro devi farlo, non devi accontentare tuo padre. È la tua vita Rick ,non puoi stare al suo volere. E domani? Se alla fine non risulterai idoneo a pilotare un caccia che farai? Ci hai pensato? Perché sai quanto me che quì non dispensano caccia come caramelle ,se non sai far alzare e atterrare questi gioiellini senza fare danni non ti reputano un pilota!"
Rick alzò le spalle.
"Vorrà dire che aprirò un chiosco di caramelle appena fuori la base e le distribuirò a tutti quelli come me che non ce la faranno. Che dici è una buona idea no?"
Sophie gli diede una spinta giocosa e prese a camminare verso gli edifici di fronte a loro.
"Andiamo uomo delle caramelle, comunque non mi hai ipotizzato alcun orario. "
Rick guardò nuovamente l'hangar.
"Ma che ne so! Secondo la tua supposizione dovrebbero essere le tredici circa."
Sophie scosse la testa.
"Guarda bene l'hangar Rick e dimmi cosa vedi?"
"Una costruzione di mattoni e cemento."
Sophie alzò gli occhi al cielo esasperata.
"Rick non stai guardando con attenzione. "
Rick sbuffò contrariato, non gli piaceva molto quel modo di imparare a calcolare l'orario tutto era molto più semplice con un orologio, purtroppo però era fondamentale imparare a calcolare la posizione del sole perché grazie a quella ci si poteva salvare in caso di problemi .
Guardò nuovamente l'hangar e notò che era tutto alla luce del sole tranne una porzione di fabbricato appena sopra il terreno sul lato sinistro che era in ombra.
"Le quattordici?"
Sophie sorrise dolcemente.
"Bravo , hai visto che osservando bene riesci a calcolare l'ora?"
Diane sopraggiunse in quel momento .
"Sophie si può sapere che fine avevi fatto? È da mezz'ora che ti cerco."
"Diane ero quì a scambiare quattro chiacchiere con Rick, piuttosto Rick lei è la mia amica Diane. Diane lui è Rick."
"Ciao Rick molto piacere, ti sei scordata migliore e comunque sono venuta a cercarti perché Clandon vuole parlarti. Ti aspetta nel suo ufficio. O almeno credo che ti stia ancora aspettando, spero. Mi ha detto di dirti che ti aspettava entro dieci minuti ma io non riuscivo a trovarti. "
"Maledizione! Quell'uomo sembra avercela con me. Devo correre . Ci vediamo Rick."
Corse a perdifiato per raggiungere l'ala degli uffici , rallentò solo in corridoio per recuperare fiato mentre cercava quel dannato ufficio.
La porta era aperta e Marc se ne stava in piedi davanti alla vetrata a guardare fuori ,verso quello che era il suo lavoro e tutto sommato quella che era diventata la sua vita nonostante tutto fosse iniziato per gioco.
Erano passati dodici anni da quando per una scommessa persa lui e Philip Keaton il suo amico più caro erano finiti davanti ai cancelli della base.
Erano riusciti a passare i primi giorni di esercitazioni e quiz per un caso fortuito ,alla fine erano diventati piloti a tutti gli effetti facendo di quella vita il loro lavoro.
E adesso era solo a portare il peso del passato.
Un leggero tocco alla porta lo destò dai suoi pensieri, si girò per vedere chi era e ancora una volta rimase folgorato dalla sua bellezza .
Si ricompose immediatamente e scacciò via dalla sua mente il pensiero di come sarebbe stato baciarla, per constatare se quel fuoco che vedeva scintillare nei suoi occhi chiari si sarebbe propagato a tutto il corpo.
"Jackson vedo che è un abitudine la sua, entri e chiuda la porta!"
Sophie nascose una smorfia e fece come le era stato ordinato.
Si avvicinò alla scrivania e rimase in piedi ad aspettare che lo stronzo ,come ormai lo aveva soprannominato,le dicesse cosa diavolo voleva.
"Si sieda Jackson."
"Preferisco restare in piedi signore."
Marc alzò gli occhi al cielo e allargò le mani in segno di resa .
"Faccia come vuole. Mi dica Jackson perché è in attrito con l'allieva Major?"
Sophie fece una faccia stupita, lei non era in attrito con Kirsten.
"Mi dispiace signore ma non capisco di cosa stia parlando."
Marc sbuffò , non era facile portarla a muovere un accusa, non era come tutte le altre pronte a fare fuoco su chiunque.
"Jackson so per certo che lei e Major avete dei disaccordi, l'altro ieri ero presente in aula quando è stata accusata di avere con sé un orologio. Oggi è arrivata in ritardo perché non trovava le sue forcine, vuole dirmi qualcosa signorina?"
Sophie era fremente di rabbia, si era dovuta spogliare per colpa di quella stronza ,non aveva la minima idea che lui fosse lì a guardare accidenti a lui. Come se non bastasse la stava mettendo alle strette per fargli accusare Kirsten.
Appoggiò le mani sul ripiano in legno massiccio e cercò di perforare quelle lenti per raggiungere le sue iridi .
"Capitano se sta cercando in tutti i modi di farmi muovere un accusa nei confronti di una mia compagna le dico da subito che è fiato sprecato, non lo farò mai. Ora se è tutto..."
Per la prima volta dopo tanti anni Marc si sentì a disagio sotto quello sguardo e abbassò gli occhi , notò le sue mani curate con dita affusolate e unghie corte e pulite, solo che la mano sinistra presentava escoriazioni e sangue raggrumito.
"Che diavolo hai fatto alla mano!"
Fece appena in tempo a dirlo che Sophie tirò via le mani dalla scrivania.
"Niente. Posso andare?"
Marc si alzò e fece il giro della scrivania fermandosi a pochi passi da lei.
"Mi faccia vedere le mani Jackson è un ordine."
Sophie represse la voglia di ribattere alla sua richiesta e non poté fare altro che obbedire, gli mostrò le mani .
Marc prese la mano scorticata con un tocco leggero, la tastò in più punti per vedere se era rotta o incrinata ma non vide sussulti da parte di Sophie quindi ne dedusse che erano solo escoriazioni.
Tolse gli occhiali gettandoli sulla scrivania e la tirò nel bagno adiacente all'ufficio ,non serviva una fasciatura ma poteva metterle la pomata antidolorifica visto che in vari punti stavano iniziando formarsi piccole macchie violacee.
Sophie era senza parole e con il cuore in tumulto,si era tolto gli occhiali e voleva prendersi cura della sua mano.
Lo osservò mentre le metteva una pomata giallognola sulle nocche e cercò di restare indifferente al suo tocco delicato che le faceva venire la pelle d'oca.
"Allora ,vuoi dirmi che cosa ti sei fatta?"
Il tono era accondiscendente e confidenziale ma allo stesso tempo sembrava comunque un ordine.
Sophie alzò lo sguardo e lo puntò in quello del capitano , non aveva mai visto degli occhi così grigi ,non un grigio smunto tipico delle nuvole autunnali ,questo era un grigio brillante, luminoso . L'iride era disegnata da tante piccole venature argentate che sembrava facessero da petali alla pupilla celeste.
Sophie era rimasta colpita da quegli occhi , sarebbe stato meglio se non avesse tolto gli occhiali.
Senza dire una parola si allontanò farfugliando qualcosa che non sapeva neanche se potesse risultare credibile e se ne andò quasi correndo.
Marc rimase a fissare per vari minuti quella porta chiusa , era rimasto colpito dalla morbidezza della sua pelle e dal delicato profumo che emanava il suo corpo.
Gettò via il tubetto della pomata con un impeto di rabbia , aveva promesso che non si sarebbe più fatto fregare .
Nessuna donna avrebbe preso posto nel suo cuore ,ne tantomeno su un caccia.
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Amami tra le nuvole
Literatura FemininaVolare alto ,quello era stato il suo sogno fin da bambina. Mentre i suoi coetanei giocavano a nascondino lei accompagnava suo padre alla base militare . Finalmente potrà realizzare il suo sogno dopo anni dedicati allo studio e ai sacrifici. Le port...