14º

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Non c'era stato più alcun pretesto da parte di Marc nei suoi confronti, sembrava che finalmente si fosse messo l'anima in pace accettandola nella base.
Ma il più delle volte l'apparenza inganna.
La mattina della parata nella base c'era un via vai di gente, fornitori, camerieri, servizio di catering per il buffet, corpi militari e generali.
Diane era molto emozionata ed era ingestibile, sembrava in preda a una crisi di nervi. Sophie era molto tranquilla, negli ultimi giorni aveva fatto molte simulazioni con un Marc Clandon stranamente tranquillo e taciturno, tanto che si era chiesta se non soffrisse di bipolarismo.
Lo incontrò nel corridoio dell'infermeria, era andata da Fleming a prendere qualcosa che mantenere la calma in Diane.
"Jackson"
"Capitano"
Se sperava in un semplice saluto cordiale dovette ricredersi e affrontare i suoi occhi indagatori.
"Sembra che tu abbia sempre da fare in infermeria. Come mai?"
Sophie si strinse nelle spalle e aprì la mano a mostrare il contenuto.
"Cosa è?"
Decise di prendersi gioco di lui, se lo meritava.
Guardò con attenzione la compressa nel blister che aveva in mano.
"A me sembra una compressa capitano. A lei?"
Soffocò un sorriso e lo fissò con occhi stupiti.
Marc non gradì la sottile presa in giro.
"Jackson le assicuro che non ho bisogno che lei mi dica che è una compressa. Lo vedo benissimo da me. Quello che ho chiesto è a cosa serve e per chi?"
"Sul serio?"
Sophie continuò. Le piaceva una volta tanto avere il coltello dalla parte del manico.
Marc sbuffò. Questa Sophie giocosa non l'aveva mai vista e doveva dire che gli piaceva.
"Allieva Jackson sa-"
Fu il turno di Sophie di sbuffare.
"Si si ,lei può mettere a rischio la mia candidatura alle ali, lei può darmi una punizione, lei ha la stessa autorità del colonnello nel prendere decisioni per quello che riguarda gli allievi. Si rilassi capitano, non è una droga è solo un calmante. Diane è troppo ansiosa e potrebbe non arrivare all'orario della parata, quindi Hartman mi ha mandato da Fleming. Se non si fida può controllare. Posso andare ora?"
La sua aria annoiata e saccente punse sul vivo Marc, effettivamente si ritrovava in tutto quello che lei aveva detto, ma era soprattutto con lei a far valere la sua autorità e anche in quel momento doveva farlo.
La spinse in una stanza e prima che Sophie avesse la possibilità di replicare la stava baciando con foga.
Poco gli importava se lei fuori dalla base avesse qualcuno e che quel qualcuno molto probabilmente sarebbe stato presente quel giorno, lui aveva un fottuto bisogno di baciarla e doveva farlo.
Sophie fu presa alla sprovvista, la bocca e il profumo di Marc la stordivano. Il suo bacio era irruento e passionale allo stesso tempo, sembrava che volesse scovarle l'anima e impadronirsene, le mani grandi e forti le stringevano la schiena in modo delicato. Le lasciava libertà di scelta, poteva allontanarsi.
Ma Sophie si scoprì ansiosa di riprovare il calore del suo bacio e la stretta forte e sicura delle sue braccia.
Un languore la invase, un gemito le sfuggì dalla gola e a quel punto non poté fare altro che alzarsi in punta di piedi e circondare il collo di Marc con le sue braccia rispondendo al bacio.
Marc la strinse di più a se, era minuta ma formosa nei punti giusti, il corpo si adattava al suo alla perfezione.
Stava impazzendo, la sua arrendevolezza gli fece desiderare di più, voleva sentirla tremare tra le sue braccia ma non era quello il posto ne il momento.
Si allontanò lentamente continuando a tenerla stretta.
Era bellissima, aveva le labbra gonfie, il volto arrossato e quando aprì gli occhi Marc rimase folgorato. Brillavano, erano lucidi di desiderio è lussuria ed era stato lui a provocare quella reazione.
Appena aprì gli occhi Sophie si rese conto di cosa era successo, si era lasciata andare, aveva risposto al bacio di Marc.
Che stupida.
"Oh mio dio. Che ho fatto? Maledizione!"
Corse via prima che Marc realizzasse di cosa stava parlando e quando capì che si sentiva in colpa per il suo fidanzato si diede del coglione perché ancora una volta era caduto nella rete di una donna.
Inforcò gli occhiali e si nascose dietro il suo sguardo freddo e impenetrabile.
Sophie Jackson era irraggiungibile quindi tanto valeva farla fuori.
Sophie raggiunse di corsa le scale e si fermò solo quando fu lontana da Marc e dalla sua bocca, respirò forte più volte per ritrovare un minimo di stabilità mentale. Si era fatta fregare alla grande, ora aveva una motivazione in più per sbatterla fuori di lì accidenti a lui e a quanto era stata stupida.
"Sophie ci hai messo un sacco."
"Scusa Frank, Fleming era occupato e ho dovuto aspettare."
Diane la guardò dritta negli occhi e le rivolse una muta domanda a cui rispose scuotendo la testa. Non era in grado di mentire a Diane, si leggevano entrambe come libri aperti.
Quando Frank le lasciò sole Diane partì all'attacco.
"Che diavolo ti è successo? Se non sapessi che Marc Clandon ti evita come la peste mi verrebbe da ipotizzare che ti ha sbattuta contro un muro e baciata fino a rischiare di prenderti li in piedi in un corridoio sotto gli occhi di tutti!"
Non sapeva quanto ci era andata vicina, Sophie si schiarì la gola e fece alcuni gesti impacciati.
Diane la guardò attentamente e sul suo viso si dipinse l'incredulità.
"Non ci credo! Davvero lo ha fatto? Ti ha baciata sul serio?"
Sophie sospirò pesantemente.
"Si Diane. Si lo ha fatto ed è stato... è stato...bellissimo, avvincente, profondo. Le sue braccia mi stringevano forte, mi sentivo sicura. Era irruento e dolce, passionale, come se lo aspettasse da tanto e...non ho resistito Diane. Ho risposto al suo bacio, perché lo volevo, perché anche io lo aspettavo. Dio Diane, che gran casino."
Diane la guardava fare avanti e indietro, mangiarsi le unghie e portare infinite volte una ciocca inesistente dietro l'orecchio.
"Oh merda!"
L'esclamazione di Diane fece fermare Sophie di botto per guardarla.
"Cosa?"
Diane si alzò dal letto e le si avvicinò.
"Ti sei innamorata di lui!"
Le parole di Diane la colpirono come un pugno nella pancia, come uno schiaffo in pieno viso che ti riporta alla lucidità.
"Si. "
Diane prese a saltellare contenta, era da tempo che le augurava di essere travolta dal sentimento che fa diventare tutti cretini ma allo stesso tempo complici, amanti, tutt'uno, insomma innamorati.
"È fantastico Sophie, è meraviglioso. Non sei contenta?"
"No Diane. È una catastrofe. Marc Clandon è innamorato solo del suo lavoro. Non credo che riuscirà mai a dimenticare quella donna e nessuno sarà mai in grado di entrare nel suo cuore. Senti riposa un po' io vado a fare due passi. Ci vediamo dopo."
"Ma Sophie"
"Ti prego Diane, ho bisogno di stare un po' da sola. Ci vediamo dopo ok?"
"Prometti di venire a svegliarmi per qualsiasi cosa?"
Sophie annuì, conosceva Diane e se non la rassicurava sapeva che l'avrebbe seguita.
"Promesso. Stai tranquilla."
Appena fu fuori dalla base prese a camminare con le braccia conserte ripensando a Marc, ai suoi baci e alle sue manovre per fare fuori tutte coloro interessate ai caccia.
Era tutto un gran casino.
Non avrebbe dovuto innamorarsi di Marc Clandon.
Ma finché Diane non lo aveva detto a chiare lettere lei non lo aveva realizzato.
Questo cambiava drasticamente la sua posizione, Marc non avrebbe mai ricambiato i suoi sentimenti.
Doveva evitare sofferenza al suo cuore, forse era più saggio mollare la base di Fallon e cercare di diventare pilota altrove.
Questo avrebbe significato porre Diane davanti a una scelta e lasciare suo fratello e sua madre.
"Sophie! Ehi Sophie!"
Rick la raggiunse e si sedette al suo fianco sul blocco in cemento dietro l'hangar.
"Rick che ci fai quì?"
"Sai da quanto ti cerco?"
Sophie scosse la testa. Non era da molto che si era seduta lì.
"Sai almeno che ore sono?"
Scosse di nuovo la testa e scrutò l'orizzonte.
"Sembrerebbero le quindici."
Anche se non l'avrebbe mai detto.
"Sbagliato Sophie! Sono le quindici e venti."
Nel sentire l'orario scattò in piedi e iniziò a correre.
"Merda! Rick perché non sei venuto prima a cercarmi?"
Il poverino la seguiva correndo anche se stanco dalla corsa di prima.
"Siete strane voi ragazze. Se vi stanno tra i piedi vi scocciate. Se non vi cercano vi arrabbiate. Si può sapere che diavolo volete?"
"Niente Rick niente. Corri."
Quando arrivarono fece appena in tempo a sistemarsi i capelli che subito dovette infilarsi in squadra tra gli altri già pronti per uscire.
Marc le rivolse una profonda occhiata e uscì fuori, mentre Frank le chiese che fine avesse fatto.
"Ero sovrappensiero e non mi sono resa conto dell'ora. Scusami."
"Va bene. Per questa volta passi. Ma cerca di farlo arrabbiare il meno possibile, mi sembrava di avertelo già detto."
Sophie alzò gli occhi al cielo.
Era impossibile riuscire ad andare d'accordo con Marc Clandon.

Amami tra le nuvole Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora