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Quando raggiunse la base la mattina dopo maledì il traffico e alcuni inetti al volante ,aveva sette minuti di ritardo, sperava solo che Fleming non fosse rigido come il capitano altrimenti era nei guai.
Sembrava che da quando aveva messo piede in quella base i guai la perseguitassero.
Corse veloce verso l'edificio dove si trovava l'infermiera , faceva caldo ,i capelli le si erano incollati al collo e la maglietta verde che aveva indossato appena tre quarti d'ora prima sembrava uscita dalla lavatrice.
Marc la vide correre in corridoio e non fece in tempo a bloccarla , in realtà non sapeva neanche per cosa .
Di sicuro ce l'aveva a morte con lui e non gli avrebbe dato modo magari di scusarsi, ma poi scusarsi di cosa? Era stata lei ad assalirlo e mancargli di rispetto.
Era arrabbiato con lei e con tutto il genere femminile ,ma ciò nonostante sentiva il bisogno di perdersi nei suoi occhi chiari e in quel viso pulito.
Sophie arrivò davanti all'infermeria sudaticcia e ansante ,si fermò e fece lunghi e profondi respiri per recuperare aria nei polmoni.
"Sophie sei rientrata ,ma vedo che le brutte abitudini sono dure a morire "
Il dottor Fleming le arrivò alle spalle con la sua solita aria sorniona e la solita brioche in mano.
"Dottor Fleming buongiorno, mi scusi se non mi sono presentata ieri ma-"
Il dottore alzò una mano per bloccare il suo fiume di parole.
"Entra Sophie, riprendi fiato e mangia questa brioche."
Sophie entrò e sedette di fronte alla seduta del dottore rifiutando la brioche ,sua madre l'aveva rimpinzata per bene.
"Allora Sophie come sono stati questi giorni di riposo? Tua madre ti ha fatto le polpette di manzo con i fagiolini e le patate?"
Sophie sgranò gli occhi ,era esattamente quello che avevano mangiato la sera prima, come mai il dottor Fleming era al corrente di cosa avesse mangiato?
La sua faccia doveva di sicuro esprimere stupore perché il dottore si mise a ridere.
"Sophie per gli altri sarà bastato cambiare cognome ma per chi ti ha vista sgambettare in questi corridoi è difficile dimenticare i tuoi occhi e i tuoi capelli lunghi e biondi. Tu non ti ricordi di me vero?"
Sophie era confusa e allo stesso tempo allarmata, non voleva che qualcuno sapesse di chi era figlia. Tutto sarebbe diventato facile e ovvio e lei non voleva .
"Lei sa chi sono? "
La domanda le era uscita piuttosto strozzata .
"Vedi Sophie ,nel mio lavoro si è molto attenti ai particolari. "
Aprì il cassetto della scrivania e prese una tavoletta di croccante alle mandorle.
Quando gliela offrì Sophie non seppe resistere e la prese, adorava quelle barrette croccanti.
"Quando avevi tre anni piangevi disperata perché tuo padre ti aveva lasciata a bordo pista con un suo collega mentre lui faceva una lezione di volo ,nessuno riusciva a mettere un freno alle tue lacrime . Ti offrivano caramelle ,giochi, modellini di aereo ma tu eri irremovibile volevi tuo padre. Solo io sono riuscito a convincerti a seguirmi quì in questa stanza che hai definito triste e davanti a un cassetto pieno di brioche hai scelto l'unica tavoletta di croccante. Per questo in questi giorni ti ho offerto le brioche,non ero sicuro che fossi tu ma ci ho provato. Come sta Amanda ? E quella peste di Tony si è preso la sua agognata medaglia?"
Sophie si mosse a disagio sulla sedia, il dottor Fleming sapeva benissimo di chi era figlia e questo era un dannato problema.
"Mamma sta benone, si tiene occupata con l'associazione dei disabili e segue Tony ovunque ,Tony ha preso molte medaglie ma ovviamente sogna l'oro olimpico. L'anno prossimo prenderà parte alle paralimpiadi. Dottor Fleming io dalla morte di papà ho rimosso tante cose quindi non ricordo molto però...bhe ecco se non le dispiace-"
"Stai tranquilla Sophie , il tuo piccolo segreto è al sicuro con me. Stai attenta con John Deere ,lui ha lavorato al fianco di tuo padre gli ultimi anni quindi aveva imparato molti trucchi che anche tu conosci. Ora sei libera di fare quello che vuoi,questa giornata è ancora di riposo. Salutami tua madre e dille che vorrei tanto mangiare di nuovo il brasato con contorno di funghi."
"Lo farò dottore. Grazie di tutto e anche per l'appoggio e comunque queste stanze restano tristi."
Uscì sollevata dall'infermeria e sorrise tra se , prese lo zaino e si recò agli alloggi.
Mise a posto la roba che aveva portato e indossò la tuta , legò i capelli e finalmente si sentì nuovamente a casa.
Si aggirò per i corridoi aspettando la fine della lezione del Colonnello ,non vedeva l'ora di prendere parte nuovamente alle lezioni.
"Sophie"
Il suo nome sussurrato alle sue spalle la fece rabbrividire ,la voce di Marc Clandon era calma e carezzevole.
Ma aveva avuto tempo di considerare e analizzare il rapporto di odio e intolleranza che c'era stato tra loro durante le ore della sua convalescenza e aveva deciso che non si sarebbe più abbassata al suo livello e permettergli di punirla ,niente , sarebbe rimasta indifferente.
Si girò a malapena e rimase dritta a guardare fuori sulla pista.
"Capitano."
"Senti volevo dirti che-"
"Ehi viso pallido quando sei arrivata?"
Terry e gli altri compagni che uscivano dall'aula la fecero allontanare da lui e da ciò che le stava dicendo anche se non aveva importanza.
"Terry, Rick, ragazzi. Sono arrivata circa un ora fa. Tra quanto inizia la prossima lezione? E dov'è Diane?"
"Eccomi eccomi,e fatemi passare. Questa è la mia migliore amica e ha bisogno della mia guida sciò sciò. Sophietta mia finalmente."
La stritolò in un abbraccio e Sophie la minacciò di radere i capelli se la chiamava di nuovo così.
Marc dovette accontentarsi di guardarla da lontano , non sarebbe stato facile scusarsi con lei. Aveva deciso di farlo perché comunque negli anni nessuna era mai riuscita a mettersi di fronte a lui ,ma molto probabilmente lei non aveva intenzione di accettare le sue scuse.

Amami tra le nuvole Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora