Tornammo a casa in tarda serata, Justin stava cenando mentre io ero seduta sul divano intenta a fissare lo schermo spento della tivù.
Non gli avevo detto nulla del messaggio ricevuto quel pomeriggio, ma sapevo benissimo che avrei dovuto farlo. Ma gli avrei detto tutto, solo dopo aver incontrato quello sconosciuto, c'era un motivo se volevano vedere me.«Terra chiama Lex» canzonò Justin, scuotendo una mano davanti ai miei occhi. Mi risvegliai dalla trance momentanea e lo guardai con espressione interrogativa. Era seduto accanto a me, il suo braccio era appoggiato allo schienale e lui era rivolto completamente verso di me.
«non hai mangiato nulla» sussurrò accarezzando la guancia con due dita.
«non ho fame, te l'ho detto» sospirai.
Lo vidi annuire con la coda dell'occhio e piano piano mi rannicchiai, poggiando il capo sul suo petto. «non puoi stare a digiuno fino a quando non la troveremo» sussurrò ancora. Sentii le sue labbra poggiarsi delicatamente sulla mia fronte e amai quel contatto. Mi era mancato, e per un secondo mi fece sentire meglio.
Non risposi, non sapevo cosa dirgli. Semplicemente avevo lo stomaco chiuso, non sarei riuscita a buttare giù neanche un boccone.«andiamo a dormire, okay?» biascicò sulla mia fronte. Annuii e mi staccai qualche secondo dopo, poi mi alzai e lui dopo di me.
Quando arrivai nella nostra camera, mi spogliai e indossai un semplice pigiama. Mi infilai sotto le lenzuola e aspettai Justin, che arrivò qualche minuto dopo.
«l'hai detto a tuo padre?» chiese con voce calma mentre cingeva le sue braccia attorno ai miei fianchi.
«n-no, lo farò domani» risposi, voltandomi verso di lui, trovando davanti agli occhi il suo petto scoperto. Mi avvicinai di poco e appoggiai il capo su di lui, mentre lui accarezzava i miei capelli.
«grazie per cercare di non farmi pesare tutto questo» sussurrai prima di cadere in un sonno profondo.
La mattina seguente Justin mi svegliò presto per andare alla base. Mi alzai e per un momento mi ricordai di ciò che successe il giorno prima, sembravo averlo dimenticato per un attimo.
«vado a preparati la colazione, ti aspetto di sotto, amore» mormorò avvicinandosi. Era già pronto, indossava i suoi soliti jeans neri ma era ancora senza maglietta. Il suo fisico era scolpito, proprio come lo era venti anni prima. Sembrava non invecchiare mai, era sempre lo stesso Justin. Bello e irresistibile.
Mi baciò più volte a stampo e poi mi rivolse un sorrisetto. Poi lui scomparì dietro la porta, mentre io andai in bagno. Mi spogliai del mio pigiama e mi infilai in doccia. Un getto di acqua fredda colpì il mio corpo, facendomi rabbrividire ma svegliare del tutto.
Mi appoggiai qualche secondo al muro alle mie spalle, chiedendomi se stesse bene la mia piccolina. Avrei tanto voluto sapere come la stessero trattando, se le avessero dato qualcosa da mangiare e se avesse cercato di suoi genitori.
Troppi pensieri mi frullavano per la testa, non vedevo l'ora che tutto si risolvesse.Insaponai i miei capelli e in seguito il corpo, quando finii uscii dalla doccia avvolgendo il mio corpo nell'accappatoio di Justin. Mi avvicinai allo specchio e notai delle occhiaie sotto ai miei occhi, era normale non avendo dormito bene tutta la notte.
Tornai in camera e presi i vestiti necessari dalla valigia, li indossai e poi asciugai in fretta i capelli. Sistemai la stanza, poi scesi al piano di sotto. Justin era appoggiato all'isola con una ciotola piena di cereali e latte, sembrava quasi un bambino.
Gli sorrisi e poi mi sedetti sullo sgabello. Davanti a me trovai una tazza di cappuccino e accanto un cornetto.
«cosa vuoi fare? Non ne abbiamo parlato» chiesi a Justin, girando il cucchiaino all'interno della tazza.

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𝘾𝙄𝘼 - 𝘾𝙚𝙣𝙩𝙧𝙖𝙡 𝙄𝙣𝙩𝙚𝙡𝙡𝙞𝙜𝙚𝙣𝙘𝙚 𝘼𝙜𝙚𝙣𝙘𝙮 𝟮 ➳ 𝙟𝙗
Fanfic"Sono tornata per stare con la mia famiglia, non per rivivere l'incubo di venti anni fa." [Sequel di CIA - Central Intelligence Agency] © Tutti i diritti riservati | avonskater, 2018. cover by @castellidicarte