ALEXANDRA
Dopo aver pranzato velocemente, Justin mi portò in palestra, pur sapendo che allenarmi a dare pugni ad un sacco da boxe non sarebbe servito a nulla. Mi fermai e mi voltai verso di lui, poi buttai fuori un sospiro.
«Justin, è tutto inutile. Non diventerò brava a picchiare iniziando a fare boxe due ore prima dell'incontro» mormorai. Le braccia mi facevano già male.
Lui mi guardò e poi sospirò. «hai ragione, scusami» quasi sussurrò aiutandomi a togliere i guantoni.
«è tutto okay. Sei preoccupato, lo capisco» mormorai accarezzandogli una guancia non appena mi liberai da quell'ammasso di imbottitura.
Lui buttò a terra i guantoni e prese le mie mani. «se ci fosse un modo per evitarti tutto-»
«Justin» lo ripresi. «ne abbiamo parlato a pranzo, è tutto okay. Voglio farlo» lo rassicurai.
Lui annuì e poi mi abbracciò. «dai andiamo, devi prepararti» borbottò.
Mi prese la mano e mi trascinò con sé, aprì una porta infondo alla palestra che portava ad una stanza luminosa solo grazie alle luci bianche che pendevano dal soffitto. Mi guardai attorno e vidi degli stand dove vi erano appesi numerosi vestiti, poi vi erano degli armadietti chiusi a chiave.
Justin si avvicinò ad uno degli appendiabiti e prese quello che sembrava un giubbotto antiproiettile.
«è necessario?» chiesi prendendolo tra le mani. Lui annuì guardandosi attorno.
«è già pericoloso così» borbottò.
Mi guardai anche io attorno come per vedere se ci fosse qualcuno ma la porta era chiusa e li dentro c'eravamo solo io e lui. Tolsi velocemente la maglietta che indossavo e poi misi il giubbotto antiproiettile.
Justin si avvicinò e mi aiutò. Fece scorrere la cerniera in su e poi si abbassò leggermente, lo guardai sospetta ma ridacchiai quando lo sentii lasciarmi un veloce bacio sul petto. Mi sorrise e poi legò stretto il giubbotto antiproiettile attorno a me in modo che non si muovesse.
Mi sentivo costretta, completamente ingombrante e odiavo stare scomoda nei miei vestiti ma non dissi una parola. Justin aveva ragione, ne avevo bisogno.
«adesso indossa questa» ordinò porgendomi una felpa presa da un armadietto. «la tua maglietta è troppo leggera, questa coprirà meglio il giubbotto»
Misi la felpa grigia e quando Justin sistemò tutto. Lo vidi spogliarsi e per un attimo mi chiesi perché lo stesse facendo. Era così bello ed avevo una voglia matta di accarezzargli il petto.
Indossò dei pantaloni neri imbottiti all'interno e quando finì di abbottonarli feci ciò che fece lui con me. Mi avvicinai di qualche passo e baciai la sua spalla, poi circondai i miei fianchi con le braccia. Lo sentii sorridere ma mi spostai quando prese il mio stesso giubbotto antiproiettile. Lo indossò e sopra mise poi una maglietta nera.Sistemò velocemente il tutto, mi prese per mano e mi portò via da lì.
Sentivo l'ansia crescere ma dentro di me sapevo che non potevo darlo a vedere o Justin non mi avrebbe permesso di partecipare alla missione.Uscimmo dalla palestra, ritrovandoci sul retro dell'edificio. Vidi in lontananza un furgoncino nero con delle persone attorno e anche mia madre era tra loro.
Justin mi accompagnò fino alla nostra auto e presto anche Jake ci affiancò con un borsone tra le mani, schiacciò un pulsante sulla chiave centralizzata della mia auto e mi chiesi subito perché le aveva lui.
«qui ci sono i soldi falsi» disse aprendo la portiera del passeggero. Annuii ringraziandolo e poi salii in macchina, misi in moto immediatamente e poi abbassai il finestrino.
Justin si appoggiò e si avvicinò a me. «ho fatto registrare nel navigatore la strada che devi fare» disse.

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𝘾𝙄𝘼 - 𝘾𝙚𝙣𝙩𝙧𝙖𝙡 𝙄𝙣𝙩𝙚𝙡𝙡𝙞𝙜𝙚𝙣𝙘𝙚 𝘼𝙜𝙚𝙣𝙘𝙮 𝟮 ➳ 𝙟𝙗
Fanfic"Sono tornata per stare con la mia famiglia, non per rivivere l'incubo di venti anni fa." [Sequel di CIA - Central Intelligence Agency] © Tutti i diritti riservati | avonskater, 2018. cover by @castellidicarte