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La musica risuonava a tutto volume per l'abitazione, era musica forte, rabbiosa, che esprimeva appieno il morale del giovane dai capelli colorati accomodato in modo scomposto sul proprio letto nella propria prigione.

O così la chiamava lui, quel posto non riusciva proprio a chiamarlo "casa" e come dargli torto.

In quel posto che tutti chiamano casa, mai nessuno si aspetterebbe di esser maltrattato dai propri genitori solo perché non ci capiscono, perché prendiamo decisioni avventate o perché non siamo perfetti.

Eppure questa era la normalità per Yoongi: esser chiamato "depravato" per il suo orientamento sessuale, "malato di mente" per il suo carattere tranquillo, "satanista", "punk di merda", "fallito" erano tutte cose all'ordine del giorno per lui.

Queste parole, o meglio, questi insulti, sostituivano quella che dovrebbe essere la normale routine di una famiglia, sostituivano i "buongiorno" che un padre dovrebbe rivolgere alla propria famiglia, i "ti voglio bene" che una madre dovrebbe dedicare ai propri figli, sostituivano la felicità del giovane e ciò lo faceva arrabbiare.

Era furioso, non riusciva a capire come facesse ad essere una tale piaga, come potesse meritare di vivere se la sua sola esistenza causava dolore anche a se stesso, e perciò quel pomeriggio stesso prese una decisione.

Lentamente Yoongi si alzò dal suo letto trascinandosi a malavoglia verso il bagno, voleva farla finita.

Aprì l'anta dell'armadietto specchiato ed iniziò a frugarvici dentro e finalmente ci trovò ciò a cui ambiva.

Tirò fuori la lama di un rasoio e sorrise, era un sorriso malinconico, un sorriso falso.

Infondo lui non voleva morire, ma non voleva neanche continuare a vivere poiché per quanto lui avesse provato a correre via, non riusciva a giungere mai da alcuna parte.

Ricominciò a pensare a tutti i suoi fallimenti e fu come se ogni suo pensiero si riflettesse sulla lama argentea, in quel momento capì di esser giunto ad una risposta, doveva farlo, doveva porre fine alla sua vita.

Forzando nuovamente il suo sorriso poggiò l'oggetto luccicante sul suo polso, annaspò dell'aria e si sentì pronto, lo era, o almeno provava a convincere se stesso.

Fece per compiere il fatidico gesto, solo un taglio netto, in verticale e tutte le sue sofferenze, quelle dei suoi genitori sarebbero terminate.

Un sacrificio così grande per un desiderio così vano.

Ed eccomi tornata attiva, finalmente!
So che prima di cominciare altre storie dovrei terminare quelle già avviate, ma non ho resistito.
Comunque in questo spazio autrice non voglio solo giustificarmi vorrei anche (come accennato nella trama del libro) ringraziare una persona importantissima per me: 01bonny.
Voglio ringraziarti per avermi sostenuta e spronata in ogni mio sogno, ed anche per aver realizzato la meravigliosa copertina che da immagine al mio libro.
Ti voglio bene, Stacy!❤

•Love Therapy• ||YOONMIN||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora