XIII

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Una superficie di legno, ovviamente, riverniciata da tanto tempo e rovinata con la pittura blu. Si vedono alcuni tagli di artigli come i miei se non più grandi.

-Mi sa che ho trovato qualcosa ragazzi.- dico con calma rimanendo a fissare le incisioni dei graffi.

Tutti e quattro si avvicinano a me e assieme osserviamo la porta blu.

-Forse l'abbiamo trovato. Dobbiamo rompere il lucchetto?- domanda Martinus prendendo un'ascia posta poco distante da dove siamo noi.
-Tinus, non serve l'ascia e non sappiamo se qui dietro ci sia la creatura o Isaac.- rispondo io afferrandogli il braccio, poi mi sposto di un passo indietro ed ululo.
-Ah, quindi è lui Tinus.- S'intromette Arianna.

Oh cristo...

In pochi istanti si avvicina il resto del gruppo, cioè i miei famigliari e Derek con le due ventenni.

-L'avete trovato?- chiede mio padre avvicinandosi a me.
-No, ma abbiamo trovato qualcosa di altrettanto interessante.- commento indicando nuovamente la porta.

Sfiora con le dita la pittura secca e vecchia della porta ed afferra con entrambi le mani il lucchetto. Prima che possa dire qualsiasi cosa, lui lo spacca e tira la maniglia verso di sé.

-Ti stavo per dire di non spaccare il lucchetto, ma non ho fatto a tempo.- dico superandolo ed entrando nell'area interna.

Mi guardo attorno nella buio e noto una branda con un corpo sopra. Passo dopo passo sono accanto ad esso e lo osservo con calma per poi vedere che è realmente Isaac.

-Isaac! Stai bene?- domando, ma non ricevo risposta.
-Annina, hai trovato il ragazzo?- chiede Marcus.
-Sì, ma è addormentato in un sonno profondo. Lo porto via di qui.-

Prendo il giovane in braccio a modi sposa e lo porto fuori. Poi, appena arrivata a casa mia, lo stendo sul mio letto e gli stringo la mano. Alla stretta non si muove e non lo ha fatto neanche per tutto il tragitto.

-Annina, non penso stia dormendo.- mi sussurra Martinus facendomi capire cosa intendeva lui.
-È Isaac, non può essere in stato di coma. È uno degli umani al cento per cento più forte che conosca assieme a Stiles. Il coma non è per lui.-
-E se fosse il suo tallone d'Achille? Meglio portarlo all'ospedale.- mi consiglia Liam.
-Non è in coma.- ribatto ancora.
-Sempre meglio essere sicuri. Lo porto io, non ti devi affaticare.- e Marcus lo prende nuovamente in braccio e corre fino all'ospedale.

Appena ai piedi della grande struttura bianca illuminata, lui entra e chiede a qualsiasi infermiere di aiutarlo col ragazzo che aveva in braccio che ha subito sdraiato su di una barella.

I medici lo portano di corsa in una stanza dove possono passare a fare dei controlli mentre un'infermiera ci lascia accomodare in sala d'attesa.

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Accesa. Spenta. Accesa. Spenta.

La luce sopra la mia testa fa le bizze ed in poco tempo sono sicura che si spegnerà.

Stiamo aspettando da tre ore. Tre lunghissime ore senza sapere le condizione di Isaac. TRE ORE.

Appoggio la testa pesante sulla spalla di Marcus che si è volontariamente proposto di farmi compagnia assieme a Martinus.

-Tinus, sai per caso che ore sono?- chiede dopo tanto tempo dove regnava il silenzio.
-Sì, sono le sei del pomeriggio.- risponde il fratello tirando fuori dalla tasca il suo telefono.
-È quasi ora di cenare. Ti va di andare a prendere una pizza, Annina?-
-No. E se mi venissero a chiamare mentre sono via? Io resto qui; non posso rischiare.-
-Ma devi pur mangiare qualcosa. Non vorrai mica morire di fame.-
-Io resto qui. Andate voi al massimo a prendere una pizza.-

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