XIV

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Ethan ed Aiden oggi hanno la sorveglianza del bosco visto che la creatura si aggira ancora nei dintorni di casa Carver.

-Annina, ci sono fuori Marcus e Martinus che ti aspettano per andare a scuola!- mi richiama dal piano inferiore mia madre.
-Due secondi e sono da loro.- annuncio infilando nello zaino il mio astuccio ed il mio libro, quello per cui dedico maggior parte del mio tempo per scriverlo.

Mi metto lo zaino in spalla, afferro al volo il mio fantastico casco nero e verde e corro giù per le scale cercando di essere il più veloce possibile. Stampo sulla guancia di mia madre un bacio svelto e mi precipito fuori casa.

-Perdonatemi il ritardo, ma non sono molto rapida alle sei e trente della mattina ad alzarmi dal letto.- dico tutto d'un fiato e salendo in sella alla motocicletta del gemello maggiore.
-A chi lo dici. Ospedale alle tre del pomeriggio?-
-Assolutamente. Dobbiamo ancora aspettare che si svegli. Muoviamoci che non voglio farvi arrivare in ritardo.-
-È martedì mattina e c'è matematica.-
-Ci ha caziati già una volta basta ed avanza.-

Accende il motore e parte posizionandosi dietro al fratello. Io mi tengo salda a lui per via che lentamente sta accelerando con la velocità e non voglio essere buttata via come un missile perché so che farebbe male.

-Se vuoi che rallenti, dimmelo. Te lo consiglio solo perché il mio stomaco è leggermente schiacciato.-
-Oddio scusa! Perdonami Maci, ma è meglio se rallenti leggermente.-

Si ferma ad una sosta e scende, si toglie il casco e mi guarda sorpreso.

-Maci. Davvero Maci?- sorride lievemente.
-Che ha che non va il soprannome Maci? Si addice al tuo comportamento di adesso.- dico togliendo pure io il casco e avvicinandomi a lui.
-È strano risentirlo dopo anni. Devi sapere che questo era il soprannome che mi aveva dato Tinus quando ero piccolino. È stata la sua prima parola.-
-Che tenero! La sua prima parola è stata il tuo nome? Che coccolone! La tua?-
-Tacos.-

Lo guardo scioccata.

-Che insensibile già da piccolo.-
-E sentiamo, la tua prima parola qual è stata?-
-Wolf. Almeno c'entra qualcosa con tutta la famiglia, mica come Tacos.-
-È il piatto preferito di tutti, non criticare.-

Ci mettiamo a ridere sonoramente e per la prima volta sento una persona diversa da quella che sento di solito. Una voce sincera, senza una "maschera" dove nascondersi. La VERA voce di Marcus.

-Non hai mai pensato al fatto che le persone si fingono di essere qualcuno per paura di far vedere il proprio carattere?- chiedo improvvisamente al giovane che sembra cambiare subito umore.
-Perché questa domanda?-
-Ho l'impressione che qualcuno nasconda il vero sé stesso dietro ad una maschera. A te non è mai parsa l'idea?-
-In realtà no, ma ora che mi ci fai pensare forse sì e mi sta parecchio antipatica.-
-Arianna? No, lei è sempre stata un po' menefreghista, soprattutto con chi crede che lo sia. Arrogante lo è con tutte le persone che la criticano, tipo te. Infatti se vedi con me è gentile. Avete solo iniziato col piede sbagliato, tutto qui. Sono sicura che un giorno andrete d'accordo, forse non a braccetto, ma ci sarà armonia.-
-E credo anche una ragazza carina. Con me è sempre altruista, ma sono sicurissimo che sa essere anche aggressiva e furiosa.-
-Oh, e chi sarebbe?-
-Tu. Penso che sotto tutto quell'altruismo si nasconde anche un animo egoista.-
-Io invece penso che tu, sotto quella corazza da duro, nascondi un lato dolce. Lo so perché l'hai messo in luce quando hai riso per la battuta. Non era la tua voce, era una che non ho mai pensato potesse far parte di te.-

Ci giriamo attorno e adesso è lui vicino alla motocicletta mentre io al boschetto che attornia questa sosta sperduta.

-Davvero tu credi questo di me? Davvero pensi che non sono veramente io?-
-Suppongo che tu come ragazzo hai paura di dimostrare chi sei veramente perché vorresti deriso, ma non ne vale la pena. Siamo tutti unici, questo è chiaro, ma non siamo assolutamente strani. Siamo simili e diversi allo stesso tempo, ma non possiamo somigliare tutti a dei cloni, altrimenti non riuscirei a sopportare un'altra come me. Capisci cosa sto cercando di dire?-
-Tu credi che io mi nasconda così? Io non ho paura di niente.-
-Allora apriti. Prova a trovare una soluzione per evitare di litigare con Arianna, o la soluzione la trovo io e finirà male per entrambi.-

Mi sorride dolcemente per la prima volta dopo questo discorso assai diabetico, poi sale nuovamente in sella al mezzo e si infila il casco in testa.

-Siamo quasi in ritardo. Avrò sicuramente uno stomaco ridotto in poltiglia, ma devo andare veloce. Mi perdonerai?-
-Smettila, non voglio arrivare in ritardo nuovamente, quindi accelera e io mi aggancio al tuo petto, almeno la cassa toracica non si schiaccia.-
-Basta che non mi tocchi troppo i pettorali. Questo è un segreto che deve rimanere tra noi, ma soffro il solletico ai capezzoli.-
-Ok, questa non l’ho mai sentita, ma farò attenzione. Partiamo.-

Accelera lentamente ed io mi tengo stretta al suo petto sentendolo a volte tremare dai brividi.

Posteggia di fretta e furia e corre dentro la scuola seguito da me fino alla porta i matematica, la apre e si catapulta dentro.

-Signorina Carver, signor Gunnarsen. Ancora in ritardo?- ci domanda incrociando le braccia al petto assumendo un'aria stufata.
-Ci scusi professoressa.-
-Andate fuori e camminate fino all'ufficio del preside, adesso.- Ci sbatte fuori e colpisce in piena faccia Mac con la porta.
-Ci puoi trovare un dono nel prendere oggetti in faccia, specialmente porte.- Lo derido.
-Sssht che dobbiamo andare dal preside.-

Passeggiamo tra i corridoi uno accanto all'altro, intravvedendo Tinus col capo chino sul banco a scrivere, fino alla porta dell'ufficio.

-Buon giorno! Cosa e chi vi porta a stare in piedi davanti al mio ufficio?- domanda con voce stranamente allegra.
-È la seconda volta che arriviamo in ritardo per la lezione di matematica e la 'soressa ci ha mandati qui.-
-Motivo?-
-Beh, la sua moto non partiva più e siamo dovuti andare ad un benzinaio per chiedere aiuto. Poi siamo arrivati qui il prima possibile, ma le lezioni erano già iniziate.-
-Ok, allora oggi dopo scuola rimarrete qui per la vostra punizione.-
-Non posso stare qui, devo andare dal mio migliore amico che sta davvero male. Non posso non andarci!-
-Dovrà aspettare a quanto pare. Niente storie e la vostra aula sarà la 123.-

Sbuffo sonoramente e giro gli occhi al cielo. Ma proprio oggi?

Esco dalla mini stanza e, sbattendo i piedi, ritorno a matematica.

-Wow. Sbaglio o stai iniziando ad essere egoista?- commenta nel momento sbagliato il ragazzo alle mie spalle.
-Non credo sia il momento di fare questi commenti.-

☆☆☆

BUON GIORGIO

Questo è un semplice transito, il prossimo lo sarà anche mentre poi ci sarà da ridere.

Annina crede che Marcus si stia nascondendo dietro ad una maschera e viceversa, ma sarà vero?

Ma Ciancio alle bande ci si vede al prossimo capitulo!

Alfa, Beta, Omega //M.G//Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora