XXVI

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A volte sono le persone innocenti a risentirne di più. Quelle che fanno del bene a tutti e che vengono anche supportate dagli altri per gli atti benevoli da loro compiuti.

Mia madre mi svegliava alla mattina, mi ha insegnato a controllare il mio lato da lupo, a fare il letto alla mattina (quando ancora riuscivo a stare sveglia senza sembrare uno zombie risorto dalle catacombe) e tanto altro che non sto qui a raccontare perché mi piangerei addosso.

Ora lei è davanti ai miei occhi, a qualche metro dai miei piedi immobile, testa china ed il petto che non si muove per il palo conficcato in esso.

Le lacrime di tristezza in questo momento non servono. La tristezza rende deboli in queste occasioni e servono solo le lacrime di rabbia per creare adrenalina per sconfiggere e passare oltre a questa storia.

-Tu. Maledetto bastardo. Come hai osato toccare mia madre in quel modo e a farle terminare in quel modo brutale la sua vita? Io adesso di te ne farò rimanere solo un ricordo!-

Ora non voglio controllarmi, ho bisogno di uno sfogo e lui potrebbe essere un perfetto sacco da boxe.

Con la coda dell'occhio vedo Derek muoversi furtivamente verso mio padre e liberarlo da tutte quelle corde con cui era legato.

Prendo una piccola rincorsa e mi avvento sulla creatura colpendolo più e più volte.

In un qualche modo riesco a spaventarlo e a farlo scappare da una porta sul retro.

Mi avvicino al corpo senza vita di mia madre e mi sporgo verso la sua spalla cominciando a piangere. Mio padre si avvicina a me massaggiandosi i polsi e si aggrega al mio pianto silenzioso. Infine lui mi allontana dalla donna, le toglie il palo dal petto e la solleva portandola in seguito fuori dallo stanzino da dove è uscito il coso che l'ha uccisa.

Tutti lo seguono tranne i miei tre amici che rimangono accostati a me ed in completo silenzio.

-N-non meritava di morire... t-toccava a me questa sorte piuttosto che a lei...- singhiozzo.
-No, nessuno meritava questa fine.- bisbiglia Arianna. -Forse solo io.-
-Ma sei pazza?!? Tu non te lo saresti meritato come con sua madre!- sclero leggermente Tinus facendola arrossire.

Questi due si alzano per via che Marcus glielo ha imposto ed escono fuori. Ora siamo presenti solo io e lui, io ancora accovacciata nel pieno delle mie lacrime e lui con me tra le sue braccia e la sua testa accanto alla mia guancia.

-La mia vita non ha più senso... mia madre mi rendeva tutti i giorni felici, sopratutto quando ho litigato con mio padre e tu eri pure presente. Mi ha consolata sempre. Adesso chi asciugerà le mie lacrime?- esprimo ad alta voce.
-Hai tuo padre, i tuoi fratelli, i tuoi amici che ti vogliono bene. Hai me. Di me ti puoi sempre fidare perché ormai io non ti lascerò andare così facilmente. Sei entrata, ti sei trovata il tuo spazio nel mio cuore e per sempre rimarrai lì. Ora tocca a me accomodarmi dentro di te.-

Mi rendo conto solo adesso di come io sia diventata praticamente indispensabile sebbene siano passati solo pochi mesi da quando ci conosciamo. Lui, tra l'altro, non è da meno. È stato così tanto presente in questi momenti che non potrò mai essergli riconoscente.

Mi metto a guardarlo, gli afferro il viso posando la mia mano sulla guancia e lo bacio.

-Grazie, non ti sarò mai riconoscente.- sussurro a pochi millimetri dalle sue labbra.
-Non è vero. Ora andiamo fuori ed io rimango a dormire da te.-

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Sono appena arrivati a casa i miei fratelli ed io corro giù in salotto ad abbracciarli.

-Hei sorellina, va tutto bene? È successo qualcosa con quel Gunnarsen e vuoi che noi lo facciamo fuori?- domanda Ethan.
-No, lui non mi potrà mai fare del male a quanto dice.-
-Dove si trova papà?- chiede Aiden.
-In camera sua...-
-E la mamma?-
-Meglio se ve ne parla papà. Sappiate che comunque avrò bisogno di voi come spero che voi abbiate bisogno di me.-
-Perché dici questo?-
-Lo capirete parlando con papà.-

Ci stacchiamo dall'abbraccio e subito entrambi corrono su per le scale fino alla camera padronale. Da quel momento in poi sento solo l'esasperazione e le parole espresse in tristezza da parte dei due.

Marcus inizia a scendere le scale e si precipita lentamente in cucina per preparare la cena.

-Vuoi una mano, Maci?- dico appoggiandomi al frigorifero.
-Se vuoi puoi farmi i massaggi, oppure i grattini, oppure ancora i baci sul collo.-
-Un abbraccio da dietro può anche bastare...-

Mi avvicino a lui e allargo le mie braccia per circondare la sua vita. Poi mi stacco e preparo il tavolo.

-Solo per così poco tempo? So che meriti molto più calore e ne merito anche io.-
-A meno che tu voglia mangiare con le mani, lasciami finire.-
-Ma...-
-Niente ma, dopo andiamo sul divano e mi consoli ancora un po' perché sentire i miei fratelli disperarsi mi fa sentire male, peggio di quello che sono già.-

Preparo tutto per bene sul tavolo mettendo persino una tovaglia nera in seta con ricami in pizzo del medesimo colore.

Scendono anche gli altri tre di casa e mi precipito da loro.

-Ragazzi, vi devo parlare subito. Andiamo fuori.- dico seria ai tre uomini indicando loro la porta.

A capo basso si trascinano fuori ed io avviso Marcus della nostra assenza in casa per un breve periodo che varia tra i cinque ed i dieci minuti. Infine esco anch'io notando gli occhi gonfi dei miei gemelli.

-Sapete che io non sono una persona da paroloni e discorsi lunghi, ma adesso bisogna fare un po' il punto della situazione. Purtroppo la mamma non è qui con noi fisicamente, ma rimane lo stesso nei nostri cuori, nei nostri momenti indimenticabili e nei nostri ricordi. Sono sicura al cento per cento che la mamma non vuole vederci tristi per lei, si sentirebbe in colpa. Dunque opterei per rimanere di ottimo umore, nel senso che dobbiamo pur sempre ricordare i bei momenti passati insieme a lei, ma almeno dimenticare il fatto che lei non sia presente con noi. Vi chiedo solo un piccolo sforzo e so che ci riuscirete. Ci state?- dico iniziando a singhiozzare per poi concludere asciugandomi l'ultima lacrima e sfoggiando il più sincero dei sorrisi che riesco a fare.
-Ci proveremo per la mamma.- rispondono in coro abbracciandomi forte.

☆☆☆

BUON GIORGIO!

Allora, vorrei iniziare col dirvi che sono ancora viva e che non vi libererete di me così facilmente :)

Marcus sta diventando un orsetto di casa e Annina cerca di incoraggiare il resto della famiglia sebbene anche lei è ancora sconvolta per la madre.

Perdonatemi, ma in questi tre giorni non avevo WiFi e non ho potuto aggiornare.

Ma Ciancio alle bande ci si vede al prossimo capitulo!

Alfa, Beta, Omega //M.G//Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora