Capitolo 3

548 23 1
                                    

Pulisco velocemente il sangue rimasto sul lavandino. Non voglio che Liam scopra che mi taglio ancora. Quando lo scoprì la prima volta non mi parlò per quasi una settimana così decido di smettere per non deluderlo ancora. Però quando lo faccio mi sento bene, è come se tutti i miei problemi  escano dal mio corpo attraverso piccole gocce di sangue.

Accendo lo stereo mettendo il volume al massimo così da potermi isolare dal resto del mondo.

Per un attimo posso dimenticare tutto, ho sempre pensato che chi davvero non ti abbandonerebbe mai non siano le persone ma la musica: quella resta e ti aiuta ad andare avanti e questo i miei genitori non l'hanno fatto.

Mi hanno abbandonato proprio nel periodo in cui avevo più bisogno di loro.

Mi distendo sul letto posizionato al centro della stanza e prendo un piccolo diario, un po' rovinato a causa del tempo nascosto sotto il materasso. Questo libricino contiene tutta la mia vita e ogni sera riempio qualche pagina facendo piccoli disegni oppure scrivendo qualche frase che mi rappresenta. E’ un modo per esprimermi perché so che nessuno mi giudicherebbe.

Passo quasi tutte le sere chiusa in camera, sono una ragazza che preferisce leggere un bel libro da sola che ubriacarsi ad una squallida festa per adolescenti.

Questa sera però non riesco proprio ad addormentarmi. Sento dei rumori provenienti dall'esterno e decido di scendere in cucina per prendere un bicchiere d'acqua.

Abito in un quartiere periferico e spesso capita che un ubriaco passa sotto casa urlando e in alcuni casi si scatenano anche delle risse. Liam mi ha sempre detto  di non uscire mai da sola di sera e io non ho assolutamente intenzione di disubbidire.

Prendo dell'acqua e mi lascio cadere pesantemente sul divano del soggiorno accendendo la televisione.

Sono in casa da sola perché Liam passa quasi tutte le notti in un pub poco distante, dove lavora.

Annoiata dai programmi mandati in onda a quest’ora della notte mi addormento sul comodo divano...

ll rumore della porta sbattuta contro il muro mi fa sobbalzare, osservo il cellulare. Sono le 4.30. Mi sollevo dal divano un po' spaventata per vedere chi è entrato in piena notte in casa mia e mi incammino verso la porta del bagno da dove proviene una luce.

Prendo la prima cosa che mi trovo davanti in modo da colpire il presunto aggressore e appena apro la porta spalanco la bocca incredula e involontariamente  lascio cadere per terra l'oggetto che tengo stretto fra le mani... come può essere lui?

Ma soprattutto chi lo ha ridotto in questo stato?!

I can feel you cryingDove le storie prendono vita. Scoprilo ora