Capitolo 4. Eureka

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 I mesi trascorsero febbrilmente. I pasti erano consumati molto velocemente all'interno del laboratorio. Spencer si rese conto che lui ed il professore, negli ultimi tempi, avevano parlato solo di formule, esperimenti ed anti-vaccino. Non si erano scambiati altre parole se non quelle relative alla ricerca. La mole di lavoro era impressionante. Non si avevano più notizie dall'esterno. Erano praticamente sepolti vivi dentro al Bunker. Ebbe un brivido quando la sua mente formulò questo pensiero, però si disse che era meglio essere vivi nel Bunker piuttosto che fuori. Dove stava succedendo..

"Chissà" si disse "cosa sta accadendo al genere umano". Né lui né il professore potevano saperlo. Radio e televisioni erano fuori uso. O meglio, un paio di giorni prima, Byron aveva acceso la radio, ma la voce dall'altra parte gli aveva fatto avvertire delle scosse lungo tutta la colonna vertebrale. Era fredda, tagliente ed imperiosa. Non assomigliava a quella di un comune essere umano. Un Potenziato, sicuramente. Spencer la spense immediatamente. Aveva paura ed i fantasmi della sua mente erano usciti fuori, imbizzarriti come cavalli selvaggi. Potevano arrivare a loro, entrare e massacrarli. No, quella voce non era certo un buon incentivo per proseguire nel loro lavoro. Di comune accordo decisero che non avrebbero più ascoltato "quell'apparecchio del diavolo" come lo aveva chiamato Byron. Freddy entrò con due tazze di caffè fumante in mano. Lui si trovava nel Bunker il giorno in cui il giovane assistente e lo scienziato si erano incontrati. Poi gli eventi erano collassati ed era rimasto intrappolato anche lui con i due uomini. Freddy era cambiato, come del resto lo erano tutti, non era più il vigilante sorridente e scherzoso che si intratteneva a parlare con Spencer. Era teso, agitato, i nervi a fior di pelle e sempre all'erta. Ma come non capirlo? Lui era lì dentro al sicuro (almeno per ora) mentre la sua famiglia poteva essere stata presa ed uccisa da quei mostri, come lui stesso li chiamava. Byron aveva provato a fargli capire che erano esseri umani, modificati proprio dal suo staff, ma non aveva cambiato idea. "Qualche novità?" chiese porgendo le tazze ai due uomini. "Abbiamo fatto progressi, Freddy" lo informò il professore."Dovremmo essere vicini alla soluzione finale".Freddy era curioso, voleva agire. "Quando avrete il vaccino nelle mani come farete a produrlo in dosi massicce da somministrare ai mostri? Domandò con una nota di apprensione nella voce. "La capisco Freddy" mormorò cupamente "anche noi pensiamo ai nostri cari là fuori, ma dobbiamo fare un passo alla volta. Ora scopriamo l'antidoto alla pazzia che io stesso ho contribuito a creare e poi penseremo al resto" lo tranquillizzò abbozzando un tenue sorriso. Quello che aveva chiesto Freddy era pertinente ed inoltre era stato il loro primo pensiero. Non avevano alle spalle le case farmaceutiche. Qualche anno prima sarebbe stato uno scherzo produrre un milione di dosi da inoculare. Adesso non era più così! "Eureka". Il grido di Byron riecheggiò nelle stanze silenziose del Bunker. Spencer e Freddy corsero lungo i corridoi ed entrarono simultaneamente nel laboratorio. Gli occhi luminosi, un sorriso che gli illuminava il volto e la mano che stringeva una fialetta con un liquido bluastro furono le prime cose che il vigilante e l'assistente videro. Il professore era euforico, aveva scoperto l'antivaccino. Spencer lo aveva sempre saputo, se mai fosse stato scoperto un antidoto, l'unico in grado di farlo era il professore. La fronte corrugata e i lunghi capelli bianchi scompigliati lo facevano assomigliare al grande Einstein. "Ho sempre voluto utilizzare questa espressione" spiegò Byron. "Cosa succede? E' riuscito a sintetizzare l'antidoto? Possiamo testarlo?". Una raffica di domande uscì dalla bocca dell'assistente. La paura, la stanchezza, la rabbia erano state spazzate via alla vista di quella fialetta.

"Ci sono riuscito. Signori ecco a voi il siero che salverà il mondo e" borbottò lo scienziato "ovviamente spetta a me provarlo". Erano trascorsi due giorni dalla scoperta. Byron, Spencer e Freddy continuavano a litigare per decidere chi dovesse essere testare il farmaco. "Non se ne parla proprio, professore. Se le accadesse qualcosa, io non sarei in grado di continuare la ricerca". Spencer cercava invano di convincerlo, ma era davvero testardo. "Mi offro volontario io" replicò Freddy "se qualcosa andasse storto, voi due dovete sopravvivere". "Lei è il soggetto meno appropriato". Il professore ruggì come un leone in gabbia. "Se non sbaglio, nella sua scheda ho letto che ha problemi cardiaci. Quindi è scartato. Inoltre sono il più anziano del gruppo e lo scopritore, perciò sarò io a provarlo. Fine della discussione. Due o tre giorni al massimo, giusto il tempo di finire un paio di test e poi berrò questo delizioso succo" rispose sorridendo bonariamente "ma...dato che non mi fido di voi due furbacchioni, lo terrò nella mia stanza". Prese la fialetta ed uscì.

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